La rubrica
Perché gli agricoltori protestano, dalla Germania alla Francia tutte le ragioni della contestazione
Per capire l’importanza del problema, si tenga conto che, in Italia, i lavoratori della terra sono circa 4 milioni, 740 mila le aziende agricole, 70 mila le industrie alimentari e 330 mila le realtà della ristorazione.
Editoriali - di Mario Capanna
Dall’agricoltura consegue il profitto più onesto, più stabile, meno sospetto: chi è occupato in quell’attività non nutre pensieri malevoli.
(M.P. Catone)
Se la distanza non me lo avesse impedito, l’altro giorno sarei andato anch’io a Bruxelles, con il mio trattore (un favoloso Same 50CV), per unirmi alla vigorosa protesta degli agricoltori presso le sedi comunitarie. Da piccolo coltivatore diretto (il mio campo è più o meno tre ettari) ritengo che le loro ragioni, al fondo, siano giuste.
C’è, in primo luogo, una questione di reddito. Molte aziende agricole sono al lumicino per i costi elevati e i bassi ricavi. I prodotti, in campo, sono pagati un’inezia, a fronte di alti prezzi nella vendita al dettaglio. Esempi: agli allevatori il latte viene pagato 52 centesimi al litro, mentre al supermercato si acquista a 2,30 e persino a 3 euro; un chilo di verdura “vale” 30-40 centesimi, ma viene venduta al consumatore anche a 3 euro.
E poi: gli alti costi dei carburanti e l’obbligo di mantenere incolto il 4 per cento della terra per poter accedere ai contributi comunitari (misura sospesa dall’Ue per il 2024, ma dopo?) e altro.
In sintesi: nella “civiltà” industriale e telematica, e nel vortice di una speculazione galoppante, si è andata perduta una consapevolezza elementare: se il contadino non coltiva, non si mangia.
Ecco perché la mobilitazione degli agricoltori riguarda tutti. E non è un caso che si tratti di una protesta simultanea e generalizzata: cominciata in Germania, ha poi investito l’Italia, la Francia, la Spagna, il Portogallo, il Belgio, l’Olanda, la Grecia. Per capire l’importanza del problema, si tenga conto che, in Italia, i lavoratori della terra sono circa 4 milioni, 740 mila le aziende agricole, 70 mila le industrie alimentari e 330 mila le realtà della ristorazione.
La destra cerca di cavalcare il malcontento. Con episodi anche umoristici. Il ministro Lollobrigida ha incontrato a Verona gli “agricoltori” e ha detto: “L’incontro è andato molto bene”. Si è poi scoperto che gli interlocutori erano di Fdi, e amici del ministro, sconfessati duramente come “un manipolo di opportunisti” dal movimento dei trattori. Sembra quasi il gioco delle tre carte.
Che la destra faccia il suo mestiere è normale.
Non è normale, invece, la latitanza della “sinistra”. Fatta eccezione per una dichiarazione di sostegno agli agricoltori da parte del verde Angelo Bonelli, il Pd non risulta pervenuto, per non parlare dei 5 Stelle. Strano modo, oltretutto, di avvicinarsi alle elezioni europee.