Le denunce

Giulia Cecchettin: minacce e deliri complottisti sui social, chi sono le persone querelate dalla famiglia per diffamazione

Le denunce alla Polizia Postale di Mestre. Le accuse più o meno velate alla famiglia, deliri complottisti e farneticazioni social

Cronaca - di Redazione Web

11 Dicembre 2023 alle 11:39

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FOTO DA LAPRESSE + SCREENSHOT
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La famiglia di Giulia Cecchettin ha presentato due querele per diffamazione alla Polizia Postale di Mestre per gli insulti ricevuti sul web. “Chiamarsi fuori, cercare giustificazioni, difendere il patriarcato quando qualcuno ha la forza e la disperazione per chiamarlo col suo nome, trasformare le vittime in bersagli solo perché dicono qualcosa con cui magari non siamo d’accordo, non aiuta ad abbattere le barriere – aveva detto Gino Cecchettin nel suo discorso ai funerali della figlia – Perché da questo tipo di violenza che è solo apparentemente personale e insensata si esce soltanto sentendoci tutti coinvolti. Anche quando sarebbe facile sentirsi assolti”. Gino Cecchettin ha presentato querela per le decine di messaggi di odio rivolti alla figlia uccisa e alla famiglia, Elena Cecchettin ha querelato il consigliere regionale Stefano Valdegamberi che aveva sollevato perplessità e fatto allusione su alcuni comportamenti della famiglia della vittima.

Giulia Cecchettin, 22enne originaria del veneziano era sparita nel nulla nel tardo pomeriggio di sabato 11 novembre. Aveva un appuntamento con il suo ex fidanzato Filippo Turetta. Per una settimana nessuna traccia, fino a quando la mattina di sabato 18 novembre il corpo della ragazza non era stato ritrovato nei pressi del lago di Barcis, in provincia di Pordenone. La ragazza che avrebbe dovuto laurearsi due giorni prima era stata uccisa a coltellate e scaraventata in un vallone. Accusato del femminicidio l’ex fidanzato coetaneo reo confesso Filippo Turetta, arrestato in Germania qualche ora dopo il ritrovamento del cadavere. È detenuto nel carcere di Verona, Montorio. Condivide la cella con un altro detenuto.

Le accuse alla famiglia Cecchettin

La famiglia della 22enne uccisa e ritrovata dopo una settimana ha ricevuto accuse fin dall’inizio. Sono spuntate qua e là accuse più o meno velate sui social: di cercare visibilità, di non provare dolore o di esprimerlo in una maniera sbagliata, di avere addirittura una qualche forma di responsabilità in quello che è successo. Perché la famiglia Cecchettin non si è mai nascosta: in particolare la sorella Elena – che conosceva la situazione relazionale della sorella e il suo ex fidanzato – ha circostanziato il delitto riconducendolo a una questione culturale.

In una lettera al Corriere della Sera aveva parlato di come “un mostro è un’eccezione, una persona esterna alla società, una persona della quale la società non deve prendersi la responsabilità. E invece la responsabilità c’è. I ‘mostri’ non sono malati, sono figli sani del patriarcato, della cultura dello stupro”. Per le sue parole sul patriarcato era stata attaccata, massacrata per il suo trucco, il suo abbigliamento. Si era distinto in particolare Stefano Valdegamberi, consigliere del Veneto, che si è lanciato convintissimo in elucubrazioni farneticanti senza una mezza prova sui social.

“Non condivido affatto la dichiarazione che ha fatto. Mi sembra un messaggio ideologico, costruito ad hoc, pronto per la recita. E poi quella felpa con certi simboli satanici aiuta a capire molto … spero che le indagini facciano chiarezza. Società patriarcale?? Cultura dello stupro?? Qui c’è dell’altro”. Valdegamberi aveva invitato i magistrati a indagare, era stato seguito e appoggiato nei suoi deliri social da altri utenti. Sui social erano spuntati altri personaggi improbabili ad accusare la famiglia per ogni atteggiamento e a sollevare teorie complottiste. Farneticazioni pure.

11 Dicembre 2023

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