La sorella della 22enne uccisa

Valdegamberi da horror, il consigliere veneto attacca Elena Cecchettin: “Recita, fa parte di una setta satanica”

Le dichiarazioni deliranti sui social: "Mi sembra un messaggio ideologico, costruito ad hoc. Società patriarcale?? Cultura dello stupro?? Qui c’è dell’altro". Un intervento della giunta è il minimo che ci si possa aspettare

Cronaca - di Antonio Lamorte

20 Novembre 2023 alle 12:04 - Ultimo agg. 20 Novembre 2023 alle 14:51

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Screenshot da Mediaset e foto LaPresse – Andrea Gilardi 22/1/2017 Venezia VE ITA Cronaca Referendum Autonomia Veneto Nella foto: Valdegamberi Stefano Photo LaPresse – Andrea Gilardi 22/1/2017 Venezia VE ITA News Referendum Autonomia Veneto in the picture: Valdegamberi Stefano
Screenshot da Mediaset e foto LaPresse – Andrea Gilardi 22/1/2017 Venezia VE ITA Cronaca Referendum Autonomia Veneto Nella foto: Valdegamberi Stefano Photo LaPresse – Andrea Gilardi 22/1/2017 Venezia VE ITA News Referendum Autonomia Veneto in the picture: Valdegamberi Stefano

Altro che appelli, proposte legislative e iniziative per sensibilizzare, solidarizzare, formare. Il problema, la questione è molto più grave se un rappresentante delle istituzioni di fronte alle parole sul patriarcato di Elena Cecchettin – la sorella di Giulia, 22enne scomparsa per una settimana e ritrovata in un dirupo, accusato dell’omicidio è l’ex Filippo Turetta arrestato in Germania – si spinge a sollevare dubbi con toni complottisti e analisi deliranti. Il consigliere regionale del Veneto in Veneto Stefano Valdegamberi ha tirato in ballo le sette sataniche, invitato i magistrati a fare chiarezza, pubblicato degli screen dei social della ragazza con una disinvoltura morbosa e non meno preoccupante di quella denunciata dalla stessa nei suoi interventi. “Società patriarcale?? Cultura dello stupro?? Qui c’è dell’altro”. Una decisione in merito da parte della Regione è il minimo che ci si possa aspettare.

Elena Cecchettin aveva dichiarato alla trasmissione andata in onda ieri su Rete4 come l’indagato non sia un mostro quanto più il risultato della società patriarcale, “figlio della cultura dello stupro”. Concetti ribaditi anche in una lettera a Il Corriere della Sera. Cecchettin con la sua famiglia viveva a Vigonovo, in provincia di Venezia. Valdegamberi è un rappresentante della vittima e della sua famiglia. “Ho ascoltato a Dritto e Rovescio le dichiarazioni della sorella di Giulia – ha scritto nel suo post delirante – Posso dire che non solo non mi hanno convinto per la freddezza ed apaticità di fronte a una tragedia così grande ma mi hanno sollevato dubbi e sospetti che spero i Magistrati valutino attentamente. Non condivido affatto la dichiarazione che ha fatto. Mi sembra un messaggio ideologico, costruito ad hoc, pronto per la recita. E poi quella felpa con certi simboli satanici aiuta a capire molto … spero che le indagini facciano chiarezza. Società patriarcale?? Cultura dello stupro?? Qui c’è dell’altro”.

Il delirio di Valdegamberi

E ancora Valdegamberi insiste: “Fossi un Magistrato partirei da questa intervista la quale dice molto … e non aggiungo altro. Basta andare a vedere i suoi social e i dubbi diventano certezze.  Il tentativo di quasi giustificare l’omicida dando la responsabilità alla ‘società patriarcale’. Più che società patriarcale dovremmo parlare di società satanista, cara ragazza. Sembra una che recita una parte di un qualcosa predeterminato e precostituito. Forme mi sbaglio ed è solo la mia suggestione. (le foto che pubblico sono tratte dal profilo Facebook della sorella intervistata e sono molto significative)”.

Potrebbe finire qui, e sarebbe già tutto inguardabile, inaccettabile. E invece no. Il consigliere si spinge oltre, nei commenti in cui aveva scatenato reazioni già molto grottesche. Valdegamberi ha pubblicato foto dai social della ragazza, scatti dal gusto gotico e dark, niente di assurdo, niente fuori dal mondo. E ha sollevato dubbi. “Parla così di fronte alla morte una frequentatrice di centri sociali e delle bestie di satana? Spero che la Magistratura prenda in considerazione questi elementi non insignificanti. Excusatio non petita accusatio manifesta dicevano gli antichi”. Il consigliere ha definito l’intervista della ragazza come “troppo teatrale e preconfezionata sta roba”. E ancora: “A quanto pare fa parte di una setta satanica e le immagini di violenza che appaiono sul suo profilo sono eloquenti” e “una che indossa simboli satanici, va a spasso per cimiteri di notte, pubblica immagini di violenza … qualche sospetto lo fa avere”.

Deduzioni tratte da scatti dal gusto gotico e dark pubblicati sui social, da screenshot da film, da post scritti in uno stile creativo, da una felpa. Superflui altri commenti o analisi o considerazioni in merito.

Chi è Stefano Valdegamberi

Stefano Valdegamberi è nato nel 1970, è laureato in Economia e Commercio. Radici democristiane. È stato sindaco di Badia Calavena, in provincia di Verona, assessore della comunità montana della Lessinia e presidente della società Covigas. È stato eletto alla Regione nelle liste dell’UDC, è stato assessore al personale e al patrimonio, enti locali e comunità montane. È stato rieletto nel 2010, ha presentato un disegno di legge per indire un referendum sull’indipendenza del Veneto, ha lasciato l’UDC e ha costituito il partito Futuro Popolare. È stato rieletto nel 2020, è risultato il consigliere regionale più votato nella Lista Zaia Presidente. Al momento è Presidente del Gruppo Misto.

“Ho avuto modo solo in questo momento di leggere quanto scritto dal consigliere regionale Stefano Valdegamberi, nelle sue pagine social. Sono parole dalle quali mi dissocio totalmente, nei concetti espressi e nelle modalità”, ha detto il governatore Zaia. La Lega ha chiarito che il consigliere non è mai stati iscritto al partito. L’inchiesta di Occrp, un portale internazionale di giornalismo investigativo, pubblicata in Italia da Irpi Media sosteneva che Valdegamberi abbia legami diretti con il Cremlino. A Il Foglio il consigliere ha respinto le accuse parlando di fake news. È uno strenuo oppositore del suicidio assistito. È cultore della storia e cultura locale, in particolare della minoranza linguistica germanofona ‘cimbra’. Al suo attivo diversi articoli e pubblicazioni sulla cultura locale, tra i quali I nomi raccontano la storia e De decimis novalibus.

20 Novembre 2023

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