Il caso

Proteste a Gradisca, giovane in fin di vita

La protesta ha riguardato una decina di prigionieri che sono riusciti a divellere delle sbarre e a salire sul tetto. Il migrante ferito è un tunisino di 34 anni, del tutto incensurato.

Cronaca - di Redazione Web

4 Febbraio 2024 alle 16:00

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Proteste a Gradisca, giovane in fin di vita

Al Cpr di Gradisca l’altra notte c’è stata una protesta, o forse un tentativo di fuga, di un gruppo di prigionieri. Sono saliti sul tetto. Uno di loro è caduto e si è ferito molto gravemente. La protesta ha riguardato una decina di prigionieri che sono riusciti a divellere delle sbarre e a salire sul tetto.

Il migrante ferito è un tunisino di 34 anni, del tutto incensurato. Dal tetto del Cpr ha spiccato un salto per cercare di raggiungere la recinzione esterna, scavalcarla e riguadagnare la libertà, sfuggendo ai suoi sequestratori (lo Stato Italiano). Ma il salto non è riuscito e lui si è schiantato al suolo. Poi è intervenuta la polizia, ha circondato il Cpr e ha convinto il gruppetto dei ribelli a tornare all’interno del Cpr.

Per Cpr si intende quel tipo speciale di prigione che ha tre caratteristiche che lo distinguono dalle altre prigioni: la prima caratteristica è che i Cpr sono prigioni private, date in appalto dallo Stato al miglior offerente. Il miglior offerente dovrà poi gestirle ottenendo dei profitti.

I migliori profitti possibili, naturalmente. E per ottenere dei buoni profitti, dal momento che le entrate sono stabilite da contratto e non sono migliorabili dall’attività del gestore del carcere, bisogna ridurre le spese. Cioè peggiorare la qualità del Cpr e, di conseguenza, la qualità della vita dei detenuti.

La seconda caratteristica – conseguenza diretta della prima- è che i Cpr sono carceri più fatiscenti e schifose delle carceri normali, che – come credo sappiate – sono parecchio fatiscenti e schifose. La terza caratteristica è che gli ospiti – ufficialmente si chiamano così: ospiti, non detenuti, dando quasi l’idea che a metterli in gabbia si fa loro un piacere – non sono accusati di nessun reato. Non hanno rubato, truffato, ferito, ucciso.

E non sono neppure accusati di averlo fatto. Sono solo accusati di avere chiesto asilo all’Italia, sulla base dell’articolo 10 della Costituzione italiana e della carta dei diritti universali dell’Onu (approvata nel 1948 e sottoscritta dall’Italia) e di non averlo ancora ottenuto.

Voi sapete che in questi giorni, finalmente, anche i leader politici – persino quelli di destra – e i grandi giornali, sull’onda del caso Salis hanno scoperto che le carceri ungheresi sono luoghi fetidi e contrastano con la presunta civiltà europea.

Beh, ma vogliamo parlare dei Cpr, dove non solo si offende la civiltà col trattamento dei detenuti, ma si offende la civiltà del diritto mettendo ai ferri persone che non hanno violato né sono accusate di aver violato il codice penale? Pensate se il ministro degli esteri della Tunisia convocasse il nostro ambasciatore per chiedere come mai noi arrestiamo delle persone che non hanno commesso reati e li sbattiamo in orrende prigioni che chiamiamo Cpr…

4 Febbraio 2024

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