Il caso dell'anarchica

Ilaria Salis ai domiciliari in Italia, l’ambasciata in pressing su Orban

il padre di Ilaria denuncia che l’ambasciata sapeva da tempo che la ragazza veniva portata in giro con un guinzaglio e delle condizioni di detenzione inaccettabili. Dunque la strada appare ancora lunga.

Giustizia - di Frank Cimini

31 Gennaio 2024 alle 16:00

Condividi l'articolo

Ilaria Salis ai domiciliari in Italia, l’ambasciata in pressing su Orban

L’ambasciatore italiano a Budapest Manuel Jacoangeli appoggerà la richiesta di arresti domiciliari in Italia per Ilaria Salis detenuta dall’11 febbraio scorso in condizioni terribili nella capitale magiara. È questo il risultato comunque interlocutorio dell’incontro di ieri mattina nella sede diplomatica con il padre della ragazza Roberto Salis, gli avvocati Eugenio Losco e Mauro Straini.

Eugenio Losco riferisce di “un concreto interesse affinché Ilaria torni a casa. L’ambasciatore andrà al ministero della Giustizia ungherese. Si tratta di un primo passo un po’ tardivo ma speriamo risolutivo”.

Jacoangeli informerà i ministeri degli Esteri e della Giustizia in Italia che potrà dare rassicurazioni sulla fattibilità dei domiciliari, anche sui controlli e sul fatto che Ilaria Salis non si sottrarrà al processo, spiega ancora l’avvocato.

“Questo potrebbe far cambiare l’atteggiamento molto duro fin qui delle autorità ungheresi, ma per presentare una nuova richiesta di domiciliari bisognerà attendere che ci siano questi contatti a livello istituzionale” sono le parole del legale.

Alla Farnesina è stato convocato l’incaricato di affari ungherese su disposizione del ministero degli Esteri. Intanto Riccardo Noury di Amnesty International spiega che è controversa l’interpretazione della norma sulla concessione dei domiciliari prima di una sentenza definitiva in casi del genere. È questo particolare certamente non appare in grado di favorire una soluzione positiva. Insomma il problema è soprattutto politico.

La soluzione dipende dalla capacità e dalla volontà del governo italiano per ottenere il trasferimento dell’anarchica. Va detto anche che nella giornata di ieri dall’Ungheria arriva una risposta non soddisfacente sulla condizioni delle carceri alla Corte di appello di Milano che aveva chiesto chiarimenti in vista della decisione a metà del mese prossimo sull’estradizione di Gabriele Marchesi un altro anarchico coinvolto negli stessi fatti dell’11 febbraio del 2023, incidenti alla manifestazione dei neonazisti. Il sostituto pg Cuno Tarfusser alla luce della risposta da Budapest ribadisce che chiederà che Marchesi non venga consegnato agli ungheresi.

Il ministro degli Esteri Tajani dice: “Non possiamo interferire con le decisioni dei giudici”. Le opposizioni accusano il governo “di aver dormito”. Del resto il padre di Ilaria denuncia che l’ambasciata sapeva da tempo che la ragazza veniva portata in giro con un guinzaglio e delle condizioni di detenzione inaccettabili. Dunque la strada appare ancora lunga. Soprattutto se Giorgia Meloni non chiama l’amico e alleato Viktor Orban. Almeno per il momento si ha ragione di ritenere che ciò possa accadere.

31 Gennaio 2024

Condividi l'articolo