Ingerite anche delle lamette

Cpr di Milano e Gradisca, l’orrore tra tentati suicidi e immigrati in gabbia al freddo manganellati dalla polizia

Di solito le lamette vengono ingoiati da persone che stanno per essere rimpatriate, lo fanno nella speranza di non essere rimpatriate. A Gradisca immigrati detenuti protestano per il freddo: manganellati

Cronaca - di Angela Nocioni - 5 Gennaio 2024

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Cpr di Milano e Gradisca, l’orrore tra tentati suicidi e immigrati in gabbia al freddo manganellati dalla polizia

Lamette ingerite dai detenuti al Centro di permanenza per il rimpatrio (Cpr) di Milano. E polizia antisommossa la notte di capodanno a quello di Gradisca d’Isonzo, provincia di Gorizia.

Il 31 dicembre al Cpr di Gradisca – senza riscaldamenti dagli inizi di dicembre – è stata anticipata la chiusura delle gabbie: alle 21 invece che alle 24. Tre ore in meno d’aria ai detenuti. In seguito alle rimostranze di alcuni dei prigionieri è intervenuta la polizia in tenuta antisommossa.

Manganellate contro chi protestava, raccontano da là dentro. Il tentativo di sequestro dei telefoni cellulari ha causato ulteriori reazioni e proteste. Emergenza anche al Cpr, appena commissariato, di Milano. Lì detenuti hanno ingoiato delle lamette per poter essere portati in ospedale e uscire da lì. Quella che segue è la testimonianza di una attivista della rete Mai più lager, no ai cpr.

“A Gradisca, dove si sta al gelo, la struttura è fatta di celle da 6 con latrina interna e un cortiletto molto piccolo, con grate, cancelli e rete sul soffitto. Il cortiletto è separato dalla cella solo da vetri. Questo cortile ingabbiato è il luogo in cui le persone rinchiuse possono andare oltre alla minicella che è talmente piccola che mangiano sul letto.

Per loro è vitale questo spazio. Il 31 dicembre hanno chiuso alle 21, hanno messo dei catenacci. Protesta dei detenuti. Arrivata polizia, una persona in tenuta antisommossa e uno col manganello che se l’è presa con chi più animosamente protestava. I feriti hanno chiesto di essere portati all’ospedale, ma invano. Lì c’è una infermeria. Già di solito non li portano in ospedale figurarsi dopo una protesta.

Hanno provato a chiamare l’ambulanza, ma dall’ambulanza gli hanno risposto che non hanno l’autorizzazione ad entrare in cpr. I cpr di Gradisca e di Milano sono gli unici che lasciano il cellulare a chi è dentro. A Gradisca glielo restituiscono dopo l’udienza di convalida, glielo tolgono nelle prime 48 ore, che poi è quando una persona che finisce là dentro avrebbe più bisogno del telefono per contattare un avvocato.

L’art 14 del testo unico dell’immigrazione dice che le persone rinchiuse devono avere libertà di comunicazione con l’esterno, anche telefonica. Quelle poche righe di quell’articolo sono l’unica disciplina legale, legittima, a regolare i Cpr. Il resto sono circolari, testi amministrativi.

Quell’articolo è stato rinnovato dalla ex ministra Larmorgese e dispone che i telefoni cellulari siano lasciati nella disponibilità dei detenuti, in realtà vengono sequestrati all’ingresso ovunque e mai più restituiti. Tranne a Milano, dove c’è stata una ordinanza del tribunale su un ricorso fatto da Asgi, l’Associazione studi giuridici sull’immigrazione, nel marzo del 2021”.

Cosa è accaduto esattamente con l’ingestione delle lamette da parte di alcune persone detenute? “E’ successo che stavolta, siccome il Cpr è commissariato da dicembre, hanno mandato all’ospedale quelli che avevano ingerito le lamette. Normalmente non succede.

Prima del commissariamento potevi anche ingerire cose metalliche e ci mettevano giorni a mandarti in ospedale, se ti ci mandavano. Nei Cpr li tengono dentro anche se si sono ingoiati le lamette perché in qualche modo vengono poi vengono espulse. Accade spessissimo. Quasi tutti i giorni dentro i Cpr c’è qualcuno che ingerisce pezzi metallici.

Di solito vengono ingoiati da persone che stanno per essere rimpatriate, lo fanno nella speranza di non essere rimpatriate. Stavolta a Milano è successo che le hanno ingerite di sicuro almeno 2 persone, una fonte ci ha detto che sono 7 in realtà. Poi, usciti dall’ospedale, sono state rilasciati per motivi di salute.

Prima di essere rinchiusi nel Cpr c’è una visita medica che certifica che la persona è in una stato di salute idoneo a stare lì. Se sopraggiunge una inidoneità deve essere rilasciato subito. Presumo che siano stati rilasciati perché il Cpr è commissariato e non si poteva fare altrimenti, di solito non rilasciano nessuno perché s’è ingerito le lamette”.

5 Gennaio 2024

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