Contro il Green Deal
Perché protestano gli agricoltori: settore in rivolta in Italia, Francia, Germania e la grande manifestazione a Bruxelles
Caos a Bruxelles, tantissimi agricoltori italiani nella protesta contro il "Green Deal" che punta alla neutralità climatica entro il 2050. La Commissione UE ha proposto modifiche alle sue norme dopo le manifestazioni
Ambiente - di Redazione Web
Fuoco a rifiuti e copertoni, letame rovesciato per strada, uova contro gli uffici del Parlamento Europeo. A Bruxelles ieri è andata in scena una grande protesta degli agricoltori, che si sono recati a bordo dei loro trattori nella piazza davanti all’organo comunitario. La manifestazione con il passare delle ore è degenerata in comportamenti anche violenti, le forze dell’ordine sono intervenute sul posto per spegnere gli incendi. Nel corso delle proteste è stata abbattuta anche una statua dedicata a John Cockerill, un industriale e filantropo inglese. Al suo posto è stato piazzato un fantoccio vestito con una tuta da lavoro.
Le proteste erano state anticipate nelle scorse settimane da quelle in Germania, in Francia e in Italia. Quelle esplose ieri in Belgio hanno come obiettivo proprio le istituzioni europee e il cosiddetto Green Deal, il programma di investimenti e sviluppo che dovrebbe portare alla neutralità climatica entro il 2050. Gli agricoltori ritengono che le misure sollecitate dall’Europa avrebbero delle conseguenze negative sul settore e sollecitano degli interventi a loro sostegno.
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Cosa chiede l’Europa
Fino a oggi il settore agricolo è stato uno di quelli che ha ridotto di meno le emissioni inquinanti che derivano dalle sue attività. Sia i governi che l’Unione hanno provato a imporre delle regole che potessero indirizzare il settore verso una maggiore sostenibilità ambientale. Per raggiungere l’obiettivo emissioni zero l’Europa ha chiesto per esempio di eliminare i pesticidi dannosi – con l’obiettivo intermedio di dimezzarne l’uso entro il 2030 – di aumentare la rotazione delle colture, di introdurre nuove tecnologie, ridurre le emissioni e gli sprechi alimentari.
Cosa chiedono gli agricoltori
Gli agricoltori chiedono sussidi più equi, di calmierare i costi dei carburanti (in Germania in particolare sono aumentate le tasse sul diesel agricolo), di snellire la burocrazia, di prorogare l’ammissione sul mercato di carne sintetica (come ha chiesto anche l’Italia), e misure per regolare l’installazione di impianti fotovoltaici su terreni produttivi. Altre lamentele riguardano i bassi margini di guadagno e la slealtà della concorrenza extra-europea che non deve rispettare quegli obblighi. Polonia e Romania lamentano in particolare anche l’alterazione del mercato per l’afflusso di prodotti a prezzi stracciati provenienti dall’Ucraina: l’Unione, nel giugno 2022, ha liberalizzato il commercio con il paese invaso dalla Russia.
Le reazioni della politica
La Commissione UE ha proposto di sospendere il parametro che vincola gli agricoltori europei a lasciare incolto il 4% dei propri campi (in modo da stimolare la biodiversità) per ottenere i fondi comunitari. Il parametro è stato adottato nel 2023 e in realtà non è mai entrato in vigore: nel 2023 era già stato sospeso per venire incontro alle difficoltà degli agricoltori dovute alla crisi energetica e all’aumento delle spese di trasporto innescate dalla guerra in Ucraina. La Commissione di coltivare su quei terreni piante che hanno effetti particolarmente benefici sulla terra – piselli, fave o lenticchie – o colture a crescita rapida dall’impatto meno pesante sul territorio.
La proposta dovrà essere approvata dal Consiglio dell’Unione Europea. L’UE spenderà per la PAC circa 387 miliardi di euro nel bilancio 2021-2027. I fondi della PAC (Politica Agricola Europea) sono il principale serbatoio di fondi per l’agricoltura dell’Unione Europea. Per quanto riguarda la politica: i movimenti di destra appoggiano le proteste, quelli progressisti indicano la dipendenza dalle risorse fossili, la volatilità dei prezzi e le speculazioni finanziarie alla base della crisi del settore.
A Bruxelles per le proteste anche tantissimi agricoltori italiani, si vedevano alcune bandiere e insegne della Coldiretti. La presidente del Consiglio Giorgia Meloni parlando con i giornalisti nel punto stampa ha dichiarato: “Sono leader politico di un partito che in Europa ha votato contro la gran parte delle questioni che giustamente oggi gli agricoltori pongono. Penso si sia sbagliato molto da questo punto di vista. Abbiamo detto che la transizione ecologica non doveva essere ideologica e che non dovevamo scambiare la sostenibilità ambientale con quella economica e sociale, e oggi cominciamo a vedere i risultati”. Per la premier “la politica europea” in materia di agricoltura “va cambiata”.