Letteratura

Gabriel García Márquez: l’ultimo libro del premio Nobel colombiano, la storia di “Ci vediamo in agosto”

Esce in una 30ina di Paesi l'ultimo libro postumo dello scrittore icona del realismo magico. Gabo voleva che i manoscritti fossero distrutti. La decisione dei figli: "Ci dispiace apparire soltanto come degli avidi". Perché è stato pubblicato

Cultura - di Antonio Lamorte

7 Marzo 2024 alle 14:21 - Ultimo agg. 8 Marzo 2024 alle 17:47

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COLLAGE DI FOTO DA LAPRESSE
COLLAGE DI FOTO DA LAPRESSE

Gabriel García Márquez voleva che il suo ultimo libro venisse distrutto. E invece è stato pubblicato, in tutto il mondo, com’era facilmente pronosticabile. Si intitola Ci vediamo in agosto ed è uscito in una trentina di Paesi, in Italia mercoledì 6 marzo per Mondadori, a quasi dieci anni dalla morte dello scrittore colombiano, premio Nobel per la letteratura nel 1982, autore di capolavori e best sellers come Cent’anni di solitudine e L’amore ai tempi del colera, considerato l’autore-icona del realismo magico sudamericano, uno scrittore diventato di culto in tutto il mondo. È la sua prima opera a uscire in vent’anni, dalla storia editoriale piuttosto travagliata.

Gabo moriva il 17 aprile del 2014, a 87 anni. I figli Rodrigo e Gonzalo García Barcha hanno scritto nel prologo all’opera che il padre voleva fosse distrutto. Marquez ci lavorò lungo 25 anni, in maniera più concentrata dal 2003 fino alla fine del 2004 quando le sue condizioni peggiorarono sempre di più a causa dell’Alzheimer di cui soffriva. “A quel tempo sapevamo soltanto della sentenza finale di Gabo: ‘Questo libro non funziona. Bisogna distruggerlo‘. Non l’abbiamo distrutto, ma l’abbiamo messo da parte, nella speranza che il tempo decidesse cosa farne. Leggendolo ancora una volta a quasi dieci anni dalla sua morte abbiamo scoperto che il testo aveva moltissimi meriti di cui poter usufruire”, hanno dichiarato Rodrigo e Gonzalo García Barcha. La traduzione in italiano è stata curata da Bruno Arpaia, a cura dell’editor e amico Cristóbal Pera.

La storia di “Ci vediamo in agosto”

La storia racconta di una donna sposata di 46 anni, cresciuta in una famiglia di musicisti, da 27 anni sposata con l’unico uomo con cui è stata fidanzata, un maestro d’orchestra per il quale non ha finito la Facoltà di Arti e Lettere. La coppia ha avuto dei figli: uno che è diventato primo violoncello e una figlia nata con un talento musicale sconfinato, quello di imparare a orecchio qualsiasi strumento, che però ha scelto di diventare suora nell’ordine delle carmelitane scalze. Ogni anno, il 16 agosto, Ana Magdalena Bach si reca su un’isola dei Caraibi per portare un mazzo di gladioli freschi sulla tomba della madre, accompagnata da un’opera letteraria. È in questi viaggi che incontra ogni volta un nuovo amante e in cui si scopre diversa, riflette sul suo matrimonio, sul tradimento e sul sesso.

“È il frutto del suo ultimo sforzo di continuare a creare contro ogni circostanza avversa”, hanno commentato i figli. Cristobal Pera ha raccontato nella nota finale che sono cinque le versioni numerate del romanzo che si trovano fra le carte dello scrittore custodite allo Harry Ransom Center dell’Università del Texas, a Austin, negli Stati Uniti. Ci vediamo in agosto si chiude con quattro pagine in facsimile della “Versione 5” del romanzo con le correzioni dello scrittore. L’editor ha lavorato al manoscritto partendo dalla “Versione 5” ma sempre confrontandosi con le altre versioni e con un documento digitale che l’assistente dell’autore, Monica Alonso, aveva compilato con appunti e correzioni. La regola che si sono dati i figli e l’editor: non aggiungere una singola parola che non fosse stata scritta da García Márquez. Lo scrittore colombiano Héctor Abad era scettico: pensava si trattasse soltanto di un’operazione commerciale – come in tanti hanno pensato o stanno pensando – e invece ha cambiato idea leggendo il romanzo. “Tutte le qualità che hanno reso grande García Márquez sono presenti qui”.

Perché è stato pubblicato “Ci vediamo in agosto”

Gabo aveva l’abitudine di distruggere tutti i manoscritti incompiuti. I familiari hanno dichiarato di aver deciso di pubblicare il libro, disattendendo il volere di Gabriel García Márquez, perché la scelta dello scrittore era maturata in un momento in cui non era più lucido. L’autore nei suoi ultimi anni soffriva di perdite di memoria, demenza senile, a volte non riconosceva le persone che gli stavano intorno – fatta eccezione per la moglie, Mercedes Barcha. I figli hanno dichiarato al New York Times che la decisione di pubblicare l’opera è maturata anche perché alcune caratteristiche del romanzo non si trovano nel resto dell’opera di Márquez, per esempio la narrazione incentrata interamente su una protagonista femminile.

Prima di esprimere l’intenzione di non pubblicarlo, Márquez aveva comunque espresso una volontà opposta. Alcuni estratti erano stati letti in pubblico, altri erano stati pubblicati su alcune testate come El País e New Yorker. Lo scrittore mandò una bozza del manoscritto nel 2010 alla sua agente Carmen Balcells che ne affidò la curatela all’editor Cristóbal Pera. L’editor ha raccontato che nel 2011 lo scrittore contraddisse il suo giudizio, dichiarando che l’opera non andasse pubblicata. Senza la memoria “non esiste niente”, ripeteva lo scrittore ai suoi familiari. I figli di Gabriel García Márquez hanno dichiarato che questo sarà l’ultimo libro del padre a essere pubblicato. “Naturalmente siamo dispiaciuti di poter sembrare soltanto degli avidi”, hanno dichiarato. La versione pubblicata è quella intitolata dallo scrittore “Gran OK final” datata luglio 2004.

7 Marzo 2024

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