Gli appelli di Bergoglio

Papa Francesco chiede il cessate il fuoco: “Siamo in una terza guerra mondiale a pezzi. Basta attacchi ai civili”

News - di Redazione

8 Gennaio 2024 alle 11:31 - Ultimo agg. 8 Gennaio 2024 alle 16:56

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Papa Francesco chiede il cessate il fuoco: “Siamo in una terza guerra mondiale a pezzi. Basta attacchi ai civili”

Parole di fuoco nell’incontro col corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede per la presentazione degli auguri per il nuovo anno. Ricevendo in udienza i diplomatici nell’Aula della Benedizione, Papa Francesco ha tenuto un discorso durissimo sulla guerra, quella in Medioriente come quella in Ucraina, ma anche quelle “dimenticate” dalla stampa e dai media in generale.

La condanna del 7 ottobre

“”Non posso in questa sede non ribadire la mia preoccupazione per quanto sta avvenendo in Israele e Palestina. Tutti siamo rimasti scioccati dall’attacco terroristico del 7 ottobre scorso contro la popolazione in Israele, dove sono stati feriti, torturati e uccisi in maniera atroce tanti innocenti e molti sono stati presi in ostaggio”, ha detto il Pontefice argentino ricordando il massacro compiuto dai miliziani di Hamas nei kibbutzim al confine con la Striscia di Gaza, provocando oltre mille morti.

Francesco ha così ripetuto “la condanna per tale azione e per ogni forma di terrorismo ed estremismo: in questo modo non si risolvono le questioni tra i popoli, anzi esse diventano più difficili, causando sofferenza per tutti. Infatti, ciò ha provocato una forte risposta militare israeliana a Gaza che ha portato la morte di decine di migliaia di palestinesi, in maggioranza civili, tra cui tanti bambini, ragazzi e giovani, e ha causato una situazione umanitaria gravissima con sofferenze inimmaginabili”.

L’appello per il cessate il fuoco in Medioriente

Dal Papa quindi è arrivato un nuovo appello “a tutte le parti coinvolte” “per un cessate-il-fuoco su tutti i fronti, incluso il Libano, e per l’immediata liberazione di tutti gli ostaggi a Gaza”. “Chiedo che la popolazione palestinese riceva gli aiuti umanitari e che gli ospedali, le scuole e i luoghi di culto abbiano tutta la protezione necessaria”, ha aggiunto Bergoglio.

Francesco ha poi sottolineato come l’efficacia della diplomazia internazionale multilaterale sia ormai indebolita. “Il dialogo dev’essere l’anima della comunità internazionale. – le parole del Papa – L’attuale congiuntura è anche causata dall’indebolimento di quelle strutture di diplomazia multilaterale che hanno visto la luce dopo il secondo conflitto mondiale”.

“Organismi creati per favorire la sicurezza, la pace e la cooperazione non riescono più a unire tutti i loro membri intorno a un tavolo. C’è il rischio di una ‘monadologia’ e della frammentazione in ‘club’ che lasciano entrare solo Stati ritenuti ideologicamente affini. Anche quegli organismi finora efficienti, concentrati sul bene comune e su questioni tecniche, rischiano una paralisi a causa di polarizzazioni ideologiche, venendo strumentalizzati da singoli Stati. Per rilanciare un comune impegno a servizio della pace – ha precisato Francesco -, occorre recuperare le radici, lo spirito e i valori che hanno originato quegli organismi, pur tenendo conto del mutato contesto e avendo riguardo per quanti non si sentono adeguatamente rappresentati dalle strutture delle organizzazioni internazionali”.

La soluzione dei due Stati

La soluzione auspicata dal Pontefice argentino è quella “dei due Stati, uno israeliano e uno palestinese, come pure di uno statuto speciale internazionalmente garantito per la città di Gerusalemme, affinché israeliani e palestinesi possano finalmente vivere in pace e sicurezza”.

I crimini di guerra contro i civili

Nel suo discorso di fronte al corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede Papa Francesco ha poi parlato di un mondo “sempre più lacerato, ma soprattutto si trovano milioni di persone – uomini, donne, padri, madri, bambini – i cui volti ci sono per lo più sconosciuti e che spesso dimentichiamo”.

“D’altra parte, le guerre moderne non si svolgono più solo su campi di battaglia delimitati, né riguardano solamente i soldati. In un contesto in cui sembra non essere osservato più il discernimento tra obiettivi militari e civili, non c’è conflitto che non finisca in qualche modo per colpire indiscriminatamente la popolazione civile”, ha denunciato il Pontefice. “Gli avvenimenti in Ucraina e a Gaza ne sono la prova evidente. Non dobbiamo dimenticare che le violazioni gravi del diritto internazionale umanitario sono crimini di guerra, e che non è sufficiente rilevarli, ma è necessario prevenirli. Occorre dunque – ha sottolineato Francesco – un maggiore impegno della comunità internazionale per la salvaguardia e l’implementazione del diritto umanitario, che sembra essere l’unica via per la tutela della dignità umana in situazioni di scontro bellico”, e “anche quando si tratta di esercitare il diritto alla legittima difesa, è indispensabile attenersi ad un uso proporzionato della forza”.

Francesco ha ricordato quini che “le vittime civili non sono ‘danni collaterali’. Sono uomini e donne con nomi e cognomi che perdono la vita. Sono bambini che rimangono orfani e privati del futuro. Sono persone che soffrono la fame, la sete e il freddo o che rimangono mutilate a causa della potenza degli ordigni moderni”. “Se riuscissimo a guardare ciascuno di loro negli occhi, a chiamarli per nome e a evocarne la storia personale, guarderemmo alla guerra per quello che è: nient’altro che un’immane tragedia e ‘un’inutile strage’, che colpisce la dignità di ogni persona su questa terra”, ha sottolineato il Pontefice.

La terza guerra mondiale “a pezzi”

Il pontefice ha poi aggiunto che attualmente viviamo una “terza guerra mondiale a pezzi” ormai diventata un vero e proprio conflitto globale. La parola “pace” è “tanto fragile e nel contempo impegnativa e densa di significato”, “a essa vorrei dedicare la nostra riflessione odierna, in un momento storico in cui è sempre più minacciata, indebolita e in parte perduta”. Francesco ha ricordato il celebre radiomessaggio al mondo di Pio XII pronunciato alla vigilia di Natale del 1944. “La seconda guerra mondiale stava avvicinandosi alla conclusione dopo oltre cinque anni di conflitto e l’umanità – disse il Pontefice – avvertiva ‘una volontà sempre più chiara e ferma: fare di questa guerra mondiale, di questo universale sconvolgimento, il punto da cui prenda le mosse un’era novella per il rinnovamento profondo'”.

“Ottant’anni dopo, la spinta a quel ‘rinnovamento profondo’ sembra essersi esaurita e il mondo è attraversato da un crescente numero di conflitti che lentamente trasformano quella che ho più volte definito ‘terza guerra mondiale a pezzi’ in un vero e proprio conflitto globale”, ha osservato il Papa.

di: Redazione - 8 Gennaio 2024

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