Il dramma tra le sbarre
A San Vittore due morti in 5 giorni: è inferno in carcere
La sofferenza di San Vittore ha riverberi in tutta la regione Lombardia, la più sovraffollata d’Italia, con 8.370 presenze
Giustizia - di Redazione Web
“Negli ultimi 5 giorni sono morte due persone nel carcere di San Vittore a Milano”. A riportare la notizia è Valeria Verdolini, presidente di Antigone Lombardia. La prima vittima è stata un cittadino moldavo di 38 anni che si è tolto la vita sabato, a pochi giorni dall’ingresso nella casa circondariale. Era stato visto da psicologi ed educatori, non era in cella da solo. Il secondo, un trentenne, ha perso la vita per un malore dopo l’inalazione del gas di una bomboletta mercoledì, nel reparto tossicodipendenti.
Due eventi che si aggiungono ai tre suicidi degli ultimi 12 mesi e raccontano di una sofferenza individuale, ma la vicinanza desta preoccupazione per le criticità strutturali dell’istituto e dei riverberi sulla regione. La più grande casa circondariale lombarda, con 940 detenuti (un sovraffollamento oltre il 126% e quasi 600 stranieri) raccoglie e distribuisce criticità e sovraffollamento. “Al momento – sottolinea la Verdolini – tra i detenuti presenti c’è anche una persona 90enne in attesa di ricollocamento in Rsa e una sessantaseienne apatica, con frattura del bacino che ha bisogno di assistenza igienica e di alimentazione, in condizioni di totale indigenza. Inoltre, solo da inizio anno sono passate in istituto almeno 28 donne in gravidanza”.
La sofferenza di San Vittore ha riverberi in tutta la regione Lombardia, la più sovraffollata d’Italia, con 8.370 presenze (sovraffollamento al 136%) e con picchi a Brescia, Como, Cremona, Busto Arsizio, Monza e Lodi, anche effetto degli sfollamenti della metropoli. “La regione presenta un deficit di cura e il carcere ne diventa collettore, non riuscendo, nonostante i molteplici sforzi, a colmare i bisogni e alleviare i disagi. È necessaria una risposta sistemica e sinergica di area sanitaria, sociale e pubblica amministrazione, a livello locale e regionale, per far fronte ad una situazione che ormai non è più eccezione ma norma” conclude Valeria Verdolini.