L'audizione
Nordio: cosa ha detto il ministro al Csm
Le parole del Ministro della Giustizia in occasione di un plenum straordinario dell'assemblea, alla presenza del Presidente della Repubblica Mattarella. "Pronti a modificare la Carta, la Costituzione può cambiare"
Giustizia - di Redazione Web
Dopo settimane di intense polemiche, il ministro della Giustizia Carlo Nordio ha cercato di rassicurare i magistrati. E lo ha fatto nella sede più incisiva, davanti a un ‘pubblico’ di spessore. Infatti, il Guardasigilli, si è espresso dinanzi al Consiglio superiore della magistratura (Csm) riunito in plenum straordinario. Presente anche il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. I temi toccati da ministro sono stati la riforma della giustizia e i diversi argomenti oggetto delle discussioni di questi ultimi giorni: il decreto-Cutro, le pagelle ai pm, la separazione delle carriere, le parole del Ministro della Difesa Guido Crosetto.
Nordio al Csm: riforma e collaborazione
Nordio ha affermato che, “la riforma si farà e sarà un processo caratterizzato dalla collaborazione istituzionale. Mai e poi mai vi sarà una soggezione anche minima del pm al potere esecutivo. Anche la Carta può cambiare perché la stella di riferimento della Costituzione non è fissa ma variabile. Essa non è eterna“. La corrente Area ha reso pubblica una nota in risposta alle affermazioni di Crosetto, secondo cui, una parte della magistratura starebbe lavorando in segreto per colpire il governo Meloni.
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Nordio al Csm: la reazione dei magistrati
“È tempo di pagelle per i magistrati. Ci faccia capire la politica: sono da bocciare quelli che in riunioni pubbliche discutono di diritti e garanzie, mentre si devono promuovere solo quelli che, in luoghi riservati, pilotano le nomine dei dirigenti dei più importanti uffici giudiziari?“. Al termine dell’audizione di Nordio, è arrivato il commento delvicepresidente del Csm, Fabio Pinelli: “Sostegno morale e pubblico lo meritano migliaia di magistrati che quotidianamente servono con onore il Paese. Lo ricordi anche la politica. È necessario ripristinare un rapporto di fiducia tra chi fa le regole e chi deve farle rispettare“.