La decisione del tribunale
Indi Gregory: fissato lo stop ai trattamenti vitali per la neonata, l’Italia aveva concesso la cittadinanza
I giudici fissano per domani l'interruzione dei trattamenti. Alla neonata di 8 mesi, affetta da una malattia mitocondriale secondo i medici irreversibile, era stata conferita dal governo la cittadinanza per permettere il trasferimento al Bambin Gesù di Roma
News - di Antonio Lamorte
Si allontana la possibilità che la neonata Indi Gregory venga trasferita in Italia, all’ospedale Bambino Gesù di Roma. Un tribunale inglese ha ordinato che domani vengano interrotti i trattamenti per tenere in vita la bambina. Lunedì 6 novembre il Consiglio dei ministri aveva conferito la cittadinanza onoraria a Gregory dopo che l’Alta Corte di Londra aveva respinto i ricorsi dei genitori. La vicenda ricorda quella di Alfie Evans, un altro bambino inglese, affetto da una malattia rara e incurabile cui il governo Gentiloni concesse la cittadinanza nel 2018. Il ricorso della famiglia venne respinto e il bambino morì pochi giorni dopo l’interruzione dei trattamenti.
Indi Gregory ha otto mesi, è affetta da una malattia definita incurabile dai medici che la assistono dalla nascita. È ricoverata al Queen’s Medical Center di Nottingham. Soffre di una malattia mitocondriale che impedisce lo sviluppo dei muscoli e che può causare malattie anche debilitanti, la perdita della vista e della mobilità e la morte. I giudici avevano ordinato la sospensione dei trattamenti vitali secondo l’orientamento del “massimo interesse del minore” assecondando la posizione dei medici secondo cui l’ulteriore esposizione alle terapie causerebbe sofferenze alla bambina.
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Il ricordo dei genitori e la cittadinanza italiana
Questo tipo di decisione nel Regno Unito spetta ai giudici e non ai genitori. L’Alta Corte di Londra aveva negato il trasferimento della bambina in Italia per il ricovero al Bambin Gesù di Roma. I genitori della bambina hanno presentato ricorso alla Corte d’Appello e alla Corte Europea dei diritti dell’Uomo (CEDU) a Strasburgo. Il governo italiano aveva accolto la richiesta dei genitori. Con il conferimento della cittadinanza la bambina potrebbe essere trasportata e sottoposta ai trattamenti in Italia. Il padre e la madre di Gregory avevano ottenuto una nuova udienza in programma martedì mattina alla divisione famiglia dell’Alta Corte.
La famiglia in Italia è assistita dall’ex senatore della Lega Simone Pillon. “Dicono che non ci siano molte speranze per la piccola Indi, ma fino alla fine farò quello che posso per difendere la sua vita. E per difendere il diritto dei genitori a fare tutto quello che possono per lei”, ha scritto sui social network la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. “La vita e la morte non sono opzioni equivalenti, e men che meno possono esserlo per lo Stato. I genitori della piccola Indi chiedono soltanto di continuare a curare la loro bambina. Il governo italiano è accanto a loro, e rendere Indi nostra concittadina è il modo più efficace per dimostrarlo. Come italiana e come ministra della Famiglia di questo governo ne sono fiera”, ha scritto sui social la ministra alla Famiglia, alla Natalità e alle Pari Opportunità Eugenia Roccella.
La decisione dei giudici
Il Cdm ha concesso la cittadinanza “ai sensi dell’art. 9, comma 2, della legge 5 febbraio 1992, n. 91” secondo cui “la cittadinanza può essere concessa allo straniero quando questi abbia reso eminenti servizi all’Italia, ovvero quando ricorra un eccezionale interesse dello Stato”. Il giudice Robert Peel ha affermato che i trattamenti vitali saranno interrotti alle 14:00 di domani, ora locale. “I vertici del servizio sanitario nazionale hanno minacciato di rimuovere il supporto vitale oggi, senza la presenza dei familiari”, aveva denunciato oggi il padre della bambina Dean Gregory.