Le ronde neonazi

Macron chiede sanzioni alle famiglie dei casseurs, vecchio sogno della destra francese

È un vecchio sogno della destra francese. Il presidente della Repubblica l’ha fatto suo. Esulta Rassemblement National che gli chiede di resuscitare la contestatissima legge Ciotti per togliere assegni familiari

Esteri - di Angela Nocioni

5 Luglio 2023 alle 16:00

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Macron chiede sanzioni alle famiglie dei casseurs, vecchio sogno della destra francese

Multare le famiglie dei ragazzi accusati di partecipare a riot. È un vecchio sogno della destra francese. Emmanuel Macron lo ha fatto suo. È andato, da presidente della repubblica, in un commissariato di polizia e ha detto che vuole “sanzionare finanziariamente le famiglie”. “Bisogna che alla prima infrazione si riesca a sanzionare finanziariamente e facilmente le famiglie, una sorta di tariffa minima alla prima stupidaggine”.

Si appiglia al fatto che la rivolta ha come protagonisti minorenni. Subito dopo le prime proteste e le migliaia di primi fermi – l’età media dei fermati è di 17 anni! – Macron già s’era lanciato in un’invettiva contro i genitori, chiedendo di “tenetevi i vostri figli in casa”. Parole suonate offensive e discriminatorie, rivolte com’erano a destinatari individuati e descritti sulla base del quartiere in cui vivono. Traspariva evidente una postura classista, se non razzista. Non esattamente quel che serviva per sedare periferie in fiamme.

Ora che il presidente della repubblica rilancia con l’idea della sanzione, la destra rilancia a sua volta. Rassemblement National gli ha chiesto subito di resuscitare la legge Ciotti (Eric Ciotti, presidente dei Repubblicani) del 2010. La legge, contestatissima, permetteva di tagliare – e di togliere completamente – gli assegni familiari ai genitori di minori che non andavano a scuola. Fu abrogata nel 2012. Ciotti ha appena presentato in Parlamento una proposta che la riporta in vita chiedendone la applicazione contro le famiglie dei casseurs. Ci aveva già provato nel 2019 e nel 2021, allora respinto con perdite dalla maggioranza macronista. Dettaglio che gli ha fatto velenosamente aggiungere ieri: “Se ora Monsieur Macron decide di metterla all’ordine del giorno la possiamo votare prima del 14 luglio”.

Grande show di Rassemblement National. Prima il segretario Jordan Bardella – evidentemente di non francesissima origine, a sua volta nato e cresciuto in una banlieu – ha detto che la Francia ha accolto “troppi immigrati in condizioni di saturazione che hanno suscitato tensioni securitarie in numerosi quartieri” e ha invocato “una politica securitaria e giudiziaria radicalmente opposta a quella degli ultimi trent’anni basata sulla cultura delle scuse, della vittimismo permanente, basata sul crollo dell’autorità”. E ha chiesto l’introduzione immediata della muta alle famiglie: “Sarebbe inammissibile che i francesi fossero obbligati a pagare per danni che non hanno causato”.

Poi in parlamento un deputato del suo stesso partito, Michaël Taverne, durante il question time di fronte al ministero dell’Interno Gerald Darmanin, ha fatto un filippica attribuendo agli immigrati la responsabilità dei riot. Il ministro ha risposto che “meno del 10% degli arrestati erano stranieri” e “il 90% erano francesi”. Tutto ciò mentre in Italia tra gli emuli di Macron rimbalzano commenti di rara scemenza sui fatti francesi. Si tende a sottolineare che la rivolta si sta spegnendo da sola, «come successo già in altre ondate di protesta in Francia».

Attribuendo alla rivolta una caratteristica quasi stagionale, ineluttabile e tutto sommato inutile. E negando che i protagonisti dei riot, cioè a decine di migliaia di ragazzi, qualsiasi cosa abbiano da dire debbano essere ascoltati. Ancora ronde di ultra destra. A Chambéry un gruppo di una cinquantina di persone con passamontagna è scesa in strada gridando “la Francia ai francesi”,questa è casa nostra”. Sotto lo sguardo dei poliziotti.

5 Luglio 2023

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