La pace sfuma sempre di più

Cessate il fuoco a Gaza, è scontro tra Onu e Stati Uniti

Il segretario generale delle Nazioni unite avverte: “Situazione al collasso, serve subito la tregua”. Ma Israele e Usa rispondono di no. E Bibi allontana la pace: “A Gaza non governerà mai l’Anp”

Esteri - di Umberto De Giovannangeli

9 Dicembre 2023 alle 11:00

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Il segretario generale Onu Antonio Guterres
Il segretario generale Onu Antonio Guterres

La guerra di Gaza irrompe al Palazzo di vetro. Guterres/1: siamo a un punto di rottura

“Negli ultimi due mesi, un incubo umanitario ha travolto la popolazione di Gaza. Ho scritto al Consiglio di Sicurezza invocando l’articolo 99 perché siamo a un punto di rottura, esiste il rischio elevato di un collasso totale del sistema di sostegno umanitario a Gaza, che avrebbe conseguenze devastanti”.

Lo ha detto il segretario generale Antonio Guterres, affermando che “la situazione sta semplicemente diventando insostenibile”. “Ciò comporterebbe un completo collasso dell’ordine pubblico e una maggiore pressione per lo sfollamento di massa in Egitto – ha aggiunto -. Temo che le conseguenze potrebbero essere devastanti per la sicurezza dell’intera regione”. Guterres chiede un “cessate il fuoco umanitario” per evitare “una catastrofe con implicazioni potenzialmente irreversibili per i palestinesi” e per l’intero Medio Oriente.

Guterres:/2 “Cessate il fuoco sia immediato, il mondo e la storia ci guardano”

Il segretario generale delle Nazioni Unite ha chiesto un “cessate il fuoco immediato” per la guerra tra Israele e Hamas, aggiungendo che “gli occhi del mondo e gli occhi della storia guardano. È tempo di agire”, ha affermato Guterres intervenendo al Consiglio di sicurezza dell’Onu riunito per votare una risoluzione sul cessate il fuoco.

“La gente di Gaza sta guardando nell’abisso. La comunità internazionale deve fare tutto il possibile per porre fine a questa dura realtà”, ha proseguito Guterres. Rivolgendosi al Consiglio di sicurezza dell’Onu ha poi chiesto di “non risparmiare alcuno sforzo per ottenere un cessate il fuoco umanitario immediato per la protezione dei civili e per la consegna urgente di aiuti salvavita”.

«La brutalità perpetrata da Hamas non potrà mai giustificare la punizione collettiva del popolo palestinese», ha aggiunto il numero uno del Palazzo di vetro. «Siamo tutti consapevoli che Israele ha iniziato la sua operazione militare in risposta ai brutali attacchi terroristici di Hamas del 7 ottobre», ha ricordato allo stesso tempo, condannando «senza riserve questi attacchi» e dicendosi «sconvolto dalle notizie di violenza sessuale».

Usa all’Onu: non sosteniamo il cessate il fuoco immediato

«Mentre gli Stati Uniti sostengono fermamente una pace duratura, in cui sia israeliani che palestinesi possano vivere in pace e sicurezza, non sosteniamo le richieste per un cessate il fuoco immediato». Lo ha detto l’ambasciatore americano all’Onu Robert Wood durante la riunione del Consiglio di Sicurezza, assicurando che gli Usa faranno «il possibile per liberare tutti gli altri ostaggi».

«Ciò non farebbe altro che gettare i semi per la prossima guerra, perché Hamas non ha alcun desiderio di vedere una pace duratura e una soluzione a due Stati», ha aggiunto.

Israele all’Onu respinge richiesta cessate il fuoco

L’ambasciatore di Israele presso le Nazioni Unite, Gilad Erdan, intervenendo alla riunione del Consiglio di Sicurezza ha respinto la richiesta di un cessate il fuoco e ha accusato il segretario Onu Antonio Guterres di usare due pesi e due misure con la decisione di invocare l’articolo 99 della Carta delle Nazioni unite per avvertire che la guerra nella Striscia può «minacciare il mantenimento della pace e della sicurezza internazionale».

«La guerra in Ucraina non è forse una minaccia alla pace e alla sicurezza internazionale?», ha detto Erdan. «La vera strada per garantire la pace è solo quella di sostenere la missione di Israele – assolutamente non quella di chiedere un cessate il fuoco», ha affermato il rappresentante israeliano.

L’ambasciatore palestinese all’Onu: ci sono 2 milioni di ostaggi a Gaza

“Abbiamo 2 milioni di ostaggi nella Striscia di Gaza, i nostri civili sono stati attaccati ripetutamente”. Lo ha detto l’ambasciatore palestinese all’Onu Riyad Mansour durante la riunione del Consiglio di Sicurezza. “Quello che accade in Palestina determinerà il futuro della regione per generazioni. È il momento dell’azione e del coraggio”, ha aggiunto.

Ministri arabi in Usa, cessate il fuoco immediato a Gaza

Un gruppo di ministri degli Esteri di Paesi arabi a Washington ha rivolto un appello agli Stati Uniti di premere per un “cessate il fuoco immediato” a Gaza. “Il nostro messaggio è che crediamo che sia assolutamente necessario porre fine subito ai combattimenti”, ha detto il ministro degli Esteri saudita, il principe Faisal bin Farhane, a nome di tutto il gruppo.

Msf, inazione CdS Onu lo rende “complice massacro” Gaza

L’inazione del Consiglio di Sicurezza Onu «lo rende complice del massacro» in atto a Gaza. Lo denuncia la Ong Medici Senza Frontiere (Msf), in una nota. «Oggi (ieri notte per chi legge, ndr) il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite deve chiedere un cessate il fuoco immediato e duraturo per mettere fine all’assedio e garantire aiuti illimitati a tutta la Striscia di Gaza», è il monito contenuto in un comunicato della Ong, i cui team dalla fine della tregua, durata 7 giorni, «stanno assistendo a una ripresa delle uccisioni indiscriminate e degli sfollamenti forzati su scala e intensità sconcertanti».

Hamas: “Da inizio guerra 17.487 vittime”

È arrivato a 17.487 vittime il bilancio della guerra nella Striscia di Gaza, scoppiata il 7 ottobre in seguito all’attacco di Hamas ai kibbutz del Sud di Israele. I dati sono quelli del ministero della Sanità di Gaza, governata dalla stessa Hamas. Solo ieri, il bilancio era di 17.177. Altre 46.480 persone sono rimaste ferite, come ha riferito il portavoce del dicastero, Ashraf al-Qudra, citato da al-Jazeera.

Gli Usa al lavoro con l’Anp sul futuro della Striscia

Nei contatti con l’amministrazione Biden sulla futura gestione di Gaza, il premier palestinese Mohammed Shtayeh ha detto che l’Autorità nazionale palestinese potrebbe partecipare a un «nuovo meccanismo, assieme con la comunità internazionale». In quel contesto – scrive Bloomberg, citando un alto funzionario palestinese – Shtayeh non ha escluso in principio una partecipazione, in forma subalterna, di Hamas.

Netanyahu: «Anp non è soluzione per futuro Gaza»

«L’Autorità nazionale palestinese non è la soluzione» per il futuro della Striscia di Gaza dopo la guerra con Israele. Lo ha ribadito il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, che così ha commentato le parole del premier dell’Anp Mohammad Shtayyeh che si era detto disponibile a governare Gaza insieme ad Hamas come «partner minore».

«Non ci sarà più Hamas, lo sradicheremo», ha sottolineato Netanyahu. “Il fatto stesso che l’Autorità Palestinese abbia fatto una proposta simile non fa che rafforzare la mia convinzione: l’Autorità Palestinese non è la soluzione’’, ha aggiunto il premier israeliano.

Fonti Ue: nuovo villaggio a Gerusalemme Est è provocazione

«Il nuovo insediamento ebraico noto come `Basso Acquedotto´ a Gerusalemme est è una provocazione da parte d’Israele perché autorizzato in piena guerra: l’Ue ha sempre denunciato gli insediamenti in Cisgiordania come illegali e contrari al diritto internazionale». Lo ha detto un alto funzionario europeo alla vigilia del Consiglio Affari Esteri. «In Cisgiordania – prosegue – vi sono delle violenza da parte dei coloni e l’Idf non sta facendo abbastanza per garantire la sicurezza e lo abbiamo fatto presente a Tel Aviv, vediamo quale sarà la risposta».

9 Dicembre 2023

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