40 anni dalla morte

Chi era Franco Rodano, uno dei maggiori intellettuali di sinistra del dopoguerra

Vero inventore del compromesso storico, era legato a Moro e Berlinguer. Ma ragionava solo con le idee.

Editoriali - di Piero Sansonetti

21 Luglio 2023 alle 12:30

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Chi era Franco Rodano, uno dei maggiori intellettuali di sinistra del dopoguerra

Franco Rodano, che è morto giusto 40 anni fa il 21 luglio del 1983 a soli 63 anni, è stato uno dei maggiori intellettuali di sinistra del dopoguerra. Il suo pensiero ha influito sulla storia della prima repubblica in modo straordinario. La sinistra in quegli anni disponeva di un numero molto significativo di intellettuali e anche di intellettuali di livello altissimo. Penso a Luporini, a Lombardo Radice, a Garin, a Badaloni, a Cerroni, a Tronti e Asor Rosa, solo per scrivere i nomi dei primi che mi vengono in mente.

Erano decine e decine gli uomini di pensiero che militavano nel Pci o in aree vicine al Pci. E questa credo sia la ragione essenziale di quella egemonia dei comunisti nel mondo culturale della quale, oggi, la destra si lamenta. Però Franco Rodano, intellettuale silenzioso e schivo, con la forza direttamente politica della sua elaborazione, ebbe come nessun altro un peso assolutamente determinante nella politica del Pci, e quindi condizionò tutta la politica italiana. Da dietro le quinte, sfuggendo la ribalta, scrivendo sulle sue riviste, o su Paese Sera, o su Rinascita, o discutendo con Togliatti e poi con Berlinguer, con Ingrao, con Luciano Barca, con Tonino Tatò. Dico una cosa che può sembrare eccessiva, ma non credo che lo sia: se non si studia la vita e le teorie di Rodano non è semplice capire interamente la lotta politica di quegli anni.

Io penso che Franco Rodano fu il vero inventore del compromesso storico. Che lui immagino avesse discusso già con Togliatti. Non lo concepiva come una operazione tattica o di potere, ma come una svolta strategica che coincideva con la rivoluzione. Giulia, sua figlia, che gli è stata sempre molto vicina, nell’articolo lucido e dolcissimo che scrive quei accanto, dice che Rodano fu un rivoluzionario. Penso che dica una assoluta e semplicissima verità. Rodano pensava che dall’incontro tra i valori cristiani profondi, la spinta del Concilio, e la grandiosità sociale del partito comunista potesse nascere una nuova Italia e potesse sbocciare un socialista umano e cristiano. Per lui la rivoluzione era quella. Aveva iniziato la sua militanza già al tempo del liceo al Visconti.

Nella sua stessa scuola, ma un po’ più grandicelli di lui, c’erano Paolo Bufalini, Luca Pavolini e, credo, anche Antonello Trombadori. Rodano era un cattolico fervente. Si unì a quella generazione di giovani antifascisti (anche con Ingrao, Amendola, Alicata e tanti altri) e poi intorno al 1944 fondò un piccolo partito di cristiani comunisti, con Adriano Ossicini, lo stesso Pavolini, Tonino Tatò e Luciano Barca. Lì conobbe Marisa Cinciari, che più o meno aveva la sua età, e si sposarono. Marisa è stata una dirigente attivissima del Pci. Oggi ha più di 100 anni. Era burbera e intelligentissima, me la ricordo quando io ero un cronistello dell’Unità e seguivo il consiglio provinciale di Roma, e lei era la capogruppo del Pci, seria, austera, e mi sgridava spesso.

Dopo la Liberazione, Rodano fu consigliere e “litigante” di Togliatti. E poi fu molto vicino a Berlinguer. Negli anni Cinquanta lavorò a una rivista che aveva fondato Mauro Melloni, democristiano di sinistra che uscì poi dalla Dc in dissenso con l’adesione alla Nato, e diventò Fortebraccio, il corsivista dell’Unità, tagliente come mai nessun corsivista è stato. Negli anni 60 fondò con Claudio Napoleoni la Rivista Trimestrale – strumento decisivo di elaborazione politica della sinistra marxista – e poi una scuola di politica di livello altissimo. Io a 18 anni tentai di entrare nella scuola di Rodano ma bisognava superare un esame difficilissimo, e io non ci riuscii. Era legato a Moro e a Berlinguer. Ma non dovete pensare a questo legame con il cervello di oggi: potere, potere, manovra. Lui ragionava solo con le idee. È morto nell’83, un anno prima di Berlinguer. In quei pochi mesi, forse, morì anche il Pci.

21 Luglio 2023

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