La politica migratoria Ue
La rivoluzione della speranza che serve all’Europa
In vista del voto del 2024 il patto tra associazioni giovanili: solo un’Europa federale con una politica migratoria e una politica estera unica potrà tutelare pace e diritti
Politica - di Matteo Gori
Ciò che accade alle frontiere di una comunità è lo specchio delle contraddizioni più profonde di una società, della sua organizzazione politica e delle sue relazioni con le altre società. Questa equivalenza (ripresa dalle riflessioni del sociologo Abdelmalek Sayad) rivela molto dell’Unione Europea di oggi e delle sue crisi irrisolte, a partire dalla gestione del fenomeno migratorio. Per questa ragione, a meno di un anno dalle elezioni europee 2024, 16 tra le principali associazioni giovanili italiane hanno siglato un Patto comune per l’Europa di domani, convinte che all’Europa serva una “rivoluzione della speranza”.
Una dichiarazione congiunta della società civile italiana (non-partitica), per costruire un’Europa migliore, più democratica e in grado di tutelare e supportare i cittadini e le cittadine di fronte alle grandi sfide del nostro tempo. Una dichiarazione per combattere la rassegnazione e l’indifferenza che spesso lascia le nostre generazioni inermi di fronte alle grandi contraddizioni del nostro tempo. A dieci anni dal tragico naufragio di Lampedusa, è ancora necessario mettere radicalmente in discussione le risposte che l’UE e i governi stanno dando al fenomeno migratorio. Un fenomeno strutturale nella storia dell’Umanità e non una crisi contingente, che ci costringe a scegliere chi essere come europei di fronte a quello che l’ONU ha definito “il confine più mortale al mondo”; un confine di cui la nostra società è colpevole testimone mentre i diritti umani vengono calpestati e gli “apolidi del ventunesimo secolo” vengono lasciati annegare.
L’Europa di oggi è nata tra le frontiere di Stati in perenne guerra tra loro, che hanno deciso di iniziare ad abbattere quelle barriere solo dopo l’ultimo conflitto mondiale, affrontando il proprio passato e le proprie responsabilità storiche per poter guardare con nuova fiducia al futuro. Le frontiere che un tempo passavano per Verdun e la Somme, oggi si trovano altrove: a Lampedusa, a Pylos, a Cutro, a Kiev. E tra vincitori e vinti della globalizzazione. Le contraddizioni vive che definiscono queste nuove “frontiere” vanno quindi affrontate, per ritrovare l’obiettivo e lo spirito originario del progetto europeo.
Per questo, all’interno della rassegna “A Europe of Rights” organizzata dal Comitato 3 Ottobre, insieme a larga parte della società civile giovanile abbiamo siglato un impegno per chiedere un’Europa diversa: democratica, giusta e sostenibile, per affrontare le crisi strutturali del nostro tempo. Solo un’Europa federale con una politica migratoria e una politica estera unica potrà, infatti, tutelare la pace e i diritti umani. Le associazioni, riunite dalla Gioventù Federalista Europea, sono Fridays for Future, Legambiente, Giovani delle ACLI, Europiamo, EUMANS, Natura Comune, Studi Centro, Comitato 3 Ottobre, Movimento Europeo Giovani, Youthmed, Giovani di Azione Cattolica, Associazione Piero Capone, Base Italia, ESN e One Hour For Europe.
Il Patto richiede una riforma degli attuali Trattati europei, tema attualmente in discussione anche nel Parlamento Europeo, che sta per esaminare una proposta molto avanzata, elaborata dalla Commissione AFCO. Questa richiesta non è solo un appello ideale, ma una richiesta sostanziale, che si articola in sette punti decisivi per il nostro futuro come cittadini europei: una gestione europea dei fenomeni migratori che tuteli la dignità delle persone, un bilancio federale per garantire a livello europeo solidarietà territoriale e intergenerazionale, una politica estera unica e una difesa comune europea per la tutela della pace e dei diritti umani, il consolidamento di processi democratici e partecipativi come quello sperimentato dalla Conferenza sul Futuro dell’Europa, il rafforzamento e la creazione di nuove istituzioni europee capaci di favorire il contrasto alla crisi climatica e le sue conseguenze sull’ambiente e sulla vita umana.
Le prossime elezioni europee saranno un momento cruciale per decidere da che parte stare. Questo Patto rappresenta un appello per una scelta di campo chiara e coraggiosa per una vera Europa federale, in grado di affrontare le sfide globali in modo efficace e riaffermare i valori fondanti del progetto europeo. Chiediamo ai governi europei e ai futuri candidati e alle future candidate di ascoltarlo prima che la speranza diventi, ancora una volta, rassegnazione e indifferenza.
*Segretario Generale della Gioventù Federalista Europea