Parla la co-fondatrice del Pd

“Governo a caccia di alibi, se la prende anche coi bimbi migranti”: intervista a Sandra Zampa

«La presidente Meloni sa bene che la legge sui minori stranieri non accompagnati porta come seconda firma quella di Mara Carfagna, ed era stata firmata da tutte le forze, tranne la Lega, presenti in Parlamento»

Interviste - di Umberto De Giovannangeli

31 Agosto 2023 alle 13:30

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“Governo a caccia di alibi, se la prende anche coi bimbi migranti”: intervista a Sandra Zampa

Un governo che vede “nemici” anche tra i più indifesi tra gli indifesi, i minori stranieri non accompagnati, è un governo disumano. L’Unità ne discute con Sandra Zampa, co-fondatrice del Partito Democratico, senatrice Dem, capogruppo Pd alla commissione Affari Sociali, Sanità, Lavoro e Previdenza di Palazzo Madama.

Lei è stata prima firmataria e “madrina” della legge sui minori stranieri non accompagnati. Una legge che il governo vorrebbe smantellare. Perché?
Perché ha bisogno di indicare all’opinione pubblica l’ennesimo “nemico”. Avendo fallito completamente nelle promesse che aveva fatto al proprio elettorato in campagna elettorale in materia di immigrazione e avendo anche fallito gli obiettivi più semplici, che non sono tanto la riduzione del numero ma la redistribuzione in Europa, le politiche per l’integrazione, in questo fallimento c’è sempre bisogno di cercare qualcuno che è responsabile al posto loro. In questa ricerca affannosa di qualcuno o qualcosa da mettere alla gogna, da demonizzare, sono arrivati a prendersela con una legge che è indicata come una legge di grande valore, quasi un modello a livello europeo e internazionale. Io ricordo di aver fatto interviste ovunque, su quasi tutta la stampa estera, all’epoca della sua approvazione e anche negli anni successivi, così come di aver partecipato ad iniziative europee per spiegarne i contenuti e anche il percorso che l’aveva portata a buon fine. Prendersela con una legge che funziona, e che peraltro ha molte potenzialità ancora inespresse, è il segno di un governo non solo cinico ma anche incapace. Capirei che il governo dicesse vogliamo fare in modo che la legge venga davvero attuata in tutte le sue parti…

Invece?
Invece non dice questo. Afferma che vuole cambiare, aggredendo le tutele. Prendendosela con giovanissimi migranti che potrebbero rappresentare una opportunità straordinaria, nel contesto dei territori, e che comunque rappresentano numeri piccolissimi. Oggi noi parliamo 20mila. Una potenza del mondo, che siede al tavolo del G7, che sembra annichilita di fronte a un numero complessivo di 20mila, è una potenza “impotente”, guidata da un governo che per provare a giustificare i suoi fallimenti e il mancato rispetto delle promesse elettorali sul tema migranti e non solo, inventa nemici di comodo, fa il duro con i più deboli, prova a scaricare le responsabilità su una Europa che sui migranti è fortemente condizionata se non ricattata dagli amici di Visegrad della presidente Meloni. Mi lascia aggiungere una cosa sui numeri. Perché anche su questo il governo manipola la realtà.

Vale a dire?
Prima della legge, nel 2016, erano 24-26 mila, comunque di più. E questo dato demolisce anche l’argomento che la legge rappresenta un pull factor, un fattore di attrazione. Prima della legge, eravamo nel caos più totale. E allora cercano di occultare la realtà dei fatti, e dei dati, con una narrazione da scaricabarile. Per il governo tutti sono responsabili, tranne loro. Prima la colpa era di chi li aveva preceduti, adesso è colpa di chi ha fatto una legge. Oltre che irresponsabili sono pure smemorati.

Smemorati?
Fanno finta di esserlo, perché gli fa comodo. La presidente Meloni sa bene che quella legge porta come seconda firma quella di Mara Carfagna, ed era stata firmata praticamente da tutte le forze, tranne la Lega, presenti in Parlamento. La legge, per essere ancora più precisi, venne depositata alla Camera dei deputati. Si trattava di una iniziativa importantissima che faceva seguito, e questo spiega molto dell’ampissimo consenso trasversale, di vicende scandalose, di cui un paese civile dovrebbe vergognarsi. Una gestione confusa, piena di violazioni, di cattive conduzioni, di spreco risorse, di comunità fantasma che venivano in qualche modo retribuite per un’attività che non veniva svolta. Una brutta, tragica storia di ragazzi morti nei camion frigoriferi perché si nascondevano oppure viaggiavano attaccandosi ai camion o alla pancia dei grandi Tir, in modo di poter percorrere le distanze. Cose assolutamente drammatiche. Tutto, o quasi tutto, il mondo politico, fu sensibilizzato in gran parte dalle associazioni di tutela dell’infanzia e dell’adolescenza, ma anche dalle più autorevoli organizzazioni di tutela dei diritti umani. Un ruolo importante fu svolto in quell’occasione dai media. L’informazione dette un grande contributo nel sensibilizzare il Parlamento. Oggi è ridicolo dire è una legge del Pd. Ridicolo e comodo.

Perché?
Il Partito Democratico, e io sono molto orgogliosa di questo, fu fondamentale. Senza il sostegno di tutto il gruppo parlamentare e di chi allora stava al governo, noi non avremmo avuto quella legge, ma nel suo percorso legislativo non ha mai avuto una opposizione degna di questo nome, al massimo si assentavano i deputati leghisti oppure si astenevano. Non ricordo in Commissione dei voti contrari ai vari articoli.
Partendo da questa esperienza che l’ha vista e la vede tutt’oggi protagonista, le chiedo: ma che destra è quella che governa oggi l’Italia?
A me ha fatto molta impressione, perché l’avevo temuto fin dall’inizio visto i loro proclami elettorali. Ma non pensavo che arrivassero a toccare una legge che riguarda ragazzini. Non credevo che si sarebbero spinti fino a questo punto. È una destra bugiarda, nei confronti dei propri elettori, perché si crea un nemico falso. È una destra assolutamente incapace di trattare i grandi temi. Certamente la migrazione è la sfida delle sfide che la politica si trova a dover affrontare. Io credo che sia la sfida tra le più complesse, ma credo anche che chiami in causa un modello di società e una idea di futuro, che qui sono scomparse. Questa legge è proprio questo. Vede, se c’è una cosa che evoca, è proprio il futuro. Perché a questo fai riferimento quando parli di giovani. Tanto più in un paese come il nostro, sempre più vecchio, senza risorse umane. E questi ragazzi potrebbero diventare dei lavoratori oltre che dei cittadini. Un giovanissimo a cui fai una chance nella vita, credo che possa nutrire e maturare un sentimento di gratitudine. Io li penso come “doppi cittadini”.

In che senso, senatrice Zampa?
Nel senso di una cittadinanza che non rinnega le origini, ma si che nutre di un sentimento positivo. Una destra che non comprende questo, è una destra inqualificabile. In più, e in peggio, pensiamo a cosa è stato a livello europeo. Continuare a ripetere che con l’Ungheria e la Polonia va tutto bene e ogni volta assistiamo al fallimento di tutte le proposte che l’Europa avanza perché il blocco Visegrad impedisce di fare un passo in avanti, anche minimo, nella redistribuzione, ecco, tutto questo rende molto preoccupante essere nelle mani di un governo così.

Il suo impegno in Parlamento è sempre stato all’insegna della difesa dei più indifesi, i bambini, gli adolescenti… ritiene che questo tema sia entrato come avrebbe dovuto nella ricerca del “nuovo PD” di una sua identità forte?
Certamente il Pd è tra i pochi partiti che ha ancora in agenda il tema delle politiche per l’infanzia e l’adolescenza, che sono completamente scomparse. Io sono capogruppo in Commissione Salute e Lavoro al Senato. Non è arrivato un piano per l’infanzia e l’adolescenza italiana. Parliamo di un paese che ha 1,4 milioni di bambini in condizione di povertà, relativa o assoluta. Circa 800mila in povertà assoluta, vuol dire che non è garantito un pasto proteico al giorno. Sono stupefatta di questo. La bicamerale per l’infanzia è stata al palo per un anno. È stata costituita sulla carta, si è riunita solo per l’elezione della presidente Brambilla che io ricordo per le sue assenze da presidente. Io facevo la vice e andavo al posto suo. Per tornare al Pd, credo che nel mio partito vada rafforzata una tradizione molto importante, molto significativa, che è andata maturando tra l’altro anche nella nascita del Partito Democratico, anche grazie a donne e uomini che c’hanno messo un grande impegno. Ricordo Anna Serafini, una delle persone che aveva fatto della battaglia per i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza un impegno politico-parlamentare assoluto. È una sensibilità che dobbiamo riprendere. Sono entrati due senatori di cui ho una stima grandissima, una è Simona Malpezzi, che farà la vice presidente, esperta soprattutto dei temi dell’educazione e della scuola, e l’altro è Graziano Delrio, impegnato in particolare sui temi della sanità, essendo tra l’altro anche un medico. Mi aspetto che queste battaglie tornino a sentirsi anche nel dibattito parlamentare, dato che sono completamente scomparse.

Leggi come quella di cui lei è stata la prima firmataria sono un investimento sul futuro. Ma questa Italia e questa Europa frequentano il futuro?
No, sembrano giocare in difesa. Hanno paura del futuro. Ci si nasconde di fronte al futuro. Quando si racconta che si fanno i blocchi navali, si sa benissimo di raccontare una bugia. Quando si dice che saranno fermati, si sa di raccontare una bugia e i fatti lo stanno dimostrando. Il che non vuol dire che tu non debba gestire. Una delle cose che non viene fatta è proprio quella delle politiche per l’integrazione. Su questo tutta la politica ha una grande carenza. Un esempio di come si realizzano politiche per l’integrazione lo ha dato in Germania la cancelliera Merkel con i siriani. Le è costato in termini di consenso, perché le persone hanno paura. Ma se tu non le accompagni per mano verso il futuro, anche essendo disposto a pagare in termini di consenso, non sei uno statista da ricordare. D’altra parte, la qualità, lo spessore di una leadership politica si misura dal coraggio di affrontare il cambiamento e anche di misurarsi con l’opinione pubblica, spiegando che ci sono dei passi che possono fare paura oggi ma che se accompagnati correttamente sono, appunto, un investimento sul futuro. Le politiche d’integrazione servono proprio a questo. E su questo credo che ci sia stata una scarsità di visione in tutta la politica di questi anni. Quelli che governano oggi sono fermi al nemico, che è un ragazzino che arriva dopo aver attraversato a piedi il deserto. Aver paura di un ragazzino che arriva a piedi, magari dall’Afghanistan, oppure che arriva dalle aree subsahariane attraversando i deserti, non puoi che essere sconfitto tu che pensi di fermarlo. Lui ha maturato una forza, una resilienza che dei tuoi denti che gli fai vedere, non sarà questo il modo per fermarli. Devi far si che divengano una risorsa. E di questo un paese di vecchi come l’Italia, e il discorso vale anche per l’Europa,

31 Agosto 2023

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