La guerra in Medioriente

Intervista a Enzo Fortunato: “Il fanatismo non si combatte con le bombe”

«La via è quella indicata dal cardinale Pizzaballa e da papa Francesco. Ridicolizzano chi vuole il cessate il fuoco? Lo facevano anche col Santo d’Assisi. Il Pd per la guerra? Non ne parliamo»

Interviste - di Angela Nocioni

31 Ottobre 2023 alle 12:00

Condividi l'articolo

Intervista a Padre Enzo Fortunato, ex portavoce della Basilica del Sacro Convento di Assisi
Intervista a Padre Enzo Fortunato, ex portavoce della Basilica del Sacro Convento di Assisi

Padre Enzo Fortunato, ex portavoce della Basilica del Sacro Convento di Assisi, dice: “Nella disperazione e la follia di questi giorni non c’é soltanto la forza della preghiera. Ci sono anche la forza dell’umanità e la forza della diplomazia. Una strada resta indicata da un grande diplomatico, Silvestrini, con queste parole: ‘la diplomazia mi ha insegnato che bisogna applicarsi alle cose possibili, cosa ben diversa dal semplice compromesso, accettando financo la sconfitta che ti segna e ti ferisce ma allo stesso tempo paradossalmente nutre la speranza’”.

Ci sono iniziative diplomatiche in corso di voi francescani?

Registro tra i francescani grande comunione con quello che dice papa Francesco e che ci permette di chiamarlo, in modo improprio, il primo francescano oggi nel mondo. Siamo tutti attentissimi alle parole del patriarca di Gerusalemme dei latini, il cardinale Pizzaballa. Lui è impegnatissimo, sta tenendo attivi tutti i canali.

Non le pare venga ignorato quel che scrive e dice Pizzaballa?

Non credo, incidono profondamente le sue parole. Per il motivo che sono le uniche ad emergere con cristallina chiarezza e vanno verso la salvaguardia delle persone innocenti, soprattutto dei più fragili: su questo credo ci sia una attenzione molto forte. Il cardinale Pizzaballa è una personalità tra le più stimate da tutte le parti. Dobbiamo guardare a una terzietà che sia sopra le parti. Oggi questa terzietà sta soltanto nell’Onu, che ha le complicazioni che sappiamo, e in papa Francesco.

Cosa pensa del metodo sistematico di ridicolizzare chi chiede un cessate il fuoco?

È un dramma nel dramma, ma non è la prima volta che accade questo. Basta andarsi a leggere le cronache del viaggio di Francesco nel 1219 in piena quarta crociata, la più cruenta delle crociate. Sta accadendo la stessa cosa. Le possibilità che le persone di pace mettono in atto sono anche esposte al rischio di essere ridicolizzate, ma questo non deve scoraggiare. Al metodo di ridicolizzare si reagisce facendo sentire sempre con più determinazione la forza di chi vuole un cessate il fuoco.

Le parole del papa vengono sterilizzate.

Non possono ignorarle.

Al papa o non rispondono o, se gli rispondono, si rasenta l’insulto. Voi francescani, ma anche voi credenti, come reagite?

Emerge la mancanza di attori politici straordinari, ti guardi intorno e vedi tanta mediocrità. L’uomo di pace per eccellenza l’hanno crocefisso. A volte è la strada che bisogna percorrere, essere resi marginali se non silenziati, o derubricati a nota a pié di pagina.

Uno schieramento eterogeneo e compatto, dentro cui stanno molti cristiani, dice che i civili di Gaza purtroppo non possono non essere bombardati, che “le piazze per la pace sono piazze di guerrafondai”. Giuliano Ferrara scrive: “Le cose giuste non sono compassionevoli”.

Guardi, le immagini che arrivano in questi giorni ci riportano alle crociate. Sono di una devastazione inimmaginabile. Giovanni Paolo II diceva che quella in Medio Oriente è la madre di tutte le guerre. Finché non si mette mano lì, in quel conflitto, non si ci si può illudere di iniziare a risolvere niente. Le grandi cancellerie, tutte, per molto tempo non hanno saputo affrontare la strada. Ci sono molti conflitti che alimentano questa terza guerra mondiale. L’unico che ne parla è papa Francesco. Il conflitto etnico in Sudan, il conflitto nello Yemen, la tragedia del popolo curdo, quel che avviene in Siria: è tutto ciò completamente assente nella maggioranza delle analisi di chi si occupa di panoramiche mondiali dei conflitti.

La questione enorme del fondamentalismo violento religioso come si affronta?

Soprattutto la questione del fanatismo, la punta di un iceberg sommerso, che suscita due pericolose reazioni: l’indifferenza oppure l’impegnata giustificazione di forme di fanatismo. Questo vedo nelle analisi che leggo e ascolto. Ed è terribile perché la morte dei bambini non può essere giustificata.

Che il fondamentalismo religioso violento si combatte bombardando Gaza lo dice la televisione in Italia, tutto il santo giorno. Come risponde a questo?

Agli spiragli di possibilità di cessate il fuoco non si dà, nell’informazione, la stessa forza che si dà alla violenza. Benedetto XVI diceva che tutte queste immagini di violenza incupiscono, manca il coraggio di affiancarle a proposte di pace. A chi dice che il fondamentalismo si combatte bombardando direi: ascoltate il papa.

Le rispondono che Francesco fa il suo mestiere di papa o che il fondamentalismo non si combatte con le parole.

È un modo per eliminare la voce che mette in discussione, per neutralizzare un papa che parla di capitalismo avvelenato che a volte alimenta i conflitti e nutre i produttori di armi e di morte.

E del Pd che si compatta sulla guerra cosa pensa?

Non tocchiamo questo tasto.

Perché?

Ci si compatta sulla pace. Punto.

31 Ottobre 2023

Condividi l'articolo