Le ammissioni al Gip

Clochard ammazzato di botte, convalidato il fermo dei 16enni di Pomigliano: “Prima il batti cinque con Frederick, poi il pestaggio…”

Cronaca - di Carmine Di Niro

23 Giugno 2023 alle 17:22

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Clochard ammazzato di botte, convalidato il fermo dei 16enni di Pomigliano: “Prima il batti cinque con Frederick, poi il pestaggio…”

Hanno raccontato la loro versione dei fatti, che non ha convinto il giudice. I due 16enni di Pomigliano d’Arco accusati di aver percorso a morte il clochard di origini ghanesi Frederick Akwasi Adofo, pestato nella notte tra domenica e lunedì 19 giugno nella città della provincia di Napoli, si sono visti infatti convalidare il fermo da parte del Gip del tribunale per i minori di Napoli.

Per i due giovanissimi il giudice ha anche disposto il trasferimento nel carcere minorile di Nisida, contestando ai 16enne l’omicidio volontario aggravato dai futili motivi e dalla crudeltà.

Crudeltà che sarebbe emersa dai video acquisiti dai carabinieri di Castello di Cisterna e di Pomigliano, delegati alle indagini: i due ragazzi avrebbero “dato il cinque” a Frederick prima di colpirlo, un atteggiamento amichevole che  certo non lasciava presagire le violenze contro il 43enne ghanese, arrivato a Pomigliano nel lontano 2012 e ben accolto da tutta la comunità.

Davanti al Gip i due 16enne avrebbero ammesso l’aggressione ma avrebbero anche confessato di non essersi resi conto che quelle percosse potessero provocare la morte di Frederick.

I due minori, difesi dagli avvocati Edoardo Izzo e Umberto De Filippo, hanno inoltre riferito al giudice per le indagini preliminari di esser stati costretti a reagire perché insultati e perché il clochard aveva tentato di aggredirli. Versione dei fatti che evidentemente è stata ritenuta inattendibile dal giudice.

De Filippo, avvocato di uno dei due minorenni, spiega che “si tratta di due ragazzi che non hanno alcun contatto con la criminalità e che appartengono a famiglie oneste“. L’avvocato sta valutando ora, insieme con la madre del suo giovanissimo cliente, di fare appello al Tribunale del Riesame: “Solo oggi abbiamo acquisito il video, – spiega – visionandolo potremo avere un quadro più chiaro della vicenda visto che finora avevamo in nostro possesso solo alcuni frame“.

Frederick Akwasi Adofo era giunto in Italia nel 2012: uno sbarco travagliato dopo aver attraversato il Sahara, poi essere finito in un lager libico e infine aver attraversato il Mediterraneo a bordo di uno dei tanti barconi che sfida la sorte inseguendo la speranza. Insieme ad altri migrandti era stato accolto in un albergo del centro. Si trasferì nel Comune di Casalnuovo in attesa di ottenere lo status di rifugiato. Trovò anche un lavoro con cui per un periodo è riuscito anche ad affittare casa. Poi dopo un paio d’anni perse il lavoro e finì nuovamente in strada insieme ai suoi demoni.

Già nel 2021 fu segnalato mentre dormiva in strada. Il Corriere della Sera racconta ancora che gli assistenti sociali e vigili urbani lo trovarono in coma etilico. Fu soccorso e poi portato in una pensioncina a carico del Comune. Poi la guerra in Ucraina e l’arrivo dei profughi diedero priorità a loro nell’accoglienza. Frederick fu accompagnato in una casa famiglia di Napoli da cui però decise di scappare. Ed è così che lo ritrovarono a Pomigliano, a dormire sulla panchina vicino al supermercato dove aiutava le persone con le buste in cambio di qualche moneta.

La sua morte è arrivata a due giorni da un appuntamento in Comune, dove era stato convocato dagli assistenti sociali dell’Ente: mercoledì avrebbe avuto l’opportunità di riorganizzare la vita…

23 Giugno 2023

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