La nuova serie del fumettista

“Questo mondo non mi renderà cattivo”, la nuova serie di Zerocalcare sbarca su Netflix

Nella sua nuova opera, il fumettista racconta di Zero e Sarah, due giovani in lotta contro un quartiere in cui dominano intolleranza e indifferenza: “Ripartiamo dalle risposte collettive: aiutano anche chi sta bene”

Cinema - di Chiara Nicoletti

9 Giugno 2023 alle 20:00

Condividi l'articolo

“Questo mondo non mi renderà cattivo”, la nuova serie di Zerocalcare sbarca su Netflix

«Dopo Strappare lungo i bordi per molti sarebbe sembrato sicuramente naturale immaginare di realizzare una seconda stagione, ma mi piaceva l’idea di alzare l’asticella sia nella forma sia nel contenuto, provando a realizzare un prodotto più complesso e perfino più divisivo». Sono queste le prime parole di Michele Rech, in arte ZeroCalcare che delineano il punto di partenza della fortunata seconda serie di animazione Netflix, Questo mondo non mi renderà cattivo, da lui scritta e diretta che sarà disponibile in piattaforma da oggi 9 giugno.

Amicizie interrotte, ingiustizie e difficoltà nel trovare il proprio posto nel mondo, queste le direttive principali di una storia che vede il fumettista nuovamente protagonista e doppiatore di se stesso (con la sua voce dall’accento romano che ha fatto tanto parlare) nei panni di Zero, che si riunisce ai personaggi storici del suo universo: Sarah, Secco e l’Armadillo, doppiato anche questa volta dalla voce inconfondibile di Valerio Mastandrea, coscienza a volte scomoda di Zero.

Alla Città dell’Altra economia, nel quartiere di Testaccio a Roma, in conferenza, ZeroCalcare confessa subito che Questo mondo non mi renderà cattivo c’era già da prima: «In realtà, paradossalmente è stata scritta prima di Strappare lungo i bordi. Quattro anni fa soltanto, ero in un momento in cui stavo iniziando le prime prove di animazione da solo e mi stavo misurando sul formato breve di Rebibbia Quarantine e mi sono reso conto che mi cagavo sotto a fare una cosa che avesse un respiro lungo, orizzontale. Strappare lungo i bordi mi sembrava un po’ più nella mia comfort zone e quell’esperienza mi ha fatto capire un po’ come tutte le persone che ci hanno lavorato potevano colmare alcune mie lacune. Pensandoci adesso, Strappare lungo i bordi è l’introduzione ai personaggi e Questo mondo non mi renderà cattivo invece serve per introdurre temi più complessi, mi pare la procedura più sensata».

La sinossi della serie prodotta da Movimenti Production, in collaborazione con BAO Publishing, composta da 6 episodi di circa mezz’ora ciascuno, recita così: “Un vecchio amico torna nel quartiere dopo diversi anni di assenza e fatica a riconoscere il mondo in cui è cresciuto”. Zerocalcare vorrebbe fare qualcosa per lui ma si rende conto di non essere in grado di aiutarlo a sentirsi di nuovo a casa e a fare la scelta giusta per trovare il suo posto nel mondo. Nell’introdurre il vecchio amico e nuovo personaggio, Cesare, Michele Rech chiarisce che non bisogna pensare a una sola persona come ispirazione: «Cesare non si ispira ad una persona vera in particolare, nella mia vita ci sono stati tanti Cesari. Un mio amico ad esempio è stato assente dal quartiere una ventina d’anni quasi e quando è tornato, non è riuscito a trovare punti di riferimento perché quelli ormai stavano allo sbando quanto lui».

Questo mondo non mi renderà cattivo non racconta solo di Cesare ma della difficoltà di rimanere se stessi in mezzo alle contraddizioni della vita. In questo caso, per Zero e Sarah in particolare, lo scontro che vede contrapporsi i loro ideali al profilo basso del mors tua vita mea si fa più acceso quando nel quartiere, un gruppo di migranti viene preso di mira da nazisti, così li definisce Zero, che li vedono un pericolo di “contaminazione etnica”. La risposta a questa lotta è nel titolo? «In realtà nasce da una canzone di Path, cantautore di Anguillara e non è da intendersi per forza come una mia dichiarazione, nella prima persona singolare ma ci sono tanti personaggi che vengono messi alla prova con vicende impegnative, anzi, molto di più di quelle che ho dovuto passare io che sono un fortunato».

«Direi che è un auspicio – prosegue – rispetto a quello che c’abbiamo intorno dove il tentativo spesso di molti, in momenti di crisi politica, è un si salvi chi può, sgomitando sopra gli altri. Questa serie racconta sia chi cade in quella situazione sia chi no». Che dunque il titolo sia una dichiarazione di resistenza, un “non mi avrete!”? Ci va piano ZeroCalcare: «Sarebbe arrogante da parte mia dire che non sono diventato cattivo. Come quasi tutti, negli ultimi 10 anni in particolare, ho dovuto fare una serie di scelte, preso degli scivoloni e penso anche io di aver ferito delle persone. In generale, quello che dà come suggestione la serie, rispetto al diventare cattivi e che provo anche io a fare nella vita, è dare risposte collettive ai problemi, cercare di partire all’idea di non lasciare indietro nessuno e pensare che in realtà, le risposte collettive servono anche a quelli che in quel momento stanno bene. Se intorno a te cresce un mondo che sta male, prima o poi ti verranno a bussare alla porta».

Non si nasconde dalle sue idee ZeroCalcare anzi, nel contesto della storia di un’integrazione osteggiata all’interno del suo quartiere, si premura di chiamare i nazisti con il loro nome e distinguerli da un più blando “fascisti”. Perché, essere fascista è meno grave? «Penso solamente che non è evidentemente più un ostacolo venire da quella storia e rivendicarla, non mi sembra ci siano posizioni precluse per chi fa riferimento a quella storia lì, quella fascista, mentre per il nazismo, come sottolineo nella serie, gli ebrei tengono un po’ più il punto». Mentre già nel primo episodio cita il fondatore dell’Unità Antonio Gramsci rappresentandolo come il rapper Tony Gramsci, ricordando che la prigione, ai pensatori, ha sempre giovato perché aumenta la loro eco mediatica, Zero afferma che «il mercato ti premia quando hai una cosa forte da dire ma non la dici».

Come ci è riuscito lui invece a trovare una quadra, dire la sua, all’interno dei suoi lavori? «Ho incontrato persone a cui interessava la mia voce e il mio profilo ma non andava bene quello che dicevo. La quadra l’ho trovata nella mia nicchia, nella mia casa di produzione e con Netflix».  A chiusura incontro, a chi gli chiede se c’è già una terza serie in cantiere, dopo questa dai temi politici più divisivi e più complessa per il formato, ZeroCalcare rivela: «Non ne abbiamo manco mai parlato con la produzione. Ho un sacco di cose che mi piacerebbe raccontare, ho una bozza di mail in cui ho annotato cose che mi sono successe ma non ho ancora le idee chiare al momento». Strappare lungo i bordi aveva un epilogo amaro e oseremmo dire triste. Che destino ci aspetta con Questo mondo non mi renderà cattivo? «Io sono in generale, una persona molto crepuscolare». La risposta di Zero non promette niente di buono.

9 Giugno 2023

Condividi l'articolo