La prima con polemica
‘Don Carlo’ a La Scala, dopo l’inno di Mameli l’urlo: “Viva l’Italia antifascista”
La reazione di Matteo Salvini: "Qui qualcuno ha dei problemi"
Politica - di Redazione Web
È stata una serata inusuale La Prima della Scala, che quest’anno ha aperto La stagione con Don Carlo diretto da Riccardo Chailly. Inusuale per La presenza nel palco reale, dove solitamente siede il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che non ha potuto presenziare, della senatrice a vita Liliana Segre, accomodata accanto al sindaco Giuseppe Sala, e vicino al presidente del Senato Ignazio La Russa. Inusuale per le urla partite dal loggione, ‘No al fascismo‘ prima dell’inno di Mameli e ‘Viva l’Italia antifascista‘ dopo. Inusuale per il malore del basso Michele Pertusi che, nonostante i problemi di voce, ha continuato a esibirsi. Inusuale per il no, annunciato ieri, dei rappresentanti di Cgil e Anpi della Scala a un saluto istituzionale con La Russa, che questa sera non è sceso, come solitamente avviene, nei camerini per salutare gli artisti.
La Prima al teatro La Scala di Milano
Sono andati solamente il sindaco e il sovrintendente Dominique Meyer insieme al ministro Gennaro Sangiuliano e il sottosegretario Gianmarco Mazzi a complimentarsi con il maestro Chailly. Che qualche tensione fosse nell’aria si è capito ieri, quando è andato avanti tutto il giorno un tira e molla sui posti nel palco reale, che si è concluso appunto con La decisione di mettere al posto d’onore Liliana Segre. Una scelta che ha messo tutti d’accordo, dal sottosegretario Mazzi che ha parlato di un atto “più che doveroso” alla ministra delle Riforme Maria Elisabetta Casellati che considera “l’amica” Segre “un esempio“. La senatrice a vita ha evitato ogni polemica. “Gentilmente il sindaco e La Russa mi hanno chiesto di venire nel palco reale” ha detto glissando sul rimpallo di sistemazioni ipotizzati (prima palco, poi platea, alla fine palco reale).
Perché le polemiche alla Prima al Teatro La Scala
“Mi manca Mattarella. Mi invitava sempre nel palco reale durante gli intervalli. Io non ho fratelli né sorelle ma gli voglio bene come a un fratello“, ha aggiunto. E come il Capo dello Stato, Segre ha ricevuto un applauso al suo ingresso da parte del pubblico. “Se uno viene alla Scala ad urlare o agli ambrogino a fischiare ha un problema – ha commentato il vicepremier Matteo Salvini – Alla Scala si viene per ascoltare, non per urlare“. Commento simile a quello del governatore lombardo Attilio Fontana: “Vince La musica, vince La Scala. Solo polemicucce“. Il presidente Mediaset Fedele Confalonieri è stato convinto che “quando il potere ce l’ha La sinistra, nessuno contesta“.
Il ‘Don Carlo’ è piaciuto?
“In un tempio della cultura cosi prestigioso come La Scala, mi auguro davvero che nessuno si sia sentito offeso dal grido viva l’Italia antifascista” ha invece ironizzato Nicola Fratoianni di Alleanza Verdi Sinistra. “Non l’ho sentito” ha detto invece La Russa, che negli intervalli è rimasto nel palco reale dove ha fra l’altro chiacchierato con Liliana Segre e dove è passato a salutare il regista Pedro Almodovar con Louis Garrel. “La musica ha spazzato le polemiche” secondo Geronimo La Russa. Musica “bellissima” secondo Liliana Segre, che ha ricordato la sua passione per la musica iniziata andando da giovane in loggione e man mano scendendo. Fino ad essere protagonista, forse suo malgrado, nel palco reale.