Le inchieste e la docu-serie

La morte di Mario Biondo, Netflix torna sul giallo del cameraman: suicidio per la Spagna, omicidio per l’Italia

Cronaca - di Redazione

8 Agosto 2023 alle 16:37

Condividi l'articolo

La morte di Mario Biondo, Netflix torna sul giallo del cameraman: suicidio per la Spagna, omicidio per l’Italia

Il caso di Mario Biondo riesplode grazie a Netflix. La nota piattaforma di streaming ha infatti reso visibile nei giorni scorsi una docu-serie sulla misteriosa morte del 30enne palermitano, cameraman tv trovato senza vita nel suo appartamento di Madrid, in Spagna, il 30 maggio 2013.

Le inchieste giudiziarie, in Spagna come in Italia, sono chiuse, eppure la famiglia di Mario è convinta che la verità dei fatti non sia quella accertata dai magistrati.

Le ultime ore di Mario Biondo”, si chiama così la docu-serie che punta ad indagare in particolare sulle ultime ore di vita di Mario: il cameraman era sposato con la nota conduttrice e giornalista spagnola Raquel Sánchez Silva, conosciuta come ricorda il Corriere della Sera sul in Honduras della versione iberica de “L’isola dei famosi”, con il matrimonio celebrato soltanto l’anno dopo a Taormina, nella Sicilia terra di Biondo.

Mario venne trovato morto il 30 maggio nell’appartamento della capitale spagnola: impiccato con una con una pashmina a una libreria, per la vicenda polizia e magistrati puntarono subito sulla pista del gesto volontario, con le indagini chiuse in un lampo.

Indagini riaperte in Italia dal gip di Palermo Nicola Aiello che, al contrario, aveva aperto alla possibilità di una morte provocata da altri, come da sempre denunciano i familiari di Biondo, a partire dalla madre Santina D’Alessandro.

L’inchiesta italiana però si è conclusa con un nulla di fatto, un provvedimento di archiviazione che quantomeno esclude due ipotesi: che il cameraman avesse assunto della cocaina prima del decesso o che la morte fosse avvenuta al culmine di una pratica autoerotica, due “piste” cavalcate dalla stampa spagnola e vengono riportate anche nella docu-serie, non a caso prodotta da Guillermo Gómez, ex manager di Raquel Sánchez Silva.

Proprio sul ruolo della moglie di Biondo si concentrano le attenzioni dei familiari di Mario: se non sospettata della morte del 30enne palermitano, la giornalista viene sicuramente ritenuta da sempre restia a collaborare con la giustizia. Tesi condivisa anche dal gip Aiello, che nell’archiviazione ricorda le “contraddizioni contenute nelle deposizioni rese dalla vedova Biondo”. Vedova che dopo la morte di Mario è andata avanti con la vita: dal 2014, anno successivo alla morte di Biondo, Raquel Sánchez Silva è legata al produttore audiovisivo argentino Matias Dumont, dal quale ha avuto due figli.

Raquel Sánchez Silva che il giorno del “suicidio” era nella sua città natale, a 300 chilometri da Madrid, per trovare uno zio malato: a scoprire il corpo senza vita di Biondo alle sei del mattino fu infatti la donna di servizio, in un appartamento pieno di bottiglie di birra e cicche di sigarette che indicavano la presenza di altre persone. Eppure la magistratura spagnola decise di non sequestrare la casa, né di svolgere basilari attività di indagine come intercettazioni o acquisizioni di tabulati, mentre per il gip italiano tutto lascia pensare che Biondo fu ucciso da mano rimasta ignota e successivamente collocato in una posizione atta a simulare un suicidio.

La serie Netflix, pur puntando nuovamente i riflettori sulla morte di Mario, non è piaciuta affatto ai familiari del cameraman. Tramite l’avvocato Fabio Falcone, intervistato da Vanity Fair, sostengono che la serie “dà un’impronta contraria rispetto al nostro percorso giudiziario e sostiene l’ipotesi di una pratica di auto-asfissia, un gioco di autoerotismo spinto all’estremo, cosa che non è mai uscita negli atti giudiziarie “.

di: Redazione - 8 Agosto 2023

Condividi l'articolo