L'intervento del politico

Repubblica a caccia della guerra che non c’è: tira in ballo D’Alema, la Cina e l’America

L’idea che Massimo D’Alema abbia una grande considerazione di sé fa ormai parte di una giornalistica aneddotica. Ma che arrivasse al punto di dichiarare guerra agli Usa, beh, questa le batte tutte. Altro che una notizia. È uno scoop mondiale

Editoriali - di Umberto De Giovannangeli

26 Settembre 2023 alle 14:30

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Repubblica a caccia della guerra che non c’è: tira in ballo D’Alema, la Cina e l’America

Quella che l’Unità pubblica è l’introduzione, a firma Massimo D’Alema, della sezione dedicata ai BRICS dell’ultimo numero di Italianieuropei, la rivista trimestrale dell’omonima Fondazione di cui D’Alema è presidente. L’idea che Massimo D’Alema abbia una grande considerazione di sé fa ormai parte di una gigantesca pubblicistica giornalistica e sterminata, e abusata, aneddotica. Ma che arrivasse al punto di dichiarare guerra agli Usa, beh, questa le batte tutte. Altro che una notizia. È uno scoop mondiale. L’autore è Stefano Cappellini, firma di Repubblica.

D’Alema dichiara guerra agli Usa: “Russia e Cina si battono per un mondo più giusto”. Il nuovo numero della rivista Italianieuropei è una grande sinfonia anti-yankee: “Il tiranno americano è finito, finalmente ha trovato pane per i suoi denti”. In corsivo il titolo della sua newsletter. In neretto, il sommario esplicativo. Dunque, dopo Osama Bin Laden, tocca ora allo “sceicco D’Alema” scatenare la jihad contro il perfido Satana. Biden, alquanto allarmato, è pronto a riunire i capi di stato maggiore delle Forze armate americane, e i vertici del Pentagono, per una riunione straordinaria alla Casa Bianca.

Dopo questo scoop planetario, si passa poi all’arte del virgolettato. “Russia e Cina si battono per un mondo più giusto”. E poi la profetica minaccia: “Il tiranno americano è finito, finalmente ha trovato pane per i suoi denti”. Manco fosse una reincarnazione del “Che”.
Il sito di Italianieuropei mette a disposizione i contributi di tutti gli autori dell’Agenda “BRICS, l’alba di un nuovo ordine internazionale”. Un investimento in trasparenza per dar modo a chiunque ne fosse interessato di saperne di più su un tema di così stringente attualità geopolitica e, se si è amanti del genere fanta thriller, scoprire se tra gli autori dei vari saggi, si annidi un insidioso agente di Putin o un indefesso seguace di Xi Jinping, arruolati dal perfido e tentacolare D’Alema nella sua guerra agli Usa.

L’Unità pubblica un passaggio dell’intervento al recente vertice di Johannesburg dei Brics, del presidente del Brasile. Nello schema “cappelliniano”, quello della guerra agli Usa, Lula dovrebbe essere l’al Zawahiri dello “sceicco D’Alema”. E non il presidente in carica di una delle potenze mondiali, oltre che presidente di turno del G20.

Afferma Lula: “Non possiamo evitare di affrontare il principale conflitto attuale, che si svolge in Ucraina e ha effetti globali. Il Brasile ha una posizione storica di difesa della sovranità, dell’integrità territoriale e di tutti gli scopi e i principi delle Nazioni Unite. Troviamo positivo che un numero crescente di paesi, tra cui i paesi BRICS, abbiano contatti diretti anche con Mosca e Kiev. Non sotto-valutiamo le difficoltà nel raggiungimento della pace.

Né possiamo rimanere indifferenti davanti alle morti e alle distruzioni che aumentano ogni giorno. Siamo pronti a unirci a uno sforzo che possa effettivamente contribuire a un rapido cessate il fuoco e a una pace giusta e duratura. Tutti soffrono le conseguenze della guerra. Le popolazioni più vulnerabili nei paesi in via di sviluppo sono colpite in modo sproporzionato. La guerra in Ucraina evidenzia i limiti del Consiglio di sicurezza. I BRICS devono agire come una forza di comprensione e cooperazione. La nostra volontà si esprime nel contributo della Cina, del Sudafrica e del mio paese agli sforzi per risolvere il conflitto in Ucraina.

Molti altri conflitti e crisi non ricevono la dovuta attenzione anche se causano enormi sofferenze alle popolazioni. Haitiani, yemeniti, siriani, libici, sudanesi e palestinesi meritano tutti di vivere in pace. È inaccettabile che la spesa militare globale in un solo anno superi i 2000 miliardi di dollari, mentre la FAO ci dice che 735 milioni di persone soffrono la fame ogni giorno nel mondo. La ricerca della pace è un dovere collettivo e un imperativo per uno sviluppo giusto e sostenibile…”. C’è traccia di attacchi al “tiranno americano”, di crociate anti-occidentali, di acritiche esaltazioni di Russia e Cina? Cappellini le ha trovate. Vedete un po’ voi.

26 Settembre 2023

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