Telefonata a Biden
Israele-Hamas, Netanyahu non rallenta: “Continueremo la guerra”, e rafforza le operazioni nel sud di Gaza
Israele “continuerà la guerra fino al raggiungimento di tutti i suoi obiettivi”. Parola di Bibi Netanyahu, che nella notte ha avuto un colloquio telefonico col presidente degli Stati Uniti Joe Biden.
I due leader sono tornarti a parlarsi dopo il voto Onu in cui proprio il premier israeliano, come riferito dal suo ufficio, “ha espresso il suo apprezzamento per la posizione degli Stati Uniti nel Consiglio di Sicurezza“, con riferimento alla posizione adottata da Washington per evitare l’adozione di una richiesta vincolante dell’esecutivo Onu per un cessate il fuoco a Gaza.
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Da parte sua Biden, stretto tra richieste sempre più forti “in casa” di fare pressioni sul governo israeliano per una tregua che dia respiro alla popolazione civile palestinesi che dal 7 ottobre scorso è martoriata dai raid dello Stato ebraico, ha spiegato di “non aver chiesto il cessate il fuoco”. presidente Usa ha però messo in evidenza la necessità di proteggere la popolazione civile a Gaza e coloro che sostengono le attività umanitarie, e ha osservato l'”importanza di consentire ai civili di spostarsi in modo sicuro dalle aree dei combattimenti“.
Le operazioni israeliane contro Hamas
Intanto il portavoce delle Forze di difesa israeliane, Daniel Hagari, ha reso noto che l‘esercito israeliano ha ulteriormente ampliato le operazioni nel sud di Gaza, in particolare contro le infrastrutture sotterranee di Hamas. “Fin dal loro ingresso nelle nuove basi di Hamas, le truppe sono impegnate in pesanti battaglie“, ha affermato.
Nell’area di Khan Younis, l’esercito israeliano sta operando “molto intensamente” per smantellare i tunnel del gruppo terroristico palestinese. Finora le forze di terra hanno distrutto o sequestrato circa 30mila armi esplosive, tra cui missili anticarro e RPG, in tutta la Striscia di Gaza.
Le minacce iraniane al Mediterraneo
Secondo quanto riportato da Reuters un comandante delle guardie della rivoluzione iraniana ha affermato che il Mediterraneo potrebbe essere “chiuso” se gli Stati Uniti e i loro alleati continuassero a commettere “crimini” a Gaza. La dichiarazione arriva all’indomani della risoluzione delle Nazioni Unite per gli aiuti nella Striscia di Gaza che però non ha incluso la tregua e dopo le accuse di Israele all’Iran sull’attacco a una nave nell’Oceano Indiano.
“Dovranno aspettarsi presto la chiusura del mar Mediterraneo, dello stretto di Gibilterra e di altri corsi d’acqua”, ha detto Mohammad Reza Naqdi, comandante dei pasdaran citato da Tasnim. L’Iran non ha accesso diretto al Mediterraneo e non è chiaro come potrebbe riuscire a chiuderlo. Naqdi ha parlato di “nascita di nuove potenze di resistenza e chiusura di altre vie d’acqua”. Sulla risoluzione ONU le critiche delle organizzazioni internazionali che chiedono di porre fine ai combattimenti per permettere l’arrivo degli aiuti nella Striscia. La Lega Araba ha criticato come tardiva e inadeguata la risoluzione. Sullo stesso punto è intervenuto con una dichiarazione anche l’ayatollah Ali Khamenei.