Palestinesi senza cibo e acqua

Israele si prepara ad occupare Gaza, si rischia la catastrofe

L’Onu: “Una casa su quattro ridotta in cenere nella Striscia”. L’ambasciatore israeliano presso l’Ue: “No alle indagini internazionali sull’ospedale distrutto”

Esteri - di Umberto De Giovannangeli

20 Ottobre 2023 alle 11:33

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Israele si prepara ad occupare Gaza, si rischia la catastrofe

Israele: “L’ordine di ingresso a Gaza arriverà presto”
Lo ha detto il ministro della Difesa Yoav Gallant, preannunciando l’attacco che pare imminente. “Ora vedete Gaza da lontano, presto la vedrete dall’interno – ha affermato, parlando con le truppe della Brigata Givati L’ordine arriverà”.

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Unrwa: “Oltre mezzo milione di rifugiati nelle strutture dell’Onu a Gaza”
Sono oltre 513mila i palestinesi accolti nelle strutture delle Nazioni Unite in tutta la Striscia di Gaza. Lo ha reso noto l’agenzia delle Nazioni Unite dedicata ai rifugiati palestinesi, l’Unrwa. I rischi legati alla salute dovuti alla mancanza di acqua e alle scarse condizioni igienico-sanitarie nei campi provvisori stanno crescendo, comprese le malattie legate all’acqua e altre malattie, ha aggiunto l’Unrwa, citata dal quotidiano israeliano Haaretz. “I rifugi dell’Unrwa sono sovraffollati e dispongono di scorte molto limitate di cibo, prodotti per l’igiene e la pulizia e acqua potabile. Le terribili condizioni, aggravate dai traumi dovuti alla guerra, hanno iniziato ad alimentare le tensioni tra gli sfollati interni nei rifugi”, afferma l’organizzazione.

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Onu: distrutto il 25% delle abitazioni di Gaza
Più di 98mila unità residenziali a Gaza, che rappresentano circa il 25% del totale nella striscia palestinese, sono state distrutte o danneggiate nell’attuale offensiva israeliana contro Hamas. Lo ha dichiarato l’Ufficio di coordinamento degli affari umanitari dell’Onu. Nella sua relazione quotidiana sulla situazione nella zona dopo gli attacchi terroristici del 7 ottobre, l’ufficio sottolinea che tale stima è conservativa, poiché è impossibile accedere a zone gravemente colpite dai bombardamenti, in particolare nella città di Gaza.

Solo nella notte tra il 17 e il 18 ottobre è stato distrutto un edificio residenziale ad Al Bureij (Gaza centrale), dove sono morte 25 persone, e diversi altri hanno subito la stessa sorte a Jabalia (nord della striscia), dove ci sono stati 37 morti, ha evidenziato le Nazioni Unite. La coordinatrice umanitaria ha anche calcolato, utilizzando i dati dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), 59 attacchi alle strutture sanitarie, con 491 morti (di cui 471 all’ospedale di Al Ahli, colpito martedì da un missile).

Sono state danneggiate anche 170 strutture educative, tra cui 20 utilizzate dall’Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi (Unrwa), nonché un edificio universitario, sette chiese e undici moschee. Dopo l’attacco all’ospedale di al-Ahli, uno dei peggiori subiti da una struttura sanitaria nel mondo negli ultimi anni, le Nazioni Unite elevano i morti a Gaza dal 7 ottobre a 3.478, di cui 853 bambini, e i feriti a 12.500.

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Msf: “Sistema sanitario quasi al collasso a Gaza”
Medici Senza Frontiere (Msf) denuncia che “a Gaza il sistema sanitario è quasi al collasso. Manca il personale, i farmaci e le forniture mediche e i medici rimasti non riescono a far fronte al grande afflusso di feriti che ogni giorno arrivano nelle strutture sanitarie con ferite da trauma, ustioni, fratture e schiacciamenti degli arti”.

In una nota Msf precisa che “all’ospedale di Al-Shifa, il principale di Gaza dove lavorano alcuni membri del personale medico di Medici Senza Frontiere il carburante necessario per far funzionare i generatori si sta esaurendo, mettendo a rischio la vita di moltissimi pazienti, specialmente quelli in terapia intensiva, neonatologia e di chi necessita di macchine per il supporto respiratorio. A causa della generale carenza di medicinali, sono a rischio anche i pazienti con malattie croniche, come il diabete e il cancro, e le donne incinte. L’ospedale di Al-Shifa è inoltre diventato rifugio per migliaia di persone in fuga dai bombardamenti”.

Secondo Nedal Abed, chirurgo ortopedico di Msf, che opera all’ospedale Al-Shifa di Gaza, c’è un “enorme numero di feriti, la maggior parte dei quali sono civili, donne e bambini. Già solo in questo momento ci sono più di 3.000 pazienti e nel nostro ospedale, in condizioni normali, la capacità massima è di 700 posti letto”.

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I chirurghi: “Usiamo l’aceto come antisettico”
Le scorte mediche stanno finendo negli ospedali di tutta Gaza. Il chirurgo Ghassan Abu Sitta afferma di aver fatto ricorso all’“aceto del negozio all’angolo” per curare le ferite batteriche e prevenire l’infezione. “Siamo arrivati a questo”, ha scritto su X.

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Israele: gli ostaggi a Gaza sono almeno 203
L’esercito israeliano ha appena affermato che almeno 203 persone sono tenute in ostaggio a Gaza in seguito all’attacco di Hamas del 7 ottobre. Stime precedenti indicavano il numero dei rapiti e tenuti prigionieri a 199. Fonti militari hanno anche affermato che almeno 306 soldati sono morti nel conflitto. Lo scrive il Guardian.

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“I commando di Hamas erano sotto effetto di una droga”
Una parte dei commando di Hamas che il 7 ottobre si sono macchiati di efferatezze contro i civili israeliani a ridosso della striscia di Gaza erano sotto effetto di una droga sintetica nota come Captagon. Lo ha appreso la televisione commerciale israeliana Canale 12. Tracce di Captagon, ha precisato, sono state rilevate fra i prigionieri di Hamas in Israele. Pillole di quel narcotico erano inoltre ancora nelle tasche di membri di Hamas rimasti sul terreno dopo i combattimenti. Si tratta, ha aggiunto la emittente, di una droga prodotta in Libano e Siria, nota anche come ‘la cocaina dei poveri’. In passato è stata usata dall’Isis.

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Uccisi due dirigenti di Hamas nei raid israeliani su Gaza
L’esercito israeliano in un attacco sulla Striscia di Gaza ha ucciso Jehad Mohaisen, capo della Sicurezza nazionale di Hamas. Lo hanno confermato all’Ansa fonti locali nella Striscia.

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Gaza: Il bilancio delle vittime si aggrava
Il Ministero della Sanità di Gaza, controllato da Hamas, ha affermato che 3.785 persone sono state uccise e 12.493 ferite dall’inizio dei combattimenti con Israele.

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Ambasciatore Israele all’Ue: “No all’indagine internazionale sull’ospedale bombardato a Gaza”
“Non è il momento per un’indagine internazionale”. Lo ha detto l’ambasciatore israeliano presso l’Ue e la Nato, Haim Regev, nel corso di un incontro con la stampa a Bruxelles commentando quanto accaduto all’ospedale Al-Ahli a Gaza. “Il responsabile è Hamas e noi abbiamo mostrato le prove per quanto possibile poiché non possiamo condividere pubblicamente tutte le informazioni: spero che vi fidiate più di noi, di un Paese democratico, che di un’organizzazione terroristica”.

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Media egiziani, il valico di Rafah riaprirà oggi
Il valico di Rafah, l’unico varco per la Striscia di Gaza non controllato da Israele, verrà aperto oggi per consentire il passaggio degli aiuti umanitari verso il territorio palestinese, ha annunciato ieri il canale AlQahera News, vicino all’intelligence egiziana, senza fornire dettagli sugli aiuti che verranno forniti. In precedenza il presidente americano Joe Biden aveva affermato di aver ottenuto dal presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi di “far passare fino a 20 camion”. Un numero che tuttavia l’Oms considera del tutto insufficiente.

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Israele-Libano, si infiamma il confine
Intanto si registra il lancio simultaneo di razzi da Gaza e dal Libano contro il sud e il Nord di Israele. Gli attacchi sono stati rivendicati da Hamas in una giornata in cui le sirene sono tornate a suonare più volte nelle città del nord di Israele. Allarme in particolare a Nahariya e in diverse località sul confine con il Libano. Secondo notizie dei media libanesi, Hezbollah avrebbe lanciato un nuovo attacco contro postazioni militari israeliane oltre il confine con il Paese dei Cedri e Israele avrebbe risposto bombardando nella zona di Alma al-Shaab.

Le Forze di Difesa israeliane hanno annunciato di aver attaccato postazioni di Hezbollah nel sud del Libano nelle ultime ore, in risposta agli attacchi anti-tank in territorio israeliano. Tra gli obiettivi presi di mira, hanno reso noto, un punto di osservazione nel Libano sudoccidentale, a partire dal quale ieri è stato diretto contro la città di confine israeliana di Rosh Hanikra il fuoco delle armi anti-tank.

La strategia di Hezbollah, con azioni concentrate sui punti di osservazione utilizzati da Israele, ricorda per certi versi le azioni compiute da Hamas nell’attacco del 7 ottobre: ridurre la capacità di Israele di sorvegliare il confine per lanciare magari incursioni con commando in territorio nemico. Molti insediamenti israeliani a Nord sono stati evacuati nei giorni scorsi, in zone colpite dal lancio di razzi di Hezbollah.

 

 

20 Ottobre 2023

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