Meloni resta in silenzio
Ilaria Salis incatenata in Ungheria, Tajani chiede i domiciliari ma salva Orban: “Non c’entra, magistratura indipendente”
Cronaca - di Carmine Di Niro
Una gara allo scaricabarile, con prese di posizioni timide nei confronti del grande amico Viktor Orban. Dal governo Meloni arrivano parole di circostanza sulla vicenda di Ilaria Salis, la 39enne italiana a processo in Ungheria con l’accusa di aver aggredito due estremisti di destra a Budapest tra il 9 e il 12 febbraio 2023 nella capitale ungherese mentre era in corso il “Giorno dell’Onore”, una manifestazione che si tiene ogni anno e che celebra un battaglione nazista che tentò di impedire l’assedio di Budapest da parte dell’Armata Rossa sovietica nel 1945
Ieri l’insegnante e militante antifascista, che rischia 24 anni di reclusione e che ha rifiutato il patteggiamento a 11 anni, si è dichiarata non colpevole: detenuta da undici mesi in condizioni disumane in celle infestate da topi e letti invasi da cimici, Ilaria lunedì ha sfilato nell’aula di tribunale a Budapest “come un cane”, come ha commentato il suo avvocato. Ammanettata alle mani e ai piedi, tenuta al guinzaglio: come una pericolosissima terrorista.
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Di fronte a queste scene indegne va registrato il silenzio della presidente del Consiglio Giorgia Meloni, grande amica del premier ungherese Viktor Orban, il leader di Fidesz che guida il Paese in modo sempre più autoritario, tra diritti civili sempre più minati dalle fondamenta.
Tajani e Orban che “non c’entra niente”
Ma non va meglio guardando agli altri rami dell’esecutivo. Lunedì Antonio Tajani, ministro degli Esteri, si era prima limitato a chiedere al governo di Budapest di “vigilare e di intervenire affinché vengano rispettati i diritti, previsti dalle normative comunitarie, della cittadina italiana Ilaria Salis detenuta in attesa di giudizio”, per poi annunciare la convocazione dell’ambasciatore ungherese a Roma dopo undici mesi di reclusione della nostra connazionale.
Durissime le parole del padre di Ilaria, Roberto Salis, che tira in ballo proprio l’operato dell’esecutivo italiano e dell’ambasciatore italiano a Budapest Manuel Jacoangeli, che oggi dovrebbe incontrare per la prima volta. “Io vedrò l’ambasciatore dopo 11 mesi. Ho contato almeno quattro udienze, forse cinque, dove gli addetti dell’ambasciata sono andati a vedere e non hanno sollevato un dito. Finalmente oggi (ieri per chi legge), ndr) sono riuscito a portare in udienza una troupe televisiva”, è stato lo sfogo del padre intervenendo lunedì sera in tv a Quarta Repubblica.
Eppure per Tajani sulla questione Salis l’Italia sta facendo il massimo. “La magistratura è indipendente ma non possiamo intervenire se si rispetta o meno il diritto ungherese. Noi possiamo intervenire per far sì che ci sia il rispetto del trattamento del detenuto“, ha detto il titolare della Farnesina al termine del Consiglio dei ministri tenuto oggi. L’Italia ha aggiunto il vicepremier, ha chiesto al governo ungherese di vigilare sui diritti di Salis. “L’ambasciatore d’Italia a Budapest è andato a colloquio con il ministro degli Esteri ungherese e ha visto per due ore i familiari“, ha detto Tajani. “Abbiamo fatto tutti i passi necessari con le autorità competenti affinché venga rispettato il diritto dell’imputata: non si può interferire sul processo”, ha aggiunto spiegando che domani i genitori di Ilaria visiteranno la figlia in carcere.
Ma Tajani si spinge oltre. Nel tentativo di non buttare nella mischia Giorgia Meloni e l’amico Orban, a chi chiedeva se ne avesse parlato con la premier visti i suoi rapporti col leader ungherese, il ministro degli Esteri ha risposto così: “Se vogliamo parlare in punta di diritto, Orban non c’entra niente. Non è che il governo decide il processo. La magistratura è indipendente. Il problema è vedere se sono state rispettate le regole prima o dopo, non è che noi possiamo intervenire, l’Ungheria è uno Stato sovrano. Noi possiamo soltanto fare delle proteste “sulle modalità di trattamento dei detenuti, ha detto Tajani dimenticando le ripetute “censure” europee per il mancato rispetto dello stato di diritto nei confronti del governo di Budapest.
La posizione della Farnesina, tramite il segretario generale della Farnesina, l’ambasciatore Riccardo Guariglia, è quella di accordare “al più presto un regime di custodia cautelare in linea con la normativa europea, incluse misure alternative alla detenzione in carcere“.
Lollobrigida fuori dal mondo
È in questo quadro che arrivano anche le parole e soprattutto le polemiche su alcune dichiarazioni del ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida. Interpellato dai cronisti a Montecitorio il sempre loquace cognato della premier si è rifugiato in parole imbarazzate: “Non le ho viste, vado a vederle. Non commento cose che non ho visto…”, ha risposto ai giornalisti che gli chiedevano di commentare le immagini di Ilaria Salis in catene davanti ai giudici ungheresi. Un autentico mistero, vista la risonanza che ha avuto la vicenda nella giornata di lunedì su giornali online e telegiornali.
Dichiarazioni che hanno innescato una dura polemica. Per il segretario di +Europa Riccardo Magi “probabilmente il ministro dell’agricoltura si è messo due fette di salame ungherese e non Made in Italy sugli occhi, visto che non riesce a vedere le violazioni dello Stato di Diritto e dei più basilari diritti dei detenuti da parte del suo amico Orban nei confronti di una cittadina italiana“. “E forse Lollobrigida è così impegnato a difendere gli agricoltori che bloccano le autostrade da non ricordare che proprio lui chiese l’applicazione della direttiva europea sulla presunzione di innocenza che oggi l’Ungheria sta violando in maniera palese e plateale e che dovrebbe prevedere proprio le garanzie per le persone sottoposte a processo” ha aggiunto su X Magi.
Meloni chiamata a riferire in Parlamento
Opposizioni che, unite, hanno chiesto alla premier Meloni di riferisce al più presto in Aula con un’informativa urgente sul caso di Ilaria Salis. Ad avanzare tale richiesta, diramate la seduta a Montecitorio, sono stati i parlamentari di Partito Democratico, Movimento 5 Stelle, Alleanza Verdi-Sinistra, Azione, Italia Viva e +Europa. A questa richiesta si sono aggiunte anche Forza Italia e Lega.
Da Budapest accuse all’Italia
E da Budapest una nota del servizio statale penitenziario ungherese giudica come “false” “le accuse mosse dai media italiani e ungheresi” sulle condizioni della detenzione di Ilaria Salis. L’organizzazione carceraria bolla come “triste e immorale il fatto che queste calunnie siano riportate dalla stampa senza consultare la controparte“. La nota cita le accuse di Carmen Giorgio, ex compagna di cella di Salis, che ha raccontato di letti pieni di cimici, topi, maltrattamenti e uso di catene da parte del servizio carcerario di Budapest. Il sistema penitenziario ungherese è sotto supervisione del ministero dell’Interno.