La lista della pace
Elezioni Europee, a sinistra irrompono Santoro e La Valle
La Valle ha spiegato che l’asse tra lui e Santoro è nata anche per una ragione oggettiva: guerra e complicità con la guerra del sistema mediatico oggi sono quasi la stessa cosa. Le guerre vivono di sistema mediatico e viceversa.
Michele Santoro e Raniero La Valle ieri hanno convocato i giornalisti e hanno detto che loro presentano una lista pacifista alle elezioni europee. Sfidando tutte le altre liste di sinistra. In particolare Sinistra italiana, cioè il partito di Fratoianni, al quale hanno proposto di fare un’alleanza ma hanno ricevuto una risposta negativa.
Naturalmente una lista pacifista sostenuta da Santoro e La Valle danneggia la lista di Fratoianni e probabilmente porta via qualche voto anche al Pd e ai Cinque Stelle. E non c’è nessuna garanzia che possa superare lo sbarramento del 4 per cento necessario a entrare nel Parlamento europeo con due o tre deputati.
Ma Santoro e La Valle hanno spiegato che a loro interessa più la campagna elettorale che il risultato. Hanno detto che se prendono il 3 per cento a loro va anche bene. Perché vuol dire che qualcosa si muove e qualcosa sta nascendo. E dicono che anche senza ottenere seggi se riescono ai portare il tema della pace dentro la campagna elettorale, l’obiettivo è raggiunto.
La Valle ha spiegato che l’asse tra lui e Santoro è nata anche per una ragione oggettiva: guerra e complicità con la guerra del sistema mediatico oggi sono quasi la stessa cosa. Le guerre vivono di sistema mediatico e viceversa.
E oggi, come prevedeva il grande politologo tedesco Carl Schmitt, ogni guerra è guerra civile. Proprio per questo vive di bombe e di media. Di messaggi. Di informazione e di defomrazione dell’informazione. E proprio per questo è sempre più violenta e spietata e invasiva. E riguarda tutti. In particolare i giornalisti, molti dei quali sono arruolati e con l’elemetto.
La Valle sostiene che il fatto che ormai ogni guerra è guerra civile vuol dire anche che ogni guerra è genocidio. Anche quella a Gaza. Santoro viceversa ha sostenuto che a lui non sembra molto importante la discussione su se si debba parlare di genocidio o semplicemente di strage e di stragi.
Comunque bisogna parlare di stragi – dice – e purtroppo il sistema dell’informazione non lo fa. Santoro dice anche che il comportamento della Rai è “allucinante”, e non da oggi, e non solo per colpa della Meloni. E poi ha detto che la parola “pace” è il mattone essenziale di ogni possibile vocabolario politico della sinistra. Ma purtroppo o non è pronunciata o non è capita o non è spiegata.
Santoro e La valle non hanno voluto dire nulla sulle possibili candidature, e hanno rinnovato un appello in extremis a Sinistra Italiana (Rifondazione e Unione Popolare, se si è capito bene, comunque saranno della partita). Santoro ha detto che secondo i suoi sondaggi, la lista pacifista può superare il 4 per cento, e che certamente se si riuscisse a fare la lista insieme a Sinistra Italiana si potrebbe superare il 6 per cento.
Santoro e La Valle sono due personaggi diversissimi. Santoro sapete tutti benissimo chi è. Da sempre schierato all’estrema sinistra. Ex sessantottino di Salerno. Per quasi trent’anni ha mietuto clamorosi successi televisivi, a partire dalla geniale “Samarcanda”, ai tempi di Guglielmi in Raitre – che poi è stato il modello di decide di talk show – fino a Servizio pubblico.
La personalità di Santoro è fortemente influenzata dalla sua esperienza televisiva: esuberante, vistoso, eloquente, provocatorio. Raniero La Valle per molti versi è un tipo quasi opposto. Discreto, silenzioso, timido. Però nel suo pensiero, e anche nelle sue azioni, forse è ancora più tagliente di Santoro. E’ un cattolico.
Ha una lunghissima biografia politica, che inizia nei primissimi anni ‘60 quando diresse prima il “Popolo” (succedendo nientemeno che ad Ettore Bernabei che era stato chiamato a dirigere la Rai) anche se formalmente il direttore era Aldo Moro, e poi “L’Avvenire d’Italia”, giornale cattolico progressista ispirato da Papa Giovanni, poi da Papa Montini e soprattutto dal cardinal Lercaro.
“L’Avvenire d’Italia” ( che più tardi diventò “L’Avvenire”, fu la culla dei movimenti politici ed ecclesiastici che ruppero l’unità dei cattolici e spostarono a sinistra una parte dell’opinione pubblica cristiana. La Valle, insieme ad Ruggero Orfei e Piero Pratesi, fu tra i giornalisti che guidarono questo movimento post Conciliare con ruolo di primissimo piano.
La Valle lasciò” L’Avvenire” nel ‘67 e da allora si è sempre spostato più a sinistra. Oggi è uno degli alfieri del movimento pacifista. Santoro e La Valle hanno molte doti intellettuali e di coerenza. Diciamo che tra le doti che non hanno c’è quella della gioventù. Ma che ci vuoi fare? Oggi se cerchi un dirigente politico giovane e di valore rischi di trovare solo Giorgia Meloni…