Primo caso in Italia

Chiamatelo Emanuela: cambia genere e diventa donna senza operazione o terapia ormonale

La battaglia vinta dopo vent'anni da un 53enne siciliano. La decisione del Tribunale di Trapani, la prima in Italia, estrapolata da una sentenza della Cassazione del 2015. "Le mie sembianze non offuscano la mia identità femminile"

News - di Antonio Lamorte

17 Luglio 2023 alle 12:24 - Ultimo agg. 17 Luglio 2023 alle 12:24

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Chiamatelo Emanuela: cambia genere e diventa donna senza operazione o terapia ormonale

Il tribunale di Trapani ha riconosciuto a un uomo il diritto di cambiare nome e identità di genere all’anagrafe senza intervento chirurgico effettuato o programmato e senza alcuna terapia ormonale. Dallo scorso 6 luglio è diventata Emanuela, dopo una battaglia lunga vent’anni tra perizie, colloqui e burocrazia. La corte ha stabilito in sintesi che l’organo sessuale maschile non è di impedimento alla percezione di sé stesso come una donna. La vicenda è stata ricostruita da un articolo di Repubblica.

“Ho sempre sentito l’esigenza di un riconoscimento sociale”, ha raccontato in un’intervista al quotidiano la protagonista della vicenda, originaria di Erice, che già a cinque anni sentiva dentro di lei “un universo femminile. Perché quando si è transgender il bambino, o la bambina, percepisce la sua identità nell’immediato”. Il principio che ha permesso all’uomo di diventare Emanuela è stato estrapolato dalla sentenza della Corte di Cassazione che nel 2015 aveva un’altra donna transgender di legittimarsi come tale prima dell’operazione che in quel caso era stata pianificata.

La 53enne aveva cominciato una ventina di anni fa il percorso – obbligatorio per ottenere il cambiamento all’anagrafe e sui documenti – per la riassegnazione sessuale per via ormonale e chirurgica. Quando i medici gli avevano spiegato le conseguenze del trattamento sul suo corpo, aveva cambiato idea. “Non avere l’organo sessuale femminile non compromette il modo in cui mi percepisco, le mie sembianze non offuscano la mia identità femminile”. A insistere per provare a ottenere comunque il riconoscimento è stato l’avvocato Marcello Mione, perché “la società si evolve e così fa la giurisprudenza”.

Emanuela ha definito umiliante la perizia d’ufficio, alla fine però ha vinto la sua battaglia. “Spero che la mia esperienza possa essere di aiuto per altre persone che, nelle mie stesse condizioni, temono di rivolgersi alla legge affinché venga loro riconosciuto il diritto di essere sé stesse. Noi transgender siamo viste come alieni, quando basterebbe conoscerci per capire che siamo persone come tutte le altre”.

17 Luglio 2023

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