Mattanza di Stato
Teramo, detenuto si toglie la vita in cella: Jeton aveva 34 anni
Il giovane si è impiccato: è il decimo suicidio dall'inizio dell'anno, nel 2024 sono morte nelle carceri italiane 21 persone. Domenica scorsa, un agente della Polizia penitenziaria di Bollate, si è suicidato lanciandosi da un piano alto di un centro commerciale
Cronaca - di Redazione Web
Ancora un suicidio di un detenuto nelle carceri. L’uomo si è impiccato verso le 13 nella sezione “protetti” ed ha lasciato un biglietto per la famiglia. A denunciarlo è Gennarino De Fazio, Segretario Generale della UILPA Polizia Penitenziaria. “Ancora un suicidio di un detenuto nelle carceri, ancora per impiccagione e ancora nella sezione destinata ai detenuti per reati a grande riprovazione sociale. Oggi è successo a Teramo, proprio come ieri a Verona, ed è il decimo detenuto che si toglie la vita in questo anno 2024 che sembra essere iniziato peggio dei precedenti, nei quali si erano raggiunte cifre record di 84 suicidi nel 2022 e 69 nel 2023. Pure un appartenente al Corpo di polizia penitenziaria domenica scorsa ha posto fine alla sua esistenza (la vittima, di Bollate, si è lanciato nel vuoto dopo essere salito su un piano alto di un supermercato, ndr). La campana ormai suona quasi ogni giorno nelle carceri e suona davvero per tutti noi, salvo per quanti sembra si ostinino a non volerla udire“.
Suicidio in carcere a Teramo: chi è il detenuto che si è tolto la vita
La vittima di chiamava Jeton Bislimi, aveva 34 anni ed era di nazionalità macedone. Si trovava in cella per aver cercato di uccidere la moglie. Lo scorso 14 novembre, il giovane aveva sferrato dieci coltellate alla donna, poi tentò di farla finita, ingenerando un quantitativo imprecisato di farmaci. Arrestato e trasferito in carcere dal giorno successivo, ha provato di nuovo a togliersi la vita. Sulle circostanze sono in corso gli accertamenti della Procura della Repubblica di Teramo e della polizia penitenziaria che ha fatto la scoperta. Al 34 enne, lo scorso dicembre, il Tribunale per i minorenni dell’Aquila aveva sospeso la potestà genitoriale.
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Suicidio in carcere a Teramo: quanti sono i detenuti che si sono tolti la vita nel 2024
“I suicidi in carcere saranno anche simili a una ‘malattia’, come sostiene il Guardasigilli, Carlo Nordio – ha continuato De Fazio – ma in questo caso il Ministro della Giustizia deve essere il medico e non l’addetto alle pompe funebri. Da Nordio ci aspettiamo la terapia capace, quanto meno, di lenire la patologia. Del resto, basta osservare i sintomi per fare la diagnosi. Ci riferiamo al sovraffollamento detentivo, che sfiora il 130 per cento, alle carenze organiche, 18mila operatori in meno solo per la Polizia penitenziaria, alle deficienze strutturali, infrastrutturali, logistiche e negli equipaggiamenti, alla disorganizzazione e a molto altro ancora“.
Agente della polizia penitenziaria si è tolto la vita
Il Segretario della UILPA Polizia Penitenziaria ha precisato: “Il Ministro Nordio e il Governo Meloni prendano compiutamente atto della grave emergenza e varino un decreto carceri per consentire cospicue assunzioni straordinarie, con procedure accelerate, e il deflazionamento della densità detentiva pure attraverso una gestione esclusivamente sanitaria dei detenuti malati di mente e percorsi alternativi per i tossicodipendenti. Parallelamente, il Parlamento approvi una legge delega per la riforma complessiva del sistema d’esecuzione penale, la reingegnerizzazione del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria e del Dipartimento per la Giustizia Minorile e di Comunità e la riorganizzazione del Corpo di polizia penitenziaria. Lo ripetiamo, non c’è più tempo“.
Agente della Penitenziaria suicida: le reazioni dei sindacati
Ha invece affermato Donato Capece, segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria (Sappe): “Siamo costernati ed affranti: un detenuto che si toglie la vita in carcere è una sconfitta per lo Stato e per tutti noi che lavoriamo in prima linea. Si tenga conto che in quel momento c’era in servizio un solo agente per 100 detenuti. Certo è che decidere di uccidersi è una scelta che ha sconvolto tutti, operatori ed altri ristretti. Chiunque, ma soprattutto chi ha ruoli di responsabilità politica ed istituzionale, dovrebbe andare in carcere a Teramo a vedere come lavorano i poliziotti penitenziari, orgoglio non solo del Sappe e di tutto il Corpo, ma dell’intera nazione. L’ennesimo suicidio di un detenuto in carcere dimostra come i problemi sociali e umani permangono: è il suicidio di un detenuto rappresenta un forte agente ‘stressogeno’ per il personale di polizia e per gli altri detenuti“.
“È fondamentale dare corso a riforme davvero strutturali nel sistema penitenziario e dell’esecuzione della pena nazionale, a cominciare dall’espulsione dei detenuti stranieri, specie quelli, e sono sempre di più, che ristretti in carceri italiani, si rendono protagonisti di eventi critici e di violenza durante la detenzione – ha concluso Capece – A tutto questo si aggiunga la gravissima carenza di poliziotti penitenziari. Come si fa a lavorare così?“.