Il conflitto
Guerra Israele-Hamas, Onu invoca l’articolo 99 per il cessate il fuoco: assedio finale a Khan Younis
Esteri - di Redazione
Da un lato le richieste dell’Onu e dell’Europa di un cessate il fuoco, dall’altro l’offensiva sempre più dura e brutale dell’IDF, le forze di difesa israeliane, nel sud della Striscia di Gaza.
Sono due fronti incompatibili quelli del dialogo internazionale per impedire che la strage di civili in corso a Gaza prosegua. Mentre il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres invoca l’articolo 99 della Carta delle Nazioni Unite, allertando il Consiglio di Sicurezza sulla situazione umanitaria a Gaza e sollecitando l’organismo a promuovere un cessate il fuoco, l’esercito israeliano invece annuncia di aver circondato la città di Khan Younis, lì dove dall’inizio del conflitto si erano rifugiati dal nord della Striscia i palestinesi in fuga da Gaza City.
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Guterres invoca articolo 99 della Carta Onu
La notizia più importante dal fronte diplomatico è certamente la mossa senza precedenti di Antonio Guterres, il segretario generale dell’Onu che ha invocato l’articolo 99 in una lettera al Consiglio di Sicurezza, lo strumento diplomatico più potente che ha a disposizione per portare all’attenzione qualsiasi questione che, a suo avviso, possa minacciare il mantenimento della pace e della sicurezza internazionale.
“Ho appena invocato l’articolo 99 della Carta delle Nazioni Unite, per la prima volta nel mio mandato di segretario generale – afferma Guterres in un post su ‘X’ – Di fronte al grave rischio di collasso del sistema umanitario a Gaza, esorto il Consiglio a contribuire a evitare una catastrofe umanitaria e faccio appello affinché venga dichiarato un cessate il fuoco umanitario“.
C0s’è l’articolo 99 della Carta Onu
“Il segretario generale – si legge nell’articolo 99 – può portare all’attenzione del Consiglio di Sicurezza qualsiasi questione che, a suo avviso, possa minacciare il mantenimento della pace e della sicurezza internazionale“, recita l’articolo citato da Guterres.
Israele chiede le dimissioni di Guterres
La mossa di Guterres ha fatto infuriare Israele. Il ministro degli Esteri Eli Cohen ha sottolineato che la linea tenuta dal segretario generale Onu “è un pericolo per la pace mondiale”, una decisione che “rappresenta un sostegno all’organizzazione terroristica di Hamas e un endorsement all’uccisione di anziani, al rapimento di bambini e allo stupro di donne. Chiunque sostenga la pace nel mondo deve essere a favore della liberazione di Gaza da Hamas”.
Ancora più duro il commento di Gilad Erdan, ambasciatore d’Israele all’Onu, che ha apertamente chiesto le dimissioni di Guterres. “Il segretario generale ha toccato un nuovo record negativo morale. Ha deciso di attivare questa clausola rarissima solo perché gli consente di mettere pressione a Israele, che sta combattendo i naziterroristi di Hamas. È un’ulteriore prova che della deviazione morale del segretario generale e dei suoi pregiudizi verso Israele“, afferma.
Quindi Erdan è tornato a chiedere “le dimissioni di immediate del segretario generale. L’Onu ha bisogno di un segretario generale che appoggi al guerra al terrorismo. Non di un segretario generale che agisce secondo il copione scritto da Hamas”.
L’Europa al fianco di Guterres
Ma il fronte favorevole ad un cessate il fuoco trova, oltre a Guterres, il sostegno dell’Unione Europea. Parole nette arrivano infatti da Josep Borrell, l’Alto Rappresentante per la politica estera e di sicurezza dell’Ue.
“Chiedo ai membri dell’Unione Europea nel Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite e ai partner con lo stesso orientamento di sostenere l’appello del Segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres. Il Consiglio di Sicurezza deve agire immediatamente per evitare il totale collasso della situazione umanitaria a Gaza“, ha scritto su X Borrell.
L’assedio israeliano a Khan Yunis
Se sul fronte diplomatico si assiste allo scontro senza precedenti tra Onu e governo di Tel Aviv, sul fronte di guerra l’IDF israeliano ha dichiarato circondata la città di Khan Younis, la più grande nel sud della Striscia di Gaza e già al collasso per il numero di sfollati che sta ospitando da settimane.
Inoltre l’IDF ha circondato “la casa di Yajya Sinwar“, il leader di Hamas nella Striscia di Gaza. “È solo questione di tempo prima di prenderlo“, ha affermato il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu commentando l’accerchiamento. “La sua casa non è la sua fortezza, e può fuggire, ma è solo questione di tempo prima che lo prendiamo“, ha aggiunto il leader dello Stato ebraico.