Sganciata la bomba al Csm
Bufera su Pinelli per l’attacco alla precedente gestione del Csm: imbarazzo su Mattarella
Durante la conferenza stampa sull’attività del Consiglio il vicepresidente sgancia una bomba sul precedente: “Ha perso l’orientamento”, c’è stato “un deragliamento dalla funzione sua propria”, il riferimento è al Palamaragate. L’ira di Ermini: “Incredibile che una carica istituzionale parli così”
Giustizia - di Angela Stella
Una regola mai violata del Consiglio Superiore della Magistratura è che il vice presidente in carica o parla bene del precedente oppure tace. Invece ieri l’attuale numero due di Palazzo dei Marescialli, Fabio Pinelli, nella prima conferenza stampa che si ricordi convocata per illustrare l’attività del Consiglio, ha sollevato un polverone enorme stigmatizzando la gestione della consiliatura precedente, quella investita dallo scandalo dell’Hotel Champagne, e tirando in ballo il capo dello Stato nonché presidente del Csm Sergio Mattarella, al vertice dell’organo di governo autonomo della magistratura in questa consiliatura e nella precedente.
Partiamo dall’inizio: giornalisti convocati alle 12 a Piazza Indipendenza. Pinelli si presenta puntuale, e illustra il lavoro svolto ad oggi da tutte le Commissioni in 35 minuti. “Non appena insediato, questo Consiglio Superiore della Magistratura ha raccolto la sfida dell’efficienza e si è dato immediatamente un’organizzazione dei lavori intensa e costante” e “questo impegno corale, di tutti i consiglieri e della struttura, è stato premiato, come emerge dai dati statistici sugli ottimi risultati raggiunti, sottolineati anche dall’apprezzamento – che onora il Consiglio Superiore – del Presidente della Repubblica”.
E ha aggiunto con visibile orgoglio: “Abbiamo ridotto del 25% le pratiche pendenti in meno di 12 mesi”. Peccato però che non abbia concesso altrettanto spazio ai giornalisti intervenuti per approfondire le questioni – “massimo alle 13:15 devo scappare” – causando malumore tra i colleghi presenti, soprattutto quando si è rifiutato di dare spiegazioni su una bomba sganciata, non si sa quanto consapevolmente.
“Nell’ultima parte della scorsa consigliatura, il Csm aveva perso l’orientamento” ha esordito e c’era stato “un deragliamento dalla funzione sua propria” assegnatagli dalla Costituzione: il riferimento era appunto al periodo dello scandalo Palamara, quando ci furono le dimissioni di 5 consiglieri.
Ad avviso di Pinelli, il Csm non deve svolgere funzioni da “terza Camera” ma tenersi nel suo ambito di “amministrazione della giurisdizione” e su questa impostazione, di funzioni di “alta amministrazione”, “c’è una condivisione da parte di tutti i consiglieri”.
Alla domanda se il presidente Mattarella fosse a conoscenza delle sue affermazioni e le condividesse, Pinelli ha risposto: “Il Presidente della Repubblica è evidentemente a conoscenza passo dopo passo dell’attività del Csm e dell’impostazione che viene data dal vicepresidente”.
Ha poi aggiunto: “Non c’è nulla assolutamente da rimproverare al presidente della Repubblica” rispondendo alle domande dei giornalisti che hanno rilevato che parlare di “deragliamento del Csm” avrebbe potuto fare riferimento alla presidenza di questa istituzione durante il primo settennato di Mattarella e ipotizzando che il Capo dello Stato si sarebbe dovuto autodenunciare per la mal gestione della precedente consiliatura.
Ma non si è fermato l’avvocato di Padova: “La Costituzione dice che il Consiglio superiore è organo di amministrazione della giurisdizione a garanzia dell’autonomia e dell’indipendenza della magistratura. Poi c’è un sindacato dei magistrati, l’Associazione nazionale dei magistrati che fa il proprio compito, noi facciamo un’altra cosa”.
Ed eccolo cercare ancora di precisare le sue parole, in evidente imbarazzo perché forse non credeva di suscitare lo scandalo tra i presenti: “Il presidente della Repubblica non ha mai consentito o autorizzato una funzione dell’organo che la Costituzione non gli ha assegnato, ma non corrisponde a narrazione corretta e franca se non si ricordassero le dimissioni di cinque consiglieri. Quindi qualcosa non ha funzionato”.
Rispetto a questo Pinelli ha rivendicato le sue iniziative: “Io ho cercato di capire cosa non ha funzionato e che impronta dare al nuovo consiglio, facendo una riflessione sulla natura propria del Csm nell’ordinamento. La direzione scelta è corretta e giusta. Valorizza le diversità culturali. Il convincimento è che il nostro compito è offrire servizi ai magistrati nei territori e avere ben chiaro il perimetro rispetto alle libere scelte della politica”.
La reazione più feroce è stata quella dell’ex vice presidente del Csm David Ermini: “Sono arrabbiatissimo, quello che ha detto Pinelli è un’accusa totalmente gratuita, quando me lo hanno riferito non ci credevo. Non è possibile che una carica istituzionale abbia detto queste cose ma ognuno è responsabile di quello che dice”.
David Ermini, contattato dall’Agenzia Dire, attacca: “Pinelli dice che abbiamo fatto attività politica? Che abbiamo deragliato dalla funzione costituzionale del Csm? Lui dovrebbe dire innanzitutto chi e come, in base a che cosa muove questa accusa. Che noi non abbiamo fatto politica è dimostrato non solo dai fatti oggettivi ma anche dalle intercettazioni, delle indagini da cui si vede che noi, e io in primis, siamo rifuggiti dalla politica”.
Secondo Pinelli il Csm andava sciolto, è stata l’osservazione a cui ha replicato duramente Ermini: “Questo lo dica al presidente della Repubblica, questo è un problema tra lui e il Quirinale, noi abbiamo sempre avuto come punto di riferimento il Quirinale o la Costituzione, quindi Pinelli deve dire, se c’è stato un deragliamento, chi lo ha fatto e come, noi abbiamo rispettato il rapporto con il Quirinale e con la Costituzione”.
Alle parole del vice presidente ha replicato anche il segretario di Area Dg, Giovanni Zaccaro: “Il vicepresidente Pinelli ha lo stesso vizio dei politici: accusa senza però citare fatti ed episodi concreti. Spiace – ha detto ancora Zaccaro – che il vicepresidente di un organo costituzionale riduca la attività di quell’organo a statistiche e numeri invece di intervenire nel dibattito pubblico su proposte, come il gip collegiale o la riforma prescrizione, che – conclude – avranno un impatto devastante sugli uffici giudiziari”.
Critici anche dal Partito democratico: “Abbiamo ascoltato stupefatti le parole pronunciate dall’avv. Pinelli nella sua irrituale conferenza stampa. Dal vice presidente del CSM ci si aspetterebbe maggior equilibrio. Inaccettabili le critiche e le accuse rivolte a chi ha operato prima di lui in un momento storico difficilissimo, con grande senso di responsabilità. L’avv. Pinelli ricopre un ruolo di grande rilevanza, gettare discredito sull’istituzione che rappresenta denota solo una grave mancanza di sensibilità istituzionale”: così in una nota congiunta Debora Serracchiani, responsabile Giustizia nella segreteria nazionale del PD, e i parlamentari dem Alfredo Bazoli e Federico Gianassi, rispettivamente capigruppo PD nelle Commissioni Giustizia di Senato e Camera. Anche l’Anm ha modificato l’ordine del giorno del prossimo Cdc del fine settimana integrandolo con una riflessione sulle parole di Pinelli.