Il caso del ministro

La gaffe di Sangiuliano e l’egemonia culturale della destra che zoppica ancora

Non c’è niente di male a votare per lo Strega senza avere letto i libri finalisti. Solo che non bisognerebbe confessarlo, per sbaglio, in diretta Tv

Cultura - di Fulvio Abbate - 8 Luglio 2023

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La gaffe di Sangiuliano e l’egemonia culturale della destra che zoppica ancora

L’egemonia culturale della destra, sebbene sembrasse ormai cosa fatta con l’arrivo orgogliosamente identitario del governo Meloni, è invece ancora da “approfondire”. Ne dà garanzia il ministro preposto Gennaro Sangiuliano. Possibilmente, insieme ai libri in concorso quest’anno al Premio Strega. La buona volontà di impegnarsi e riparare ogni limite in un futuro “settembre” comunque, si sappia, non manca.

Sia tuttavia lode all’umanissimo comprensibile candore del Ministro, ci sarà modo di colmare ogni lacuna, sia lode alla sincerità inerme delle sue risposte, pronunciate l’altro ieri al Ninfeo di Villa Giulia durante la più significativa cerimonia dell’Urbe letteraria, in attesa, assai fiacca, della proclamazione del vincitore. Sarebbe comunque bastato essere un po’ più “scafati”, persone di mondo, per rispondere in maniera opportuna, con le armi della piccina comprensibile menzogna, all’intervistatrice Cucciari, cui era affidata la diretta per Raitre, a lei che, gli occhi al “gobbo” compilato con perizia ordinaria dagli autori, chiedeva lumi di circostanza sui libri dal Ministro apprezzati, dunque votati; sulle ragioni delle sue scelte di “lettore” titolato.

Ninfeo di Villa Giulia: la maledizione etrusca forse ad aleggiare, poi l’afa, il generone romano presente ai tavoli numerati, le narratrici e i narratori maestrini d’amichettismo a cinguettare convinti, le ragazze dei Parioli, Vigna Clara e Vigna Stelluti in abiti da cresima, le bottiglie mignon del liquore storico sponsor in dono nelle shopper, i taccuini degli editori interessati alla conta, gli occhi sulla lavagna con i nomi dei partecipanti, Vittorio Sgarbi come Don Chisciotte accanto al tavolo riservato a Sangiuliano, postura invece da Sancio Panza…

Poi, improvvisa, in diretta, la domanda sulla qualità e la sostanza dei libri in concorso, e qui il Ministro, compitamente, ammette di averli, sì, avuti tra le mani “con interesse”, meglio, di “avere ascoltato le storie che sono, come dire, espresse in questi libri, sono tutte storie che ti prendono, che ti fanno riflettere, ecco proverò a leggerli”. Gli occhi sgranati e dubbiosi della conduttrice davanti a tali tentennanti ancora ufficiali parole, ammissioni poco aderenti al testo, cui Sangiuliano aggiunge, quasi implorando comprensione, che “sì, li ho letti, ma voglio appunto approfondire”.

Struggente ammissione di disinteresse verso le maiuscole letterarie? Impegni gravosi che impediscono ogni vero diletto romanzesco all’Uomo di Governo assediato da altro genere di faldoni? Delitto ammesso, delitto del tutto condonabile se compiuto dal cittadino strafottente, dai semplici cognati lontani da ogni tentazione culturale, dall’imbucato, colpa invece inemendabile, sanguinante, se una simile inerme sincerità viene pronunciata, ammessa dal titolare del dicastero della Cultura.

La Fondazione Bellonci, si sappia, cerimonialmente onora da sempre le figure eminenti del Palazzo, in questo caso culturale, con l’ambito titolo di “Amico della domenica”, costui, almeno sulla carta, avrebbe l’obbligo di impegnarsi nella lettura dei titoli della cinquina finalista per poi formulare il proprio voto, la preferenza; la critica del gusto, direbbe Galvano della Volpe.

Di fronte allo sconfinato candore di Sangiuliano la conduttrice insinua ancora che forse l’uomo, anzi, Gennaro, potrebbe avere “guardato semplicemente la copertina”, o forse, immaginiamo, d’essersi fatto indirizzare dai risvolti, le alette. Candore che diventa, nella precisazione ulteriore di Sangiuliano, macchia, colpa, tragicomico imbarazzo, rattoppo sul blazer ufficiale di una destra la cui egemonia culturale resta ancora incompiuta, “a carissimo amico”, ovviamente, trattandosi del Premio Strega, “della domenica”. Ancora “da approfondire”, appunto.

8 Luglio 2023

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