Non un passo indietro
Giambruno non chiede scusa: “Non ho detto niente di sbagliato sugli stupri, Meloni non mi dice cosa dire”
Le opposizioni hanno chiesto alla premier di prendere le distanze dalle parole del compagno. Polemica "del tutto surreale" per il first gentleman che nega le accuse. "Quei virgolettati sono da querela, diffamazione pura"
News - di Antonio Lamorte
Non un passo indietro, anzi. Andrea Giambruno non ci pensa nemmeno a chiedere scusa per le sue dichiarazioni sulle violenze sessuali. “Io non ho mai detto ‘la ragazza se l’è cercata’ o che, se eviti di ubriacarti, ‘non ti stuprano’: questi virgolettati sono usciti su un giornale e poi dappertutto, ma sono diffamazione pura”, ha dichiarato in un’intervista a Il Corriere della Sera. Quei virgolettati però sono in effetti veri. “Chiedono la mia sospensione, e su frasi false, gli stessi che decantano la libertà di espressione. Piuttosto, dico io, attaccatemi perché dico cose ovvie, banali: che a luglio fa caldo o che è meglio non drogarsi”.
Le opposizioni hanno chiesto alla compagna, madre della figlia, la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, prima donna premier in Italia, di prendere le distanze dalle sue dichiarazioni che hanno sollevato un polverone. Prima puntata di Diario del giorno, Rete 4. Giambruno commenta gli stupri di Palermo e Caivano con ospiti in studio. “Se eviti di ubriacarti e di perdere i sensi, magari eviti anche di incorrere in determinate problematiche perché poi il lupo lo trovi”. E giù polemiche, una bufera. Non le prime, in quest’estate: Giambruno è diventato praticamente un meme, spesso virale sui social.
Prima per una sua uscita sul caldo da record a luglio – “La notizia, ammesso che tale sia, è che a luglio fa caldo e probabilmente a dicembre nevicherà”, aveva detto minimizzando gli effetti del cambiamento climatico anche se il mese era stato dichiarato il più caldo registrato sulla Terra – quindi per un’uscita sul ministro della Salute tedesco Karl Lauterbach in visita in Italia – “So’ vent’anni, trent’anni che in qualche modo i tedeschi ci devono spiega’ come dobbiamo campare noi, se non ti sta bene stai a casa tua”. Questa volta però il caso è più grave. Le accuse di colpevolizzare la vittima, di vittimizzazione secondaria – la 19enne che ha denunciato gli stupri di gruppo a Palermo ha pubblicato sui social post allarmanti in cui confessava di pensare di togliersi la vita.
Già nella puntata della trasmissione all’indomani delle dichiarazioni, il first gentleman aveva fatto capire di non essere intenzionato a chiedere scusa in alcun modo. E con toni anche piuttosto duri. “Siccome nelle ultime ore sta impazzando una polemica del tutto surreale, mi è doveroso precisare che nessuno in questo luogo ha giustificato l’atto, anzi sono stati utilizzati dei termini molto precisi come ‘abominevole’ per quanto riguarda l’atto e sono stati definiti ‘bestie’ gli autori di tale atto. Quindi tutti coloro che in maniera strumentale hanno utilizzato in maniera strumentale e fuorviante distorcendo la realtà di quanto da me detto lo stanno facendo o perché in malafede o perché hanno seri problemi di comprendonio. E tutti coloro che vanno a ruota consiglio di seguire la puntata di Diario del giorno e di interpretare in maniera corretta quanto detto. Lo faccio non solo a titolo mio personale ma lo faccio a tutela di un’azienda, di un direttore e di un gruppo di lavoro che mi supporta. Quindi mettiamo fine a tali polemiche perché stiamo rasentando il ridicolo e la politica credo che abbia cose ben più interessanti da fare che non quelle di occuparsi di uno spazio giornalistico”.
Al quotidiano ha aggiunto, in riferimento alla alla 19enne di Palermo: “C’è chi strumentalizza lei per attaccare me. Coi miei collaboratori, abbiamo deciso che di questa storia non parleremo più: il silenzio è l’unico modo per aiutarla a superare il trauma. Se posso aggiungere: strumentalizzano gli stessi politici che mi fanno chiamare per pietire un invito”. E rispedisce al mittente anche le accuse di vittimizzazione secondaria: “Ma si rendono conto che così colpevolizzano anche un intero gruppo di lavoro solo perché conduco io? Ripeto: quei virgolettati sono da querela. Se avessi detto qualcosa di sbagliato, avrei chiesto scusa, ma non è così e non esisterà mai un giorno in cui sarà un politico o un collega a dirmi che devo dire. Anche Meloni non si è mai permessa di dirmi cosa dire”.