Il caso della maestra
Chi è Ilaria Salis e cosa rischia, Nordio in silenzio di fronte ai fascisti ungheresi
Ilaria Salis è detenuta dall'11 febbraio 2023 in una cella in compagnia di topi e cimici, con cibo scarso e di pessima qualità. Resterà in carcere almeno fino alla data della prossima udienza il 24 maggio e con ogni probabilità anche oltre.
Giustizia - di Frank Cimini
Sorride quando entra in aula al Tribunale di Budapest Ilaria Salis nonostante abbia le manette ai polsi e una catena ai piedi. Il padre Roberto fa osservare che per la prima volta la vede senza un vetro divisorio.
Ieri è stata la prima udienza del processo “preparatoria” in cui l’anarchica milanese rischia 16 anni di carcere per aver provocato lesioni guaribili tra i 5 e gli 8 giorni senza nemmeno la querela a due neonazisti durante gli incidenti scoppiati alla manifestazione in onore delle SS che si tiene ogni 11 febbraio.
E appunto dall’11 febbraio dell’anno scorso Ilaria Salis è detenuta in una cella in compagnia di topi e cimici, con cibo scarso e di pessima qualità. Resterà in carcere almeno fino alla data della prossima udienza il 24 maggio e con ogni probabilità anche oltre.
Il giudice ha negato gli arresti domiciliari. Ilaria Salis si è dichiara innocente, ha spiegato di non aver potuto prendere visione di tutte le carte di cui dispone l’accusa. Nei video degli incidenti la maestra elementare non è riconoscibile, ma l’accusa va avanti per la sua strada.
Il problema è politico. Dipende dal governo italiano, dalle pressioni che vorrà esercitare su quello ungherese per ottenere il trasferimento in Italia di Ilaria Salis con arresti domiciliari. Lo prevedono le convenzioni internazionali anche se da palazzo Chigi lo avevano negato e non se ne erano accorti neanche i difensori ungheresi, tanto per dimostrare l’aria che tira intorno alla necessità dì rispettare le regole e il diritto.
La possibilità del trasferimento in Italia era stata accertata dagli avvocati Mauro Straini e Eugenio Losco. Roberto Salis aveva avuto un incontro con il ministro Carlo Nordio e la promessa di interessarsi del caso.
Ma per ora è tutto molto vago anche se ieri in udienza c’era anche un rappresentante dell’ambasciata italiana. Dei due coimputati di Ilaria Salis una è ai domiciliari, l’altro si è dichiarato colpevole patteggiando tre anni.
Il prossimo 13 febbraio la corte di appello di Milano dovrà decidere se estradare in Ungheria un altro anarchico Gabriele Marchesi accusato per gli stessi fatti. Il pg Cuno Tarfusser aveva chiesto di rispondere di no anche a causa delle condizioni dei detenuti nel paese magiaro.