Il disastro
Libia in ginocchio dopo la tempesta Daniel, 2mila persone hanno perso la vita a causa delle inondazioni: via agli aiuti
Il bilancio parla anche di circa 5-6mila persone scomparse. La Francia e l'Unione Europea in prima fila per gli aiuti. Il fisico Ricchi: "È lo stesso fenomeno atmosferico che ha colpito la Grecia"
Esteri - di Redazione Web
La Francia sta mobilitando fondi per fornire aiuti umanitari alla Libia colpita da gravi inondazioni, che hanno provocato un bilancio di almeno 2.000 morti: lo ha reso noto il presidente francese Emmanuel Macron. “Esprimo la mia solidarietà al popolo libico che soffre a causa delle terribili inondazioni. La Francia esprime le sue condoglianze alle famiglie delle vittime e sta mobilitando fondi per gli aiuti di emergenza“, ha detto Macron su X. I media libici hanno riferito domenica che le piogge torrenziali portate dalla tempesta Daniel hanno causato acqua alta e inondazioni in diverse città e paesi della Libia orientale, tra cui Al-Bayda e Derna.
Cos’è Daniel la tempesta che ha devastato la Libia
Le città di Susah e Derna sono state dichiarate zone disastrate. Nelle città colpite dalle inondazioni è stato imposto il coprifuoco. Ieri, il capo del governo nominato dal parlamento orientale, Osama Hammad, ha affermato che il bilancio delle vittime delle inondazioni a Derna ha superato le 2.000 persone. Il portavoce dell’Esercito nazionale libico, il generale Ahmed Al-Mismari, ha detto alla Ria Novosti che da cinque a seimila persone sarebbero scomparse nella Libia orientale a causa di questa calamità naturale. “Immagini strazianti dalla Libia a seguito di morti e distruzioni causate dalle inondazioni, soprattutto nell’Est del paese. Inviamo le nostre piu’ sincere condoglianze, a nome dell’Ue, al popolo libico e alle famiglie delle vittime. L’Ue e’ pronta ad aiutare le persone colpite da questa calamità“.
Il bilancio e gli aiuti
Lo scrive su X il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel. Il fisico dell’atmosfera Antonio Ricchi, dell’Università dell’Aquila Cetemps, spiega a La Repubblica cosa sta succedendo nel Mediterraneo. L’ultimo evento catastrofico è l’alluvione che ha colpito la Libia: “Questo è lo stesso ciclone Daniel che si è formato sulla Grecia e ha scaricato 700 millimetri di pioggia in poche ore, causando alluvioni distruttive. È rimasto in giro sullo Jonio per diversi giorni. Se è diventato un medicane (termine su cui non tutti sono d’accordo), lo è stato solo nelle ultime fasi, quelle più gravi sulla Libia. Mentre Grecia e Italia, per le loro caratteristiche geofisiche, sono in grado di assorbire questi eventi, sulla Libia la massa d’acqua arrivata in pochissimo tempo è stata devastante.
L’esperto
400 mm inpoche ore: una quantità che non si registrava da decenni in quelle aree, che peraltro oggi sono molto più antropizzate. A questo si è aggiunto l’effetto del forte vento e delle intense mareggiate. I medicane non diventeranno più frequenti, però potranno essere più dannosi che in passato. Le temperature marine si sono innalzate e quindi potrebbero causare cicloni più piovosi e intensi e con venti più forti. Perché più il mare è caldo, più energia il ciclone può sottrargli per alimentarsi“.