Annunciato l'attacco finale

L’Onu condanna la strage di civili: “Basta bombe su Gaza, situazione inaccettabile”

Il primo ministro dell'Anp ha chiesto alla Corte penale internazionale (Cpi) di “perseguire il governo israeliano per i crimini commessi a Gaza” e spiccare “mandati di arresto per i responsabili” di questi crimini.

Esteri - di Umberto De Giovannangeli

7 Novembre 2023 alle 12:30

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Bombardamenti su Gaza
Bombardamenti su Gaza

Il portavoce del Pentagono conferma che a Gaza sono morti migliaia di civili. E il ministero della Salute a Gaza, gestito da Hamas, ha annunciato che il bilancio nella Striscia è di oltre 10mila morti. “In media un bambino viene ucciso e due restano feriti ogni dieci minuti, durante la guerra. Proteggere i civili durante un conflitto non è un’aspirazione o un ideale: è un obbligo e un impegno con la nostra umanità condivisa. I civili, ovunque siano, devono essere protetti. #NotATarget (Non è un obiettivo)”: lo scrive su X l’Unrwa, l’agenzia Onu per i rifugiati palestinesi.

*Uccisi 88 operatori Onu dall’inizio della guerra
Sono 88 gli operatori dell’Agenzia Onu per i rifugiati palestinesi (Unrwa) rimasti uccisi nella Striscia di Gaza dall’inizio del conflitto tra Israele e Hamas, il 7 ottobre scorso. Lo ha detto ieri il direttore delle comunicazioni dell’Unrwa, Juliette Touma, in un’intervista rilasciata all’emittente turca Trt World. Si tratta di “medici, insegnanti, ingegneri, personale di sostegno, molti dei quali uccisi con i propri familiari, molti nelle loro case” ha precisato.

Idf: “In 48 ore attacco finale a Gaza City”
L’esercito di Israele (Idf) stima che le forze nella Striscia di Gaza circonderanno completamente Gaza City entro 48 ore e inizieranno poi i combattimenti all’interno della città. Lo riporta Haaretz, aggiungendo che l’obiettivo per l’Idf sarà quello di raggiungere gli operativi di Hamas che sono stati spinti in città e di distruggere i tunnel e le istituzioni militari e civili del gruppo.

L’Idf ritiene che sia possibile raggiungere l’obiettivo di distruggere Hamas ma che ciò richiederà un lungo periodo di tempo, da alcuni mesi a un anno, o anche di più. L’Idf ha osservato anche che per liberare l’area dai miliziani è necessario agire in modo approfondito e relativamente lento. Secondo quanto riferito dall’esercito israeliano – riporta ancora Haaretz – in questa fase l’Idf si asterrà dall’entrare nei tunnel, partendo dal presupposto che siano dotati di trappole esplosive e in alcuni casi, se l’intelligence lo ritiene opportuno, l’aviazione colpirà il tunnel dall’alto neutralizzando chiunque si trovi all’interno.

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Esercito di Israele: “Pronti alla guerra d’inverno a Gaza”
L’esercito israeliano è pronto a continuare a combattere durante l’inverno e ha già avviato un ampio processo per equipaggiare le truppe con speciali attrezzature. Secondo quanto riferito dal Jerusalem Post, sono già state distribuite 129mila giacche invernali e 369mila piccole borse termiche usa e getta. Tranne che nel caso della guerra d’indipendenza nel 1948-’49, i militari israeliani non hanno esperienza di conflitti in inverno.

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Borrell: “Sradicare Hamas da Gaza non risolve il problema”
“Non c’è una soluzione militare al conflitto, senza una strategia politica, nessuno vincerà una battaglia contro il terrorismo. Anche se Hamas sarà eradicata a Gaza non risolverà il problema di Gaza. Per non parlare della Cisgiordania. Le reazioni eccessive sono sempre comprensibili ma mai efficaci”. Lo ha dichiarato l’Alto rappresentante dell’Ue per la Politica estera, Josep Borrell, nel suo discorso alla Conferenza degli ambasciatori dell’Ue.

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Hamas: “Non accetteremo un governo Vichy a Gaza”
“A quelli che pensano che Hamas scomparirà, Hamas resterà ancorato nella coscienza del nostro popolo e nessuna forza sulla terra potrà annientarlo o marginalizzarlo”. Ad affermarlo è Osama Hamdan, il capo dell’ufficio politico di Hamas in Libano, nel corso di una conferenza stampa.

“Il nostro popolo – sottolinea – non permetterà agli Stati Uniti di imporre i suoi piani che puntano a creare un’amministrazione che gli conviene e che conviene all’occupante”, ossia Israele. “Il nostro popolo non accetterà un nuovo governo Vichy”, aggiunge Hamdam riferendosi al Governo francese collaborazionista nato nel giugno 1940 in seguito alla sconfitta francese a opera dei nazisti durante la seconda guerra mondiale.

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Appello Onu e Ong per un cessate il fuoco umanitario
Le principali agenzie umanitarie delle Nazioni Unite e gli enti di beneficenza internazionali hanno chiesto un immediato “cessate il fuoco umanitario” a Gaza. È quanto si legge in una dichiarazione congiunta firmata, tra gli altri, dai vertici dell’Ocha, dell’Unicef, del Programma alimentare mondiale, dell’Oms, di Save the Children e di Care International. Nella nota la situazione di Gaza è definita “orribile” e “inaccettabile”.

A Gaza, si legge nella dichiarazione delle Nazioni Unite, “un’intera popolazione è assediata e sotto attacco, le viene negato l’accesso all’essenziale per la sopravvivenza, viene bombardata nelle proprie case, nei rifugi, negli ospedali e nei luoghi di culto. Questo è inaccettabile”.

Nell’appello si chiede ad Hamas di rilasciare gli oltre 240 ostaggi che ha preso durante l’attacco e si esortano entrambe le parti a rispettare gli obblighi derivanti dal diritto internazionale anche in guerra. A Gaza, hanno sottolineato i capi delle agenzie Onu, devono entrare più cibo, acqua, medicine e carburante per aiutare la popolazione assediata. “Sono passati 30 giorni. Ora basta, questo deve finire subito”, conclude la dichiarazione congiunta.

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Wfp: scorte alimentari a Gaza sufficienti per altri cinque giorni
Le scorte di generi alimentari essenziali a Gaza sono sufficienti all’incirca per altri cinque giorni. Lo sostiene il Programma alimentare mondiale (World Food Programme), l’agenzia delle Nazioni Unite che si occupa di assistenza alimentare e la più grande organizzazione umanitaria del mondo. Secondo Cindy McCain, direttrice esecutiva del Wfp, la situazione per la popolazione di Gaza è “catastrofica” poiché nella zona di guerra non viene inviato abbastanza cibo.

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Il premier dell’Anp: “La Corte penale internazionale persegua il governo di Israele”
La Corte penale internazionale (Cpi) deve “perseguire il governo israeliano per i crimini commessi a Gaza” e spiccare “mandati di arresto per i responsabili” di questi crimini. Lo ha chiesto il primo ministro dell’Autorità nazionale palestinese (Anp) Mohammad Shtayyeh. L’Anp ha ratificato lo Statuto di Roma istitutivo della Cpi nel gennaio del 2015, mentre Israele no.

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Israele, pacifisti ebrei e arabi chiedono la cessazione immediata delle violenze
Decine di organizzazioni pacifiste israeliane, ebree ed arabe, hanno lanciato un appello per un cessate il fuoco, per uno scambio generale di ostaggi e prigionieri e per un accordo politico che riconosca il diritto reciproco all’autodeterminazione per israeliani e palestinesi. “È evidente – affermano – che non esiste una soluzione militare al conflitto”. L’unica via di uscita “è un accordo politico che garantisca sicurezza, giustizia e libertà per i due popoli”. Fra i firmatari: i comunisti di Hadash e Banki, e poi Horiya, Combattenti per la pace, Donne in nero, MachsomWatch e Rabbini per i diritti civili.

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Regina Giordania, essere filopalestinese non è essere antisemita
La regina Rania Al Abdullah di Giordania ha chiesto un cessate il fuoco nella guerra di Israele contro Hamas, affermando che sostenere la protezione delle vite palestinesi non equivale ad essere antisemiti o a favore del terrorismo. “Vorrei essere molto, molto chiara. Essere filo-palestinesi non significa essere antisemiti, essere filo-palestinesi non significa essere filo-Hamas o filo-terrorismo”, ha detto domenica Rania in un’intervista alla Cnn.

“Quello che abbiamo visto negli ultimi anni è che l’accusa di antisemitismo è stata usata come arma per mettere a tacere qualsiasi critica nei confronti di Israele”, ha affermato. “Voglio condannare in modo assoluto e totale l’antisemitismo e l’islamofobia; – ha aggiunto –, ma voglio anche ricordare a tutti che Israele non rappresenta tutto il popolo ebraico nel mondo. Israele è uno Stato ed è l’unico responsabile dei propri crimini”.

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Allarme in tutto il nord di Israele, 30 razzi dal Libano
Allarmi per razzi in arrivo dal Libano sono stati attivati in tutta la regione settentrionale di Israele: secondo l’esercito sono stati sparati circa 30 razzi, in risposta l’Idf ha attaccato il territorio libanese. Una raffica è stata sparata dal Libano verso la zona di Haifa. Sono state registrate due intercettazioni dell’Iron Dome nei cieli di Kiryat. Ynet riporta che le Brigate al-Qassam, il braccio militare di Hamas, hanno rivendicato la responsabilità dei lanci dal Libano.

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Onu condanna uccisione di civili nel sud del Libano
La missione Onu (Unifil) schierata nel sud del Libano ha condannato oggi l’uccisione nelle ultime 24 ore di 4 civili, di cui una donna e tre ragazzine di 10, 12 e 14 anni. Lo si apprende da un comunicato diffuso da Andrea Tenenti, portavoce della missione Unifil.

“Abbiamo appreso delle tragiche notizie dell’uccisione di quattro civili, tre ragazzine e una donna, nei pressi di Aitaroun, nel sud del Libano… è evidente che l’escalation (in corso) può andare fuori controllo e per questo va fermata”, ha scritto Tenenti dalla base militare di Naqura, a pochi chilometri dalla linea del fronte tra Hezbollah e Israele.

“Ogni morte civile è una tragedia. Nessuno vuole più vedere persone ferite o uccise”, ha aggiunto il portavoce della missione Onu. “Ricordiamo a tutte le parti coinvolte che gli attacchi contro i civili costituiscono una violazione del diritto internazionale e che possono costituire un crimine di guerra”, ha aggiunto Tenenti.

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Due fregate italiane nel mare di Gaza
Le fregate della Marina militare italiana Fasan e Margottini sono nel mare antistante Gaza e il Libano. Lo ha appreso l’Agi da fonti qualificate. Le due fregate italiane possono trasportare elicotteri. In Libano sono presenti 1.300 soldati italiani nell’ambito delle missioni di pace dell’Onu (Unifil). L’altro ieri le Forze armate israeliane si sono dette pronte “in qualsiasi momento” ad un attacco del Nord, dove sono presenti le milizie di Hezbollah.

 

7 Novembre 2023

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