"Negoziare"
Guerra Ucraina, Zelensky risponde alla “bandiera bianca” di Papa Francesco: “La Chiesa è qui, non a 2.500 km”
Kiev replica al Pontefice: "Nostra bandiera è gialla e blu, non alzeremo mai altre bandiere". Da Polonia e Lettonia: "Non dobbiamo capitolare davanti al male"
Esteri - di Redazione Web
Kiev non ha preso per niente bene le dichiarazioni di Papa Francesco. C’era da aspettarselo. Il Pontefice in un’intervista alla Radiotelevisione Svizzera aveva rilasciato dichiarazioni che avevano fatto pensare a un invito all’Ucraina ad arrendersi alla Russia: aveva fatto riferimento alla bandiera bandiera bianca, un simbolo di resa. La sala stampa vaticana sabato sera aveva rilasciato delle dichiarazioni che precisavano l’invito a una negoziazione, non a una resa. Troppo tardi per Kiev, al 746esimo giorno di guerra dall’invasione della Russia del Presidente Vladimir Putin nel febbraio 2022. Hanno replicato il Presidente Volodimir Zelensky e il ministro degli Esteri Dmytro Kuleba.
L’intervista di Papa Francesco sarà pubblicata integralmente il prossimo 20 marzo. “Credo che è più forte quello che vede la situazione, pensa al popolo e ha il coraggio della bandiera bianca. E negoziare: oggi si può negoziare con l’aiuto delle potenze internazionali. Ci sono, no?”, le parole del Pontefice nell’intervista. “Quella parola, ‘negoziare‘, è una parola coraggiosa: quando tu vedi che sei sconfitto, che la cosa non va, avere il coraggio di negoziare. E ti metti vergogna, ma se tu continui così quanti morti hai poi? E finirà peggio ancora. Negoziare in tempo, cercare qualche paese che faccia da mediatore: oggi per esempio con la guerra in Ucraina sono tanti che vogliono fare il mediatore no? La Turchia per esempio. Non avere vergogna di negoziare, prima che la cosa sia peggio”.
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Le repliche da Kiev a Papa Francesco
“Quando il 24 febbraio il male russo ha iniziato questa guerra, tutti gli ucraini si sono alzati per difendersi. Cristiani, musulmani, ebrei – tutti”, ha scritto nel suo quotidiano messaggio serale il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. “Ci sostengono con la preghiera, la conversazione e le azioni. Questo è ciò che la Chiesa è: con le persone e non a duemila e cinquecento chilometri di distanza, da qualche parte a mediare virtualmente tra qualcuno che vuole vivere e qualcuno che vuole distruggerti».
“La nostra bandiera è gialla e blu. Questa è la bandiera con la quale viviamo, moriamo e vinciamo. Non alzeremo mai altre bandiere”, ha scritto su X il ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba. “Ringraziamo Sua Santità Papa Francesco per le sue costanti preghiere per la pace, e continuiamo a sperare che dopo due anni di guerra devastante nel cuore dell’Europa, il Pontefice trovi l’opportunità di compiere una visita apostolica in Ucraina per sostenere oltre un milione di ucraini cattolici, oltre cinque milioni di greco-cattolici, tutti cristiani e tutti ucraini”.
La replica a Papa Francesco dalla Polonia e dalla Lettonia
Una replica alle parole del Papa è arrivata anche da Varsavia. Il ministro degli Esteri polacco Radoslaw Sikorski ha invitato Papa Francesco a incoraggiare la Russia a ritirare le sue truppe dall’Ucraina. “Che ne dice, per bilanciare, di incoraggiare Putin ad avere il coraggio di ritirare il suo esercito dall’Ucraina? La pace arriverebbe immediatamente senza bisogno di negoziati”, ha scritto in un messaggio sul suo account X, accompagnato da un video il ministro. Alle parole del pontefice ha replicato anche il presidente della Lettonia, Edgards Rinkevics: “La mia opinione: non dobbiamo capitolare davanti al male, dobbiamo combatterlo e sconfiggerlo, affinché il male alzi bandiera bianca e capitoli”.