Un altro fronte
Alta tensione nel Mar Rosso, nuovi attacchi USA ai ribelli sciiti Houthi: l’Iran colpisce in Pakistan
Il terzo attacco dal 12 gennaio. La crisi nel Mar Rosso, una rotta percorsa dal 12% delle merci globali e dal 30% dei container
Esteri - di Redazione Web
Ancora alta tensione nel Mar Rosso. L’esercito degli Stati Uniti ha bombardato per la terza volta, dal 12 gennaio, posizioni dei ribelli Houthi in Yemen. Una nuova offensiva in risposta degli attacchi che il gruppo sciita sostenuto dall’Iran sta portando avanti contro le navi cargo in transito nel Mar Rosso. Diverse compagnie internazionali hanno smesso di percorrere la tratta, i costi stanno lievitando. Poco e niente ha risolto la missione a guida Washington per proteggere il tratto.
L’attacco di martedì è stato degli Stati Uniti è scattato poche ore dopo quello degli Houthi a una nave da carico greca che non aveva causato morti né feriti. Ieri un altro attacco con un missile balistico a una nave statunitense. Domenica i ribelli avevano fatto sapere di aver provato a colpire una nave americana. L’attacco di martedì degli USA è stato più circoscritto, puntava a distruggere quattro missili balistici antinave degli Houthi.
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La rotta del Mar Rosso è percorsa da circa il 12% delle merci globali, dal 30% dei container. Compagnie di navigazione hanno bloccato i trasporti o scelto di circumnavigare l’Africa per non esporsi agli attacchi. Gli Houthi, in funzione anti-israeliana e a sostegno di Hamas, dall’inizio della guerra hanno preso di mira soprattutto navi israeliane e portacontainer statunitensi. Il gruppo è sostenuto dall’Iran, hanno preso il potere nel 2014 in Yemen cacciando il governo yemenita internazionalmente riconosciuto e combattuto una lunga guerra con l’Arabia Saudita, sostenuti dall’Iran in una guerra “per procura” che si è riverberata anche in altri scenari negli ultimi anni, mettendo di fronte il ramo sunnita e quello sciita dell’Islam. La guerra ha causato una durissima crisi umanitaria.
Il New York Times ha rivelato che l’amministrazione del Presidente Joe Biden sarebbe intenzionata a definire gli Houthi gruppo “terrorista globale appositamente designato”. La situazione potrebbe portare a una crisi del commercio mondiale, similmente a come era successo con la nave Ever Given incagliata nel canale di Suez nel 2021, con rischi, ritardi, aumenti dei prezzi. Nella prima metà del 2023 sulla rotta del Mar Rosso sono passati ogni giorno circa nove milioni di barili di petrolio e gas naturale liquefatto.
Un nuovo fronte in Pakistan?
Ma dopo il Mar Rosso, Gaza e il Libano, il conflitto che coinvolge ormai gran parte del Medio Oriente rischia di allargarsi ulteriormente. L’Iran ha infatti lanciato missilistici in Pakistan, dove avrebbe avuto come obiettivo le postazioni del gruppo militante sunnita Jaish al-Adl, nella provincia del Balochistan, lungo il confine tra i due stati. Il gruppo opera nella provincia sud-orientale iraniana e ha condotto diversi attacchi in Iran.
Il governo pakistano di Islamabad ha denunciato l’uccisione di due bambini e il ferimento di tre persone, e definito gli attacchi una “violazione non provocata” del suo spazio aereo. La preoccupazione, scrive il ministro degli Esteri pakistano, è che “questo atto illegale abbia avuto luogo nonostante l’esistenza di diversi canali di comunicazione tra Pakistan e Iran”.
L’offensiva in Pakistan farebbe parte di una serie di offensive, compresi gli attacchi condotti in Iraq e Siria, per “vendicare” il doppio attentato suicida nella città di Kerman durante la commemorazione della morte del generale iraniano Qasem Soleimani, che provocò la morte di almeno 84 persone e che è stato rivendicato dallo Stato Islamico.