Un'ecatombe

L’incubo di Derna, la città distrutta dalle alluvioni in Libia: “Ci sono corpi ovunque”

Una “calamità di proporzioni epiche” secondo l'ONU. Almeno un quarto della città spazzato via. Si continua a scavare tra le macerie, almeno 10mila dispersi

Cronaca - di Redazione Web

13 Settembre 2023 alle 15:37

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L’incubo di Derna, la città distrutta dalle alluvioni in Libia: “Ci sono corpi ovunque”

Derna contava 90mila abitanti, affacciata sul mar Mediterraneo, nel nord-est della Libia, in Cirenaica. È andata distrutta per almeno un quarto della sua estensione, trascinato via dal Wadi Derna, il fiume che attraversa il centro e che sfocia in mare, a causa delle intense e violente alluvioni che hanno colpito il Paese nella notte tra domenica e lunedì. Soltanto a Derna sono morte 5.200 persone secondo il ministro dell’Interno, circa duemila corpi recuperati sono stati sepolti in fosse comuni. I dispersi, secondo la Mezzaluna Rossa, sono ancora diecimila. Un’ecatombe. E si continua a scavare tra le macerie.

Il fiume era controllato da due dighe costruite a monte, quella di Abu Mansur e quella di Derna. Prevenivano le inondazioni e controllavano l’erosione del bacino. Entrambe sono crollate, gli argini sono straripati travolgendo i quartieri residenziali che si trovavano sulle sponde e quasi tutti i ponti sono saltati. Secondo alcuni testimoni l’acqua è salita fino a tre metri d’altezza. Per il portavoce dei servizi di emergenza del governo di Tripoli almeno settemila sono ferite. Diversi corpi sono stati recuperati addirittura in mare, trascinati dalle correnti d’acqua. oltre 700 cadaveri sono accatastati nel cimitero in attesa di essere identificati.

A provocare l’inondazione, secondo quanto ricostruito finora, il crollo della diga superiore, che si trova sul monte, a circa 12 chilometri dalla città, che ha sprigionato l’acqua che ha travolto la seconda diga. La città è priva di acqua potabile e alcune strade principali per raggiungerla non sono percorribili. Condizioni che peggiorano e rallentano le operazioni di soccorso. Almeno 30mila persone sono state sfollate. “La situazione a Derna è catastrofica … I corpi giacciono ancora in molti luoghi“, ha raccontato invece Othman Abdel Jalil, ministro della Sanità del governo sostenuto dal Parlamento di Tobruk, che ha visitato la città dell’est. “Non esagero quando dico che il 25 per cento della città è scomparso. Moltissimi edifici sono crollati. I corpi giacciono ovunque: nel mare, nelle valli, sotto gli edifici”, ha dichiarato il ministro libico dell’Aviazione civile e membro del comitato di emergenza Hichem Chkiouat.

Le Nazioni Unite hanno definito le inondazioni una “calamità di proporzioni epiche”. La tempesta Daniel aveva provocato prima grandi alluvioni in Grecia, Turchia e Bulgaria. È diventata più potente attraversando il Mediterraneo. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms), si stima che fino a 1,8 milioni di persone siano state colpite dalle piogge torrenziali che hanno colpito diverse città del Paese. La portavoce dell’Oms, Margaret Harris ha detto che ”a memoria d’uomo non si è mai verificata una tempesta come questa nella regione, quindi è un grande shock”. La Cirenaica è governata di fatto dal maresciallo Khalifa Haftar da quando, nel 2014, il Paese è diviso tra due amministrazioni rivali. Il governo del primo ministro dell’altro governo – riconosciuto dalla comunità internazionale – di Tripoli, Abdul Hamid Dbeiba, ha comunque inviato un aereo con personale sanitario e forniture mediche nel territorio colpito.

Il governo di Tobruk è più vicino a Egitto, Emirati Arabi e Russia. E infatti da Egitto, Emirati Arabi e Turchia – quest’ultima però alleata di Tripoli – sono arrivati aiuti, generi di prima necessità e operatori sanitari. Anche l’Algeria ha inviato medicinali, alimenti, abiti ed equipaggiamento di emergenza. Dall’Italia è atterrata una squadra composta da personale di Protezione Civile, Vigili del Fuoco, Comando operativo di Vertice interforze e del ministero degli Affari esteri. A Derna è diretta anche la nave San Giorgio della Marina Militare per offrire supporto sanitario e per il sostegno alle popolazioni alluvionate. Pronti a fornire aiuto anche gli Stati Uniti, la Russia e l’Unione Europea.

13 Settembre 2023

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