Mattanza di Stato
Suicidio nel carcere di Parma, detenuto 47enne si è tolto la vita
L'uomo era di origini ivoriane. In passato aveva già compiuto atti di autolesionismo. Sono 63 i suicidi avvenuti in cella dall'inizio dell'anno. Solo nel mese di novembre quattro reclusi hanno deciso di togliersi la vita. Di questi, due - nel giro di dieci giorni - l'hanno fatto nel carcere veronese di Montorio
Cronaca - di Andrea Aversa
Ancora un suicidio avvenuto nelle carceri italiane. È il quarto dall’inizio del mese di novembre (di cui due avvenuti in dieci giorni nello stesso penitenziario), il terzo negli ultimi 13 giorni, il 63esimo del 2023. La mattanza di Stato non ha fine e prosegue senza sosta, tra l’indifferenza delle istituzioni. A togliersi la vita, impiccandosi, è stato un uomo di 47 anni, originario della Costa d’Avorio. Secondo quanto appreso da l’Unità, la vittima era detenuta dal 2020. Nel 2026 avrebbe finito di scontare la sua pena.
Suicidio nel carcere di Parma
Negli ultimi mesi, il 47enne, ha avuto diversi trasferimenti per motivi di sicurezza. L’ultimo, disposto un mese fa, lo ha portato nel carcere di Parma. E proprio il penitenziario dell’Emilia Romagna è stato la sua tomba. La vittima aveva manifestato già in passato alcune problematiche. Più di una volta, infatti, ha avuto comportamenti autolesionisti. Per le carceri italiane, la strage di novembre ha avuto inizio nei primi giorni del mese.
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Suicidi in carcere in Italia nel 2023
Era lo scorso 2 novembre quando abbiamo pubblicato la notizia del suicidio di Luciano. Il 55enne e padre di famiglia, detenuto nel penitenziario di Santa Maria Capua Vetere, si è tolto la vita nel reparto psichiatrico dell’ospedale di Sessa Aurunca, in provincia di Caserta. Luciano ci aveva provato il giorno prima ma il pronto intervento degli agenti della penitenziaria aveva evitato il peggio. Purtroppo il tragico epilogo è stato solo rimandato.
Suicidi in carcere: i detenuti che si sono tolti la vita a novembre
L’11 novembre, invece, c’è stato il caso più controverso. Un detenuto di origini afgane ma con cittadinanza austriaca (perché in possesso dello status di rifugiato politico), si è tolto la vita nel carcere di Verona, impiccandosi. All’inizio, secondo una nota diramata dal Sindacato della Polizia Penitenziaria (Sappe), era stato comunicato che il detenuto fosse stato salvato dall’intervento degli agenti. In realtà, hanno scoperto gli attivisti dell’associazione Sbarre di Zucchero, il recluso era deceduto due giorni prima.
Suicidi in carcere: le verità nascoste
Abbiamo contattato anche i vertici del sindacato per chiedere una conferma o una smentita dei fatti, o quantomeno per pubblicare una loro versione: non abbiamo avuto risposta. Così come risposte continua a non darne l’amministrazione del carcere veronese di Montorio. È evidente che da quelle parti il silenzio vince sulla verità. Ed eccoci al secondo caso di suicidio accaduto in quella struttura e che risale a soli 4 giorni fa: questa volta a togliersi la vita è stato un giovane 25enne, italiano d’adozione.