Nessun allarme, niente panico

Cos’è la variante Eris del covid: prevalente e in crescita nelle ultime settimane

Il 41% dei casi in Italia riconducibile alla sottovariante di Omicron, l'aumento del 44% dei casi in una settimana. I sintomi e le raccomandazioni

News - di Redazione Web

10 Settembre 2023 alle 11:53

Condividi l'articolo

Cos’è la variante Eris del covid: prevalente e in crescita nelle ultime settimane

Eris come la dea greca della discordia. Con il 41,9% dei casi misurato nell’ultimo monitoraggio dell’Istituto Superiore della Sanità e l’aumento del 44% dei casi in una settimana è la variante del SarsCov2 prevalente in Italia e in crescita nelle ultime settimane. Sembra essere destinata a diventare quella prevalente in molti Paesi. L’Organizzazione Mondiale della Sanità l’ha designata lo scorso agosto nuova variante “d’interesse”. Niente panico però: non c’è nessun allarme negli ospedali e nessun’emergenza dai medici. “Ad oggi – si legge nell’ultimo monitoraggio dell’ISS – non si evidenziano rischi addizionali per la salute pubblica rispetto ai lignaggi co-circolanti”. Il nome scientifico della variante è EG.5, una sottovariante di Omicron nota dall’inizio dell’anno e segnalata come variante d’interesse dall’Organizzazione Mondiale della Sanità ad agosto. La flash survey coordinata dall’Istituto Superiore di Sanità con il ministero della Salute e con il supporto della Fondazione Bruno Kessler, le Regioni e le Province Autonome ha preso in considerazione i campioni notificati dal 21 al 27 agosto 2023 da analizzare tramite sequenziamento genomico.

A livello globale EG.5.1 è caratterizzata da un notevole incremento, rappresentando la Variante di Interesse (VOI) maggiormente rilevata in Europa, Stati Uniti e Asia 7,8. La sua proliferazione sarabbe dovuta a una diminuita capacità neutralizzazione da parte di anticorpi verso altre varianti giustificherebbe la sua prevalenza in diversi Paesi. Uno studio dell’Università dell’Insubria sulla variante Eris, coordinata da Fabio Angeli del Dipartimento di Medicina e innovazione tecnologica dell’ateneo e pubblicata dalla rivista European Journal of Internal Medicine spiega che la maggiore resistenza agli anticorpi e la inalterata capacità trasmissiva e di legame alle nostre cellule della variante EG.5 rispetto alle precedenti e temute varianti Omicron spiegherebbe l’aumento degli indicatori (numero di casi positivi, tasso di occupazione dei letti di terapia intensiva, decessi e tasso di positività ai tamponi) anche nel nostro Paese.

La ricerca ha valutato l’effetto di una particolare mutazione (F456L) avvenuta a livello della proteina Spike del virus, che conferirebbe a questa variante una maggiore capacità di sfuggire alle difese anticorpali (generate sia da precedenti infezioni che dai vaccini). Sempre simili i sintomi, dai disturbi alle vie respiratorie superiori a mal di gola, tosse secca, congestione e naso che cola, mal di testa, voce rauca, dolori muscolari e articolari. Meno presenti perdita di gusto e olfatto e problemi gastrointestinali. Secondo uno studio pubblicato dall’Università di Tokyo l’aspetto preoccupante riguarda il fatto che la variante sembra avere una maggiore capacità di infettare i polmoni.

I medici consigliano di usare la mascherina FFP2 a chi presenta i sintomi. Secondo il direttore della prevenzione del ministero della Salute, Francesco Vaia, l’aumento di casi era atteso. Le varianti derivano tutte “dalla variante Omicron che ben conosciamo. I virus devono sopravvivere all’ambiente e nel tempo perdono aggressività, guadagnando in contagiosità. Così sta succedendo. Il Sars-CoV-2 resta comunque insidioso, lo ripeto, per anziani e fragili” ha detto a Il Corriere della Sera. Le altre varianti al momento presenti nel nostro Paese sono la variante XBB.1.16, detta Arturo, (16,5%), mentre i valori relativi a XBB.1.5 (Kraken) risultano in diminuzione (13,4% contro il 21,2% della precedente indagine di luglio 2023), così come quelli relativi a XBB.2.3 (7,8% contro il 12,2% della precedente indagine), CH.1.1, detta Orthrus, presenta valori di prevalenza contenuti al 2,3%.

10 Settembre 2023

Condividi l'articolo