La nuova 'ondata'
Aumento dei contagi, cosa sappiamo della nuova variante covid: sintomi e vaccini
Una nuova ondata in corso, di certo non preoccupante. Una nuova variante e l'aggiornamento dei vaccini. Cosa sta accadendo e cosa ci aspetta
Salute - di Redazione Web
“L’invito è al senso di responsabilità e alla prudenza” ma “bisogna uscire dalla psicosi collettiva: il Covid è stata una tragedia e ha causato molti lutti“. Però “ora le persone sono più spaventate dall’allarme che dalla malattia“. Lo ha detto Francesco Vaia, direttore generale Prevenzione del ministero della Salute, che dalla trasmissione ‘Non Stop News‘ su Rtl 102.5, rivolge un appello ad avere “comportamenti responsabili“, ovvero chi sta male “deve stare a casa“. Quanto alle precauzioni, il messaggio è rivolto anche ai genitori: “se il bambino sta male – ha detto Vaia – non bisogna dargli la tachipirina e mandarlo a scuola. Se il bambino è sintomatico deve stare a casa. In generale, se uno sta male deve stare a casa. Ognuno deve contribuire con comportamenti responsabili. Il contagio, di Covid o altro, non nasce a scuola, anche perché gli operatori della scuola sono molto attenti e applicano severamente le misure. Tuttavia, a scuola si può portare il virus e così crea un incubatore“.
Appello e precauzioni
Quindi l’appello è: “siamo sereni ma applichiamo misure. Il tentativo che facciamo, e che hanno fatto anche altri paesi prima di noi, – ha aggiunto – è metterci alle spalle la pandemia ma senza dimenticarla, è stata una lezione importante, di cui far tesoro“. L’impegno “è non far tornare mai più” il lockdown. Non dobbiamo tornare indietro – ha concluso – erano misure che avevano senso nella grande emergenza ma oggi non siamo in emergenza e dobbiamo fare in modo che non torni, con prudenza e responsabilità individuale“.
No al lockdown, si al vaccino
“A ottobre lanceremo la campagna di vaccinazione antinfluenzale, contro pneumococco e contro il Covid. Un principio che è passato è che il vaccino non è ne obbligatorio né universale: chi desidera farlo, può farlo. In alcune fasce anagrafiche è raccomandato, ovvero anziani e fragili ma lo può fare chiunque“. Ha ribadito Vaia. “Quando si dice che il Covid-19 è un’influenza, dal punto di vista tecnico si dice una cosa non vera: è un virus diverso. Se qualcuno lo ha detto è stato per semplificare il concetto: ‘se non vi preoccupate dell’influenza, non preoccupatevi del Covid’“. Se però non è un’influenza, non è neanche un’emergenza. “Tre anni fa – ha precisato Vaia – abbiamo avuto molti lutti, ma oggi abbiamo meno numeri e in adulti sani la malattia si manifesta in forma lieve, è difficile che provochi polmoniti. La malattia seria la hanno persone con patologie concomitanti e molto anziane“. Oggi il Covid, precisa, “non dovrebbe spaventarci. Ma dobbiamo proteggere i fragili, se lo facciamo abbiamo fatto il 99% del lavoro“. Per questo, conclude, il vaccino per il Covid “lo raccomando fortemente a chi a rischio ma l’obbligo non c’è per nessuno“. Quanto alla possibilità di farlo insieme all’antinfluenzale: “chi vuole può farlo insieme chi preferisce dopo una settimana
Rispetto e responsabilità
“Resta fermo che, sulla base dell’evoluzione del quadro clinico dei casi di malattia Covid-19, nonché della situazione epidemiologica, il ministero può adottare le eventuali nuove indicazioni in merito alle misure di prevenzione dalla trasmissione del virus“. Lo ha detto il sottosegretario alla Salute Marcello Gemmato rispondendo, in Commissione Affari Sociali della Camera, a un’interrogazione dell’onorevole Bonetti che chiedeva se alla luce dell’aumento dei contagi non si intenda prevedere l’uso obbligatorio delle mascherine nelle strutture sanitarie o l’obbligo di richiami vaccinali per il personale.
La nuova ‘ondata’
In base ai dati della Sorveglianza Integrata Covid-19 l’incidenza dei casi diagnosticati e segnalati è pari a 31 casi per 100.000 abitanti, in aumento rispetto alla settimana precedente. E i tassi di malattia grave sono stabili o in lieve aumento in tutte le fasce d’età. L’ordinanza in vigore, ha ricordato, dispone la proroga dell’obbligo di mascherine solo nei “reparti che ospitano pazienti fragili, anziani o immunodepressi, specialmente se ad alta intensità di cura“, in considerazione della maggiore pericolosità del contagio connessa alle situazioni di fragilità nelle strutture sanitarie, socio-sanitarie e socio-assistenziali. “Non è dunque sottointesa la condizione di immunodepressione dei singoli ospiti di tali strutture“, ha aggiunto Gemmato, pertanto la decisione sull’uso è in capo ai singoli direttori delle stesse.
Mascherine e richiami
Quanto ai richiami al personale delle strutture socio-sanitarie, ha detto Gemmato, l’obbligo di vaccinazione anti Covid-19 per gli operatori sanitari “è terminato in data 31 ottobre 2022. Pertanto, a partire dal primo novembre 2022, la vaccinazione anti Covid-19 non è più obbligatoria in Italia“. Intanto, negli Usa, i Centers for Disease Control and Prevention (Cdc) hanno raccomandato la vaccinazione contro Covid-19 con vaccino aggiornato a tutte le persone con più di 6 mesi che non abbiano ricevuto una vaccinazione Covid negli ultimi due mesi. I nuovi vaccini Pfizer-BioNTech e Moderna saranno disponibili già questa settimana.
La variante
Si chiama Eris (nome scientifico Eg.5), come la dea greca della discordia. Da sola è stata responsabile del 41,9% dei casi da covid e dell’aumento del 44% dei contagi in una sola settimana. Hanno fatto sapere dall’Istituto Superiore della Sanità (Iss) che, “Ad oggi – si legge nell’ultimo monitoraggio – non si evidenziano rischi addizionali per la salute pubblica rispetto ai lignaggi co-circolanti“. I sintomi: disturbi alle vie respiratorie superiori, mal di gola, tosse secca, congestione e naso che cola, mal di testa, voce rauca, dolori muscolari e articolari. Meno presenti la perdita di gusto e olfatto e i problemi gastrointestinali.