Salute mentale e giovani

Perché New York ha fatto causa ai social: Facebook, Instagram, Youtube e TikTok “creano dipendenza, giovani danneggiati”

La denuncia chiede risarcimenti e salvaguardie più forti. Social "progettati per creare dipendenza e manipolare bambini e adolescenti". A inizio febbraio Zuckerberg aveva chiesto scusa al Congresso ai genitori delle vittime

Esteri - di Redazione Web

16 Febbraio 2024 alle 17:27

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Meta CEO Mark Zuckerberg, takes his seat as he arrives to testify at a Senate Judiciary Committee hearing about the online child sexual exploitation, on Capitol Hill, Wednesday, Jan. 31, 2024, in Washington. (AP Photo/Manuel Balce Ceneta)
Meta CEO Mark Zuckerberg, takes his seat as he arrives to testify at a Senate Judiciary Committee hearing about the online child sexual exploitation, on Capitol Hill, Wednesday, Jan. 31, 2024, in Washington. (AP Photo/Manuel Balce Ceneta)

Denunciati per Facebook e Instagram, Youtube e TikTok. Il sindaco di New York Eric Adams ha annunciato la causa che la sua amministrazione ha intentato contro alcune delle più grandi società di social media: ovvero Meta, Alphabet, Snap Inc. e Byte Dance. Il focus della causa sono i danni mentali che le piattaforme potrebbero causare negli utenti, soprattutto nei giovani. Non è la prima azione del genere contro le aziende dei social: New York City sta provando a ottenere un risarcimento e misure di protezione più strutturate.

E le conseguenze di questo uso senza controllo, continuativo e costante, al limite o ben definito nei contorni della dipendenza sarebbero depressione, ansia, autolesionismo e persino suicidio tra gli adolescenti. “Abbiamo visto quanto il mondo online possa creare dipendenza e travolgere, esponendo i nostri figli a un flusso continuo di contenuti dannosi e alimentando la crisi nazionale di salute mentale dei nostri giovani”, ha dichiarato il sindaco di New York.

La denuncia muove dall’accusa secondo cui le aziende avrebbero “progettato intenzionalmente le loro piattaforme per manipolare e creare dipendenza nei bambini e negli adolescenti”. La stessa sostiene che le aziende abbiano utilizzato la ricerca psicologica per rendere le loro piattaforme il più coinvolgenti possibile, per far passare ai giovani sempre più tempo sulle stesse. Non è stata specificata l’entità del risarcimento che New York City avrebbe sollecitato, l’amministrazione ha chiesto anche la messa in atto di salvaguardie più forti per proteggere i minori.

Le scuse di Mark Zuckrberg al Congresso degli USA

La denuncia è stata depositata alla Corte Superiore della California. “New York è la prima grande città americana a compiere un passo di questa dimensione per denunciare direttamente e in modo chiaro il pericolo dei social media”. Il tema è diventato sempre più centrale negli ultimi tempi, se n’era parlato molto nel corso di un’audizione alla Commissione Giustizia del Senato degli Stati Uniti.

Presenti genitori di ragazzi travolti da ansia, depressione, autolesionismo e tentativi riusciti o meno di suicidio e gli ad di grandi piattaforme come Mark Zuckerberg (Meta), Linda Yaccarino (X) Shou Chew (Tik Tok) Evan Spiegel (Snap) e Jason Citron (Discord). Il creatore di Facebook e ad di Meta Zuckerberg in quel caso si era alzato in piedi e rivolgendosi direttamente ai genitori aveva chiesto scusa. “Mi dispiace per tutto quello che avete passato. Nessuno dovrebbe passare attraverso le cose che le vostre famiglie hanno sofferto”.

Le accuse respinte dalle aziende

Le aziende hanno respinto le accuse. Meta è l’azienda proprietaria di Facebook e Instagram, Alphabet di YouTube, Snap Inc. di Snapchat e ByteDance di TikTok. Un portavoce di Meta ha replicando osservando che l’azienda vuole che gli adolescenti abbiano “esperienze online sicure e adatte all’età”. TikTok ha assicurato che continuerà a lavorare per proteggere la sua community così come Youtube ha rimandato al mittente le accuse sostenendo di aver creato “servizi e politiche per offrire ai giovani esperienze adeguate all’età”. Alcune azioni simili contro le aziende sono state intentate già da genitori e distretti scolastici.

16 Febbraio 2024

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