Le trattative

Bombe, diplomazia e il mistero degli ostaggi di Hamas: Egitto capitale delle trattative, anche Turchia e Qatar in campo

Il Cairo propone un cessate il fuoco di almeno sei ore. Almeno 150 gli ostaggi di nazionalità diverse nelle mani dei terroristi. Netanyahu: "Ogni membro di Hamas è un uomo morto"

Esteri - di Redazione Web

12 Ottobre 2023 alle 10:21

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Bombe, diplomazia e il mistero degli ostaggi di Hamas: Egitto capitale delle trattative, anche Turchia e Qatar in campo

“Ogni membro di Hamas è un uomo morto”, ha detto senza mezzi termini il Presidente israeliano Benjamin Netanyahu. Da New York il Presidente degli Stati Uniti Joe Biden lo ha invitato a rispettare il diritto di guerra nella sua risposta agli attacchi improvvisi e senza precedenti di Hamas scattati sabato scorso. È già critica la situazione nella Striscia di Gaza. Bombardati edifici civili, ospedali, niente acqua e luce, scarseggia il cibo mentre in Israele è ancora provvisorio il bilancio delle vittime – almeno 1.300, 1.200 i palestinesi. E sono un mistero le condizioni degli ostaggi prelevati dai terroristi nei loro raid nel sud dello Stato ebraico. Dietro le quinte di una crisi che fa tremare non solo il Medio Oriente e che si annuncia come lunghissima e intricatissima si muovono gli ingranaggi della diplomazia.

Biden ha confermato il sostegno morale e materiale a Israele. “L’attacco contro Israele è stato un atto di pura crudeltà, il giorno peggiore dopo l’Olocausto“. E da New York il monito a Teheran: “Lo abbiamo detto chiaro agli iraniani, state attenti! Abbiamo schierato navi e aerei militari”, le parole rivolte alla potenza regionale, patria dei musulmani sciiti che secondo osservatori e analisi avrebbe lautamente sostenuto negli ultimi anni l’organizzazione sunnita Hamas. Il segretario di Stato americano Antony Blinken arriverà in Israele nelle prossime ore con l’inviato di Biden per la crisi degli ostaggi.

A Il Cairo si sono incontrati i ministri degli Esteri della Lega araba. L’Egitto, in prima fila negli sforzi diplomatici per mediare tra le parti, ha chiesto un cessate il fuoco umanitario di almeno sei ore. Le colonne di soccorsi sono ferme da giorni al valico di Rafah, uno degli accessi alla Striscia di Gaza dove oltre due milioni di abitanti sono già stremati dai bombardamenti e dove scarseggiano viveri e medicinali per l’embargo totale imposto da Israele. Per i ministri degli Esteri della Lega Araba la ritorsione di Gerusalemme provocherà soltanto ulteriori violenze. La proposta è stata formulata in trattative riservate con gli Stati Uniti. Il Cairo si è proposto anche di poter gestire la questione degli ostaggi direttamente con Hamas.

“Ho chiesto al presidente dei fare tutto ciò che lui può per favorire la liberazione degli ostaggi e magari creare dei corridoi umanitari”, ha dichiarato il ministro degli Esteri Antonio Tajani ieri in visita in Egitto. La propaganda intanto già viaggia a ritmi altissimi sulla questione ostaggi: dove sono, sono vivi, in che condizioni? Le Brigate Ezzedin al-Qassam, il braccio armato di Hamas, hanno annunciato il rilascio di una colona israeliana e di due suoi figli e l’emittente Al Jazeera ha mostrato un video della liberazione. Tutto smentito però dalla tv israeliana che ha confutato come il video sia stato girato sabato scorso, nel giorno del sanguinoso attacco di Hamas a Israele. “Secondo i media israeliani lo scopo di Hamas nel pubblicare il filmato è apparentemente quello di fornire un contrappunto alla critica internazionale nei confronti di Hamas e al confronto tra esso e l’ISIS“, ha scritto il Jerusalem Post.

Secondo il ministero degli Esteri israeliano sarebbero almeno 150 gli ostaggi di nazionalità diverse nelle mani dei terroristi di Hamas. Per una tregua umanitaria e la liberazione degli ostaggi scende in campo per una mediazione anche la Turchia con la mediazione del Qatar. A sollecitare una mediazione a Doha sarebbero stati proprio gli Stati Uniti. Il Presidente Turco Recep Tayyip Erdogan avrebbe intavolato una trattativa con i terroristi di Hamas per liberare gli ostaggi. Il dilemma dell’esercito israeliano resta legato alle persone nelle mani dell’organizzazione islamica. Non è esclusa un’invasione di terra che però potrebbe scatenare la carneficina delle persone prelevate e presumibilmente imprigionate.

12 Ottobre 2023

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