Malagiustizia

Per Mizzon nessuna risposta, anche dal carcere di Verona il silenzio è meglio di verità e giustizia

Così come per Marco Di Lauro detenuto a Sassari, anche per Cristian Mizzon abbiamo provato a contattare (via mail e via Pec) sia il Garante per i diritti dei detenuti del Veneto, che la Direttrice del penitenziario di Montorio. In entrambi i casi il risultato è stato lo stesso: mutismo assoluto. Non è stato possibile ottenere, né informazioni sulle condizioni di salute del primo, né sul decesso del secondo

Giustizia - di Andrea Aversa

2 Settembre 2023 alle 14:07 - Ultimo agg. 2 Settembre 2023 alle 14:12

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Cristian Mizzon morto in carcere a Verona

È stato trovato senza vita all’interno della sua cella. Probabilmente Cristian Mizzon è deceduto a causa di un’overdose di psicofarmaci. L’ennesimo omicidio di Stato avvenuto nelle carceri italiane è avvenuto il mercoledì precedente allo scorso ferragosto. Eppure la notizia è stata resa pubblica soltanto la domenica successiva. Quattro giorni per comunicare il decesso di una persona in custodia delle istituzioni. Eppure lo abbiamo saputo non per una nota ufficiale diramata dal penitenziario di Montorio a Verona ma grazie al lavoro certosino dell’associazione ‘Sbarre di zucchero‘ e all’informazione fornita da Radio Carcere.

Cristian Mizzon morto nel carcere di Verona

Mizzon forse aveva dei problemi di dipendenza. Era finito in carcere per aver rubato dentro un supermercato. Era solo, senza i genitori e senza alcun rapporto con le sorelle. La sua famiglia era rappresentata dagli ultras del Verona. E solo è morto. Pare che la notte prima di perdere la vita (molto forte l’ipotesi del suicidio), Mizzon si sia fatto la doccia, la barba e si sia ben vestito. Nella sua cella sono stati trovati una grande quantità di farmaci.

I fatti

Il carcere di Montorio non è nuovo a tali fatti di cronaca. Tra quelle mura si è tolta la vita Donatella Hodo. Eppure dall’amministrazione del penitenziario non abbiamo ricevuto nessuna risposta alle nostre domande. Abbiamo inviato una mail e una pec, rispettivamente, alla Direttrice del carcere Francesca Gioieni e al Garante per i diritti dei detenuti della Regione Veneto, l’avvocato Mario Caramel. In entrambi i casi, così come per Marco Di Lauro, abbiamo ottenuto soltanto una risposta: un silenzio assordante. Pare che per la malagiustizia italiana sia meglio questo che ottenere veritàgiustizia.

2 Settembre 2023

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