Strage a Santo Stefano, negativi test per droga e alcol della donna al volante: era stata denunciata nei giorni precedenti

Soltanto pochi giorni prima dell’incidente mortale che l’ha vista protagonista giovedì 6 luglio a Santo Stefano di Cadore (Belluno), dove alla guida di una Audi A3 nera ha travolto uccidendoli su un marciapiede Marco Antoniello, 48 anni, il figlio Mattia di 2 anni e la nonna Mariagrazia Zuin di 65, tutti di Favaro Veneto (Venezia), Angelika Hutter era stata fermata e denunciata e piede libero a Bolzano.
La donna, 31enne tedesca originaria di Deggendorf, un comune della Baviera, era stata trovata in possesso di “oggetti atti ad offendere”. Hutter attualmente è in stato di fermo e rinchiusa nel carcere di Venezia in attesa di comparire davanti a un giudice, forse già lunedì, per la convalida.
Come sottolinea il Corriere del Veneto, dalle prime indagini emergerebbe un quadro di difficoltà della donna: ai Carabinieri delegati delle indagini non risulta alloggiare in nessun albergo della zona e la presenza di coperte e cibo emerse tra le lamiere dell’Audi che aveva noleggiato fanno pensare che avesse trasformato quell’auto nella sua abitazione. “Sono disoccupata, mi trovo qui perché sto facendo un giro in Italia…”, sarebbero state le poche parole riferite ai carabinieri dalla 31enne.
Quanto alle condizioni di chi è scampato alla tragedia familiare, la mia del piccolo Mattia, Elena Potente, ha rimediato la frattura di un piede, mentre il nonno Lucio Potente è rimasto miracolosamente illeso.
Sulla dinamica dell’incidente, avvenuto nel centro del piccolo paese lungo la strada regionale 335 che conduce a Sappada, vi sono ancora dubbi: l’Audi con al volante Hutter avrebbe sbandato improvvisamente finendo con l’auto sopra il marciapiede dove stava passeggiando la famiglia Antoniello-Potente.
Il perché dell’improvviso sbandamento non è chiaro: la 31enne tedesca, scrive ancora il Corriere del Veneto, è risultata negativa sia all’assunzione di droghe che di sostanze alcoliche. Per questo gli inquirenti ipotizzano due possibili fattori scatenanti: un malore al volante oppure una distrazione, magari provocata dall’utilizzo dello smartphone, che è stato sequestrato per essere sottoposto ad accertamenti.
“È una di quelle notizie che non vorresti mai leggere e che lascia completamente senza parole”, era stato il commento di cordoglio del presidente della Regione Veneto Luca Zaia, subito dopo l’incidente. “Una tragedia che colpisce una famiglia, ma anche un’intera comunità. Mi stringo al dolore dei familiari ai quali porgo le più sentite condoglianze personali e istituzionali”, aveva aggiunto il governatore.