La denuncia dell'Onu
L’Onu denuncia crimini di guerra a Gaza: “La più grande strage di bimbi”
Sale il bilancio delle vittime nella Striscia di Gaza: «Secondo il Ministero della Salute di Gaza, dal 7 ottobre sarebbero state uccise 10.000 persone. 10.000 persone in un mese. Questo sfida l’umanità».
Esteri - di Umberto De Giovannangeli
Guterres/1: «A Gaza il numero di bambini morti supera qualunque guerra»
Il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres ha paragonato il numero di bambini uccisi a Gaza con il bilancio dei conflitti nel mondo di cui dà conto ogni anno al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. «Ogni anno, il numero più alto di uccisioni di bambini da parte di qualsiasi attore in tutti i conflitti a cui assistiamo è al massimo di centinaia», ha detto Guterres a Reuters Next.
«In pochi giorni a Gaza abbiamo migliaia e migliaia di bambini uccisi, il che significa che c’è anche qualcosa di chiaramente sbagliato nel modo in cui vengono condotte le operazioni militari», ha sottolineato. «Ci sono violazioni da parte di Hamas quando usa scudi umani. Ma quando si guarda il numero di civili che sono stati uccisi durante le operazioni militari, c’è qualcosa che è chiaramente sbagliato», ha continuato il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres.
«È anche importante far capire a Israele – ha aggiunto – che è contro i suoi interessi vedere ogni giorno la terribile immagine dei drammatici bisogni umanitari del popolo palestinese. Ciò non aiuta Israele in relazione all’opinione pubblica globale».
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Onu: “Le case di Gaza distrutte sistematicamente, è un crimine contro l’umanità”
Il bombardamento diffuso e sistematico delle abitazioni e delle infrastrutture civili a Gaza costituisce un crimine di guerra e un crimine contro l’umanità. Lo afferma Balakrishnan Rajagopal, relatore speciale delle Nazioni Unite per il diritto all’alloggio, sottolineando che circa il 50% di tutte le unità abitative sono state distrutte o danneggiate durante i raid israeliani durati un mese.
“Condurre le ostilità con la consapevolezza che distruggeranno e danneggeranno sistematicamente abitazioni e infrastrutture civili – rendendo un’intera città come Gaza City inabitabile per i civili – è un crimine di guerra”, ha affermato Rajagopal. Quando tali atti sono “diretti contro una popolazione civile, costituiscono anche crimini contro l’umanità”, ha sottolineato.
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Autorità Gaza, già 10.500 morti, 4.300 bambini
Sale ancora il bilancio delle vittime nella Striscia di Gaza a seguito dell’operazione militare israeliana nell’enclave palestinese. Secondo il locale ministero della Sanità sinora sono morte 10mila e 569 persone, tra cui 4mila e 324 bambini. Lo riporta Al Jazeera. «Secondo il Ministero della Salute di Gaza, dal 7 ottobre sarebbero state uccise 10.000 persone. 10.000 persone in un mese. Questo sfida l’umanità».
Lo ha detto il capo degli affari umanitari dell’Onu Martin Griffiths. Il quale ha ricordato che mentre era a Gerusalemme la settimana scorsa ha parlato con Suhail, un avvocato di Gaza, che ha perso 20 familiari stretti: «Gli ho parlato al telefono mentre mi ha detto i loro nomi, mi ha detto `li ho seppelliti con le mie mani´. Quando è troppo è troppo». Intanto sale a 92 il numero di operatori delle Nazioni Unite rimasti uccisi nel corso della guerra tra Israele e Hamas iniziata lo scorso 7 ottobre. Lo ha detto il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres.
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Oms, a Gaza 108 attacchi a strutture ospedaliere
Sono 108 gli attacchi alle strutture sanitarie a Gaza dal 7 ottobre che l’Organizzazione Mondiale della Sanità afferma di aver documentato. Lo riporta Haaretz. “Gli attacchi hanno provocato 512 morti, 654 feriti, danni a 39 strutture e colpito 36 ambulanze”, ha aggiunto l’Oms.
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Socialisti Ue: “Israele ha imposto castigo collettivo a Gaza”
“Il nostro appoggio e la nostra solidarietà a Israele non devono portarci a chiudere gli occhi di fronte al castigo collettivo imposto ai due milioni di abitanti di Gaza. Non devono portarci a essere impassibili di fronte al fatto che non hanno cibo, acqua o energia”. Lo ha detto la presidente del gruppo S&D all’Eurocamera Iratxe Garcia Perez.
“Bombardare ospedali, attaccare campi di rifugiati, distruggere scuole, obbligare la popolazione a bere dell’acqua salata non è legittima difesa. Netanyahu mantiene un assedio che non distingue civili innocenti e colpevoli, lui non ha il diritto di rendere disumano un popolo”, ha sottolineato Garcia Perez spiegando che l’Ue “non può limitarsi alla preoccupazione, ha l’obbligo morale di agire per la liberazione degli ostaggi e porre fine all’assedio”.
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Casa Bianca: «A Gaza né Hamas né Israele»
«Sappiamo cosa non vogliamo vedere a Gaza dopo il conflitto. Non vogliamo vedere Hamas al comando. Non vogliamo vedere una rioccupazione da parte di Israele. Ma quello che vedremo, quello che vogliamo vedere, penso che lo stiamo ancora scoprendo. Dovremo avere conversazioni diplomatiche con la gente della regione per risolvere questo problema».
Lo ha detto alla Cnn il portavoce del Consiglio di Sicurezza nazionale, John Kirby, che ha aggiunto: “Sarebbe un errore per Israele cercare di rioccupare Gaza. Ci dovrà essere una soluzione diversa, un diverso insieme di governance e principi di governo, e dovremo lavorare insieme ai nostri partner per capirlo”.
«Innanzitutto Gaza non può essere un rifugio per i terroristi e non può essere governata dalle organizzazioni terroristiche. Ci deve essere un’unica autorità palestinese. Non ci deve essere alcuna presenza di lungo termine di Israele per la sicurezza di Gaza, il territorio di Gaza non può essere amputato o ridotto. Allo stesso tempo non ci può essere uno sfollamento forzato» dei palestinesi. Lo ha detto la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen parlando all’Eurocamera di quelle che considera le sue priorità per un piano politico successivo alla guerra in Medio Oriente.
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Ministro Israele: “Non escluso ripristino colonie a Gaza”
Il ministro dell’Istruzione israeliano Yoav Kisch non ha escluso che Israele possa ricostruire insediamenti ebraici nella Striscia di Gaza, quasi vent’anni dopo il ritiro dall’enclave palestinese. In un’intervista con la radio dell’esercito, il deputato del Likud, molto vicino al premier Netanyahu, ha sottolineato che non esclude “nessuna decisione” e che “non esiste lo status quo e nulla è sacro”. Israele, ha proseguito, può “certamente ripristinare gli insediamenti e ridisegnare i confini”, tutto ciò che è necessario affinché “sia chiaro che non vi è alcuna minaccia contro Israele proveniente dalla Striscia di Gaza”.