Armiamo gli affogatori, così li affogano meglio!

Ieri l’Italia ha consegnato alla guardia costiera libica due motovedette. Serviranno a dare la caccia ai migranti in fuga dai campi di concentramento. Se nei prossimi mesi riusciremo a fornire alla Libia molte altre motovedette, e magari qualche mitragliatrice, loro – i libici – ci faranno il piacere di metterci il personale (dietro un modesto compenso da parte nostra) e così sarà molto più facile dare la caccia alle persone che fuggono dalla fame e dalle guerre.

E catturarle, e riportarle nei campi di concentramento in Libia. E lì picchiarli, e magari torturali, con la speranza che non fuggano più, e con la quasi certezza che se fuggono e si imbarcano poi sarà facile beccarli di nuovo. Oltretutto i libici hanno anche una tecnica di riserva. Senza cercare di catturarli, che magari può essere complicato, basta spingerli verso la Grecia, cosa piuttosto facile perché si ottiene con la semplice presenza delle motovedette, e poi i greci ci pensano loro. Hanno già dimostrato di essere piuttosto bravi nell’attività spazza-naufraghi.

C’è una cosa che mi colpisce in tutto ciò. Non il governo. Lega e FdI hanno sempre teorizzato la caccia al naufrago (“Aiutiamoli in fondo al mare…”). Mi colpisce la serenità con la quale si oppone l’opposizione. Pronta a scattare come una molla sugli scandali, tipo Santanché o Pini, ma che poi si contenta di un tranquillo voto contrario (Pd) o addirittura una astensione (5 Stelle) quando si deve decidere se armare o no i libici. Barricate? Neanche l’ombra. Certo, molto meglio del voto a favore di qualche mese fa…