L'esclusiva Rai
Papa Francesco, l’intervista al TG1: “Servono due Stati, Israele e Palestina, rischiamo l’escalation mondiale”
Il Pontefice in esclusiva. "Non sono un Papa di sinistra, ogni guerra è una sconfitta". La guerra in Medio Oriente, in Ucraina, migranti, Sinodo, celibato e omosessualità, pedofilia, gli "indietristi" e la necessità di rinnovamento, Maradona, Messi e Pelé
News - di Antonio Lamorte
Papa Francesco ha rilasciato un’intervista in esclusiva al TG1 e lanciato un appello per la pace dopo l’esplosione delle violenze del conflitto tra Israele e Hamas in Medio Oriente. “Ogni guerra è una sconfitta. Non si risolve nulla con la guerra. Niente. Tutto si guadagna con la pace, con il dialogo”. L’intervista è stata rilasciata al direttore del TG1 Gian Marco Chiocci. Il Pontefice ha annunciato il suo viaggio a Dubai a inizio dicembre per la Cop28 sul clima, ha parlato di guerra in Medio Oriente, guerra in Ucraina, dell’industria delle armi, di migranti, del Sinodo, del ruolo della Chiesa, del celibato e dell’omosessualità, della pedofilia, della necessità di rinnovamento. “Non ho mai perso la fede, ma non sentirla, ma camminare nei sentieri bui, sentire che il Signore si nasconde o noi che andiamo indietro e ci appartiamo da lui”, ha detto sulla sua fede.
“Due popoli che devono vivere insieme. Con quella soluzione saggia: due popoli due Stati. L’accordo di Oslo: due Stati ben limitati e Gerusalemme con uno status speciale”. Il Pontefice ha detto di chiamare ogni giorno i religiosi rimasti a Gaza. “Per il momento, grazie a Dio, le forze israeliane rispettano quella parrocchia. Purtroppo l’antisemitismo rimane nascosto. Lo si vede, giovani per esempio, di qua e di là che fanno qualche cosa. È vero che in questo caso è molto grande ma c’è qualche cosa sempre di antisemitismo e non è sempre sufficiente vedere l’Olocausto che hanno fatto nella seconda guerra mondiale, questi sei milioni uccisi, schiavizzati e non è passato. Purtroppo, non è passato. A noi questa guerra ci tocca per quello che significa Israele, Palestina, la Terra Santa, Gerusalemme ma anche l’Ucraina ci tocca perché è vicina. Ma ci sono tante altre guerre che a noi non toccano: Kivu, lo Yemen, il Myanmar con i Rohingya che sono dei martiri. Il mondo è in guerra ma c’è l’industria delle armi dietro”.
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La guerra in Ucraina
Papa Francesco ha definito “un popolo martire” il popolo ucraino, colpito dal febbraio 2022 da un’invasione che ha scatenato una guerra uscita un po’ dai radar dell’informazione dopo le violenze in Medio Oriente. “Ci vuole la pace. Fermatevi! Fermatevi un po’ e cercate un accordo di pace, gli accordi sono la vera soluzione di questo. Per ambedue”. Avrebbe voluto andare sia a Kiev che a Mosca. “Il secondo giorno della guerra in Ucraina sono andato all’ambasciata russa, ho sentito che dovevo andare lì e ho detto che ero disposto ad andare da Putin se serviva a qualcosa. Ho avuto un buon colloquio con l’ambasciata russa. Quando io presentavo dei prigionieri, io andavo lì e loro liberavano, hanno liberato anche da Azov. Insomma l’ambasciata si è comportata molto bene nel liberare le persone che si potevano liberare. Quando io presentavo dei prigionieri, io andavo lì e loro liberavano, hanno liberato anche da Azov. Insomma l’ambasciata si è comportata molto bene nel liberare le persone che si potevano liberare. Ma il dialogo si è fermato lì. In quel momento mi scrisse Lavrov: ‘Grazie se vuole venire, ma non è necessario’. Io volevo andare da entrambe le parti”.
Migranti, donne nella Chiesa, celibato, pedofilia
Papa Francesco ha lanciato un appello all’Europa che “deve essere solidale” con i Paesi dove sbarcano i migranti. Italia, Cipro, Grecia, Malta e Spagna “non possono questi cinque paesi prendere tutti e i governi dell’Europa devono entrare in dialogo”. Ha annunciato che ci sarà sempre più spazio nella Chiesa per il ruolo delle donne e definito un “problema teologico” quello delle ordinazioni. Quella del celibato sacerdotale “è una legge che può essere tolta” ma “non credo che aiuti. Perché il problema è un altro. Non aiuta” a superare la crisi delle vocazioni. “C’è ancora molto da fare” per il problema della pedofilia nella Chiesa. Per quanto riguarda gli omosessuali “la Chiesa riceve le persone, tutti e non si domanda come sei. Un’altra cosa è quando ci sono delle organizzazioni che vogliono entrare. Il principio è questo: la Chiesa riceve tutti coloro che possono essere battezzati. Le organizzazioni non possono essere battezzate. Le persone sì”. Ha parlato degli “indietristi“, quella parte della Chiesa che non accetta di andare avanti, di crescere.
“Papa di sinistra”
“Ancora vivo”, si è definito così alla domanda sulle sue condizioni di salute Papa Francesco. Ha ricordato come il momento più difficile e duro del suo Pontificato “quando mi sono dovuto mettere contro la guerra siriana. Non sapevo cosa fare, era molto difficile. Non ero abituato a una cosa del genere, c’era anche la paura di sbagliare e di fare male”. Ha rimandato al mittente le critiche di chi lo definisce un “Papa di sinistra”, non la considera una qualifica reale, “le vere qualifiche sono: è coerente, non è coerente?”. Ha ricordato la sua fidanzata prima che prendesse i voti. “Una ragazza molto buona. Lavorava nel cinema. Era buona. Poi l’ha ritrovata l’arcivescovo di Rosario in una parrocchia con il marito, i figli”.
Maradona o Messi? Pelé
Il momento più leggero riguarda il calcio, quando Chiocci gli ha chiesto chi sceglie tra Maradona o Messi: “Dirò un terzo, Pelé”. Diego Armando Maradona “come giocatore un grande, un grande. Ma come uomo è fallito. Poveretto è scivolato con la corte di quelli che lo lodavano e non lo aiutavano. È venuto a trovarmi qui il primo anno di pontificato e poi poveretto ha avuto la fine. È curioso: tanti sportivi finiscono male. Anche della boxe. Messi è correttissimo. È un signore. Ma per me di questi tre il grande signore è Pelé. Un uomo di un cuore. Ho parlato con Pelé, una volta l’ho incontrato su un aereo quando ero a Buenos Aires, abbiamo parlato. Un uomo di una umanità così grande. I tre sono grandi. Ognuno con la sua specialità. Messi è bravo in questo momento. E Pelé era bravo”.