A Napoli
Suicidio a Poggioreale, detenuto 36enne si toglie la vita: Luciano sarebbe uscito tra un mese
La mattanza di Stato, nell'indifferenza delle istituzioni, continua senza fine. È il terzo suicidio avvenuto in una settimana tra le mura del penitenziario partenopeo, il quinto in Italia dall'inizio dell'anno. Nel 2024, in cella, sono già morte 19 persone
Giustizia - di Andrea Aversa
È stato trovato senza vita, impiccato nella sua cella del reparto ‘Livorno’. Siamo a Napoli nel carcere di Poggioreale. Luogo dove è stato raggiunto un tragico record: il terzo suicidio nel giro di una settimana. A togliersi la vita, Luciano 36 anni di San Gennaro Vesuviano. Il prossimo 26 febbraio, il giovane sarebbe uscito di prigione. E forse, proprio la paura di dover affrontare il mondo esterno, ha giocato un ruolo decisivo nel portare il detenuto a commettere questo gesto estremo.
Detenuto si toglie la vita nel carcere di Poggioreale
“Ho proposto a Padre Sergio (cappellano di Poggioreale, ndr), di organizzare una preghiera che coinvolga i detenuti dei reparti dove si sono verificati questi tre suicidi – ha detto a l’Unità il Garante per i diritti dei detenuti della Regione Campania Samuele Ciambriello – È incredibile quanta indifferenza, da parte del Governo e del Dap, traspiri rispetto a questa situazione drammatica“. Ed in effetti i numeri sono impressionanti.
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Chi è il detenuto suicida a Poggioreale
Dall’inizio dell’anno, in Italia, sono già decedute in carcere 19 persone. Di queste, cinque, si sono tolte la vita. Una strage silenziosa che non interessa a nessuno. Una mattanza di Stato nei confronti della quale la politica è inerme. Sia a destra che a sinistra regna sul tema una totale indifferenza. Se nel 2018 è stato il governo – Gentiloni (Partito Democratico) ad affondare la riforma del sistema penitenziario, qualche giorno fa il ministro della Giustizia Carlo Nordio, rispondendo a un’interrogazione parlamentare, ha lasciato intendere che i suicidi in cella siano un fenomeno ‘normale’. Un episodio al quale ci siamo purtroppo abituati, perché assuefatti. E questo cosa vuol dire? Che la piaga sociale delle morti dietro le sbarre non va fermata?
Quanti sono i suicidi in carcere in Italia dall’inizio dell’anno
“I suicidi in carcere hanno un tasso venti volte superiore alla media nel nostro Paese – ha dichiarato Ciambriello – Che cosa sta succedendo nelle nostre carceri? I detenuti che si suicidano non hanno un fine pena mai, come nel caso anche dell’ultimo detenuto di Poggioreale che sarebbe uscito da qui a un mese. Quindi sono detenuti con una fragilità che entrando in carcere tentano il suicidio o ci riescono, detenuti che si suicidano anche se a breve devono uscire. Allora la politica e le istituzioni ai vari livelli, cosa possono fare per intervenire? Sono tristi le percentuali dei suicidi a cui si aggiungono i tentati suicidi, sventati grazie al pronto intervento degli agenti di Polizia penitenziaria e dei compagni di cella.
Quanti sono i decessi in carcere nel 2024
Tante anche le forme di autolesionismo. Il fenomeno non è facile affrontarlo, la complessità del suicidio rende necessario un lavoro di gruppo, perché è necessario agire sull’organizzazione delle carceri, sulle figure professionali che mancano, come quelle di ascolto che fanno da ponte tra l’interno e la famiglia, l’interno e la magistratura, l’interno e l’esterno della società civile. Bisogna intervenire – ha concluso Ciambriello – sui programmi di trattamento nelle carceri. Molte volte i detenuti vivono un tempo vuoto, non svolgono attività trattamentali, di socialità o di lavoro. Bisogna intervenire anche con progetti che vedono coinvolti le esperienze di volontariato e del Terzo settore”.